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Visualizzazione dei post da marzo, 2024

L’acqua, l’olio e il vino

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OGGI GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA Senz’acqua non si va da nessuna parte. Averla è sempre più una fortuna, soprattutto se potabile. Sto pensando al mio Molise, al suo Matese, con sorgenti d’acqua minerale da ogni parte e le sue mille colline, quasi tutte serbatoi d’acqua potabile. Sto pensando alla generosità della mia terra, espressa con tanta solidarietà nei decenni passati con l’acqua messa a disposizione di tre delle quattro regioni limitrofe: Campania, Puglia e Abruzzo. Ultimamente, grazie alla decisione di sprovveduti del Consiglio regionale che ha caratterizzato la XII legislatura della Regione, di altra acqua alla Puglia dopo quella del Fortore, il fiume campano-molisano- pugliese, del Lago di Occhito. Questa volta del Biferno, il fiume tutto molisano che alimenta il Lago del Liscione. “Sprovveduti”, nel senso di incapaci di leggere la realtà del piccolo Molise, meno che mai dell’Italia e del mondo, e, come tali, di capire cosa accadrà domani, quando, causa la situazione cl

Buon compleanno zio Mario

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Oggi avrebbe festeggiato i suoi 95 anni Zio Mario, e, conoscendo l'amore per la sua attività, l'avrebbe fatto dietro in bancone, come sempre pronto a salutare con un sorriso chi entrava. Amava i clienti del suo negozio. Lo zio di tutti i miei amici che hanno avuto il piacere di conoscerlo nella sua casa di via Belvedere e/o nel suo negozio di via Circonvallazione, aperto per oltre cinquant'anni. Figlio di Giustina Cavaiola e di Nicola Mammarella, fratello di mia madre Angelina di Vittorio, Umberto e Tonino. La sua grande passione per la politica, comunista con tessera del Pci, Pds e Ds; il suo sogno di un mondo all'insegna della Pace, del rispetto, dell'amore, della solidarietà e del confronto; l'amore per la sua Larino; il suo tifo per Fausto Coppi, la Frenter e la Juventus; il suo sorriso aperto e il benvenuto per l'ospite, sempre gradito. Buon compleanno zio Mario da me, Flora, Carmela, i tuoi nipoti e da tutti quelli che ti hanno conosciuto, i tuoi am

Commento di Nicola Picchione

San Giuseppe Ho un debole per S. Giuseppe, mi ritrovo in lui e immagino la sua bottega come quella di mio padre. Sappiamo poco di lui, non è uno dei santi molto popolari antichi e moderni, non un dotto non un santo dei miracoli nemmeno un santo che emana profumi. Un falegname chiuso nella sua piccola bottega, di poche parole, paziente e tollerante che accetta la gravidanza anomala della sposa. Avrebbe sorriso del goffo tentativo di Luca e Matteo di attribuirli una ascendenza nobile (addirittura da Giacobbe e Davide). I Vangeli parlano poco di lui. Dobbiamo immaginare che Giuseppe allevò il figlio facendosi aiutare in bottega ed educandolo. Non lo rimproverò nemmeno quando ragazzo scomparve per tre giorni senza dire dove andasse. Mi piace immaginare che di fronte alla dottrina del figlio rispondesse come rispondeva mio padre quando discutevamo (cercavo ragioni sottili per dargli torto ma ora ammetto che aveva sempre ragione lui): “Sono solo un povero piantachiodi”. A differenza della ma

La tavola di San Giuseppe

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Un giorno speciale, il 19 Marzo, preceduto dalla visita alle tante cappelle che animavano Larino, ora centro storico, da "capammonde é capabballe", con i camini accesi e le pignate in evidenza e la tavola piena di bontà, soprattutto primizie, come gli asparagi. L'offerta di un piatto di bucatini con la mollica mista di uva passita, pinoli e olio "Gentile" che sapeva anche di quello "Salegno o Saligno", mentre l'oliva della varietà "San Pardo" faceva bella mostra sulla tavola imbandita. La devozione che si esprimeva in donazione e incontro, convivialità. Quella stessa che il giorno dopo raccoglieva la presenza di figuranti Giuseppe e Maria con il bambino e dieci ospiti per il pranzo delle 13 portate. Il "Convito" e la "Deozione di Sn Giuseppe nella Tradizione molisana, come scriveva l'indimenticabile Enzo Nocera. l'editore che ha dato tutta la sua passione al Molise, in un libricino pubblicato nel 1998 con l'As

Patriarca

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È li che mi aspetta/ con il suo sguardo strano di anziano/ che sa raccontare il tempo/ più degli altri, non lontani.// Patriarchi che a Portocannone,/ nel mio Molise, applaudono/ i buoi vittoriosi ancora ansimanti.// È la brezza, che ogni mattina spira/ dalle Diomedee già assolatee,/ la sua compagna e i rimanenti venti,/da ovunque arrivano, i suoi amici.// Sono vita – mi racconta – il nostro domani come pure/ delle olive e dell’olio che doniamo/ a voi umani ultimamente ingrati.//Ci avete tolto/ le certezze che il passato ci donava,/ mettendo mano al più prezioso bene,/ il tempo, che l’ingordigia dell’uomo/ ruba alle nuove generazioni.// Noi che del tempo siamo i testimoni,/ nati per essere rami,/ chiome verdeggianti/ ombre di erbe dai minuti fiori/ non numeri di un filare assetato/ che non ha domani. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Pasquale Di Lena

L'attacco al cuore dell'olivicoltura italiana in un decennio

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Teatro Naturale- Pensieri e Parole - Editoriali - 15/03/2024.......................................................................................................................................................................................................... L’olivicoltura italiana, in poco tempo, ha perso i suoi primati mondiali per estensione della superficie impegnata, numero di addetti, quantità di olive raccolte e olio prodotto, esportazione Il passato conta, e non poco, quando si ha voglia di rinnovare il presente per un futuro migliore. È quello che ho pensato ascoltando gli interventi del Tavolo tecnico interdisciplinare, al suo primo incontro, promosso dall’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio, sull’emergenza abbandono dell’olivicoltura tradizionale e storica, “Dati allarmanti. Verso una proposta di legge per il recupero delle olivete abbandonate”. Una triste realtà, com’è quella de: l’agricoltura espropriata del suo ruolo primario, centrale per: lo sv

Quale futuro per il Molise

di Umberto Berardo Martedì 11 marzo 2024 Milena Gabanelli nel suo Dataroom sul Corriere della Sera si è occupata di un Molise che secondo lei dopo sessant’anni dal raggiungimento della sua autonomia regionale, rivelatasi a suo dire un fallimento, vorrebbe ritornare con l’Abruzzo dopo la separazione avvenuta nel 1963. Già questi assunti non mi pare corrispondano del tutto alla verità perché la semplificano distorcendola senza coglierne tutti gi aspetti. Intanto il Molise ha chiesto di essere una regione autonoma non solo, come sostiene la giornalista, perché mancava di servizi amministrativi e per motivi politici guadagnando qualche senatore e un Consiglio Regionale, ma soprattutto in quanto era priva d’infrastrutture fondamentali e di un decente piano di sviluppo economico; infatti la regione era falcidiata dall’emigrazione che portava all’estero soprattutto le famiglie più giovani il cui reddito, basato prevalentemente su un’agricoltura di sussistenza, era tra i più bassi d’Italia.
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Città dell'Olio -Comunicato stampa 15 marzo 2024 Si è svolto il primo incontro del Tavolo Tecnico interdisciplinare promosso dalle Città dell’Olio con esperti del mondo scientifico ed accademico e della produzione, associazioni di categoria ed Enti Emergenza abbandono dell’olivicoltura tradizionale e storica Michele Sonnessa Presidente delle Città dell’Olio: “Dati allarmanti. Verso una proposta di legge per il recupero delle olivete abbandonate” L’abbandono dell’olivicoltura tradizionale e storica che riguarda imprenditori agricoli, privati cittadini e hobbisti non censiti delle aree interne e marginali è confermato della decrescita significativa – pari al 31% - delle aziende olivicole italiane negli ultimi anni. È quanto emerge dal Rapporto ISMEA («Scheda di settore, Olio di oliva» febbraio 2023) relativo al decennio compreso tra il 2010 e il 2020. Nella stessa analisi si individua, però, nell’oleoturismo e nella diversificazione delle attività connesse delle aziende olivicole,

Non alza bandiera bianca chi fa la guerra con le viti altrui

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Papa Francesco ) “Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore. Il più forte è chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca. La parola negoziare è coraggiosa. Non è una resa. Se vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, devi avere il coraggio di negoziare. Sì, hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia il mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti. La Turchia, altri… E io sono qui… La guerra è una pazzia… C’è chi dice: è vero, ma dobbiamo difenderci. E poi ti accorgi che hanno la fabbrica degli aerei per bombardare gli altri. Difendersi no: distruggere… C’è sempre qualche situazione geografica o storica che provoca una guerra… Può essere una guerra che sembra giusta per motivi pratici. Ma dietro una guerra c’è l’industria delle armi che significa soldi. Guardiamo la storia, le guerre che abbiamo vissuto: tutte finiscono con l’accordo”. Possibilmente prima de

Biodiversità e ruralità, i primati che servono per un rilancio del Molise

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Larino, 12.03.2024 - Gli ex consiglieri regionali, molti dei quali testimoni di un Molise risorto a cavallo degli anni ‘80/’90, si sentono impegnati, con il presidente Gaspero Di Lisa, di dare il proprio contributo di idee e di partecipazione a un piano di sviluppo regionale, oggi più che mai per affermare un ruolo centrale, quello di un territorio che mette a disposizione del Paese due suoi fondamentali primati nazionali: la ruralità e la biodiversità. In questo senso un programma di incontri con i titolari di quel bene comune, appunto il territorio, fonte di primati. Non a caso la scelta di Larino, antica capitale e capoluogo di circondario nella prima metà del secolo scorso; espressione alta di ruralità con la sua ricca agricoltura; culla delle Città dell’olio; città mondiale della biodiversità olivicola con tre varietà legate al suo nome; al centro di importanti tratturi; sede della Fiera di Ottobre, la più importante del Molise con le sue 280 edizioni; sede di un fondamentale c

I vini del Molise nella Guida Vini “Vit’ae”

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La guida, che il buon Michele Raspa del Ristorante “Marina” da dieci anni mi omaggia, è la più pesante con le sue 1350 pagine che riportano 15.000 vini dei 25.000 degustati dai sommelier dell’AIS, l’associazione che, dal 1987, mi onora con il riconoscimento di socio onorario. Dalla Valle d’Aosta alla Sardegna a raccontare il vigneto Italia con le sue eccellenze 527 Dop e Igp, un tempo Docg, Doc e Igt, testimoni di mille territori che, dalla fama, ai tempi della Magna Grecia, di “Enotria tellus” allo slancio, nel Medioevo, in ogni angolo del Paese, sono i più illustri e conosciuti ambasciatori dell’Italia nel mondo, quelli che più esaltano la bellezza dei paesaggi e, insieme, della storia, cultura e tradizioni, ovvero i valori che, con la qualità e la diversità, raccontano l’origine. Il piccolo Molise, la mia terra, mi permette, diversamente dal Piemonte e dalla Toscana che la fanno da padroni con le centinaia di aziende selezionate, di presentare una realtà di soli 5.500 ettari di

Pietro Corsi, il mercante del sole

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di Vincenzo Di Sabato il mercante del sole e romanziere molisano d’ogni terra, a sette anni dalla morte L’8 marzo 2017, - 7 anni fa - la cultura, e l’umana tenerezza perdeva un primatista, un modello di dottrina. Moriva a 80 anni a Los Angeles, Pietro Corsi, amico mio dall’infanzia: affettuoso, generoso. Scrittore, romanziere italalo-americano, molisano di Casacaenda, un giramondo: il mercante del sole. Egli che viveva inseguendo l’Astro sia quando nel nostro gelido inverno scarseggiava, ma assolava invece il Messico della sua sposa Elsa, sia un po’ prima o un po’ più tardi quando in primavera e in autunno, brillava potente in California laddove vivevano i due figli; e poi finalmente qui in Molise, nel nostro estate mentre il Sole picchiava a perpendicolo sul vicoletto della sua “Terra Vecchia” a Casacalenda. Muore a 80 anni e, di lui, ho ancora “80voglia” di amarlo. Volto indimenticabile, straordinario protagonista di eventi letterari; uomo di stile unico e raffinato, ha don

L'8 Marzo, la giornata della donna

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Un giorno di riflessione sulle conquiste sociali, economiche e politiche delle donne, riconosciuto dall'Assemblea generale della Nazioni Unite nel 1977, che l'ha portata ad essere celebrata in tuttto il mondo. E' un giorno che mi ripporta indietro nel tempo, anni '70, nella Casa del Popolo "S. Quirico", in via Pisana a Firenze, dove le donne dell'Udi (Unione donne Italiane), spiegavano una bandiera da loro tesuìsuta e ricordavano, mai d'accordo fra loro, con chi riteneva questa giornata come in memoria dell'8 Marzo del 1917 quando migliaia di donne a San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra mondiale in atto. Una giornata repressa dai militari che portò a generare manifestazioni ovunque in Russia fino al crollo dello zarismo. Ed è in Russia che le donne comuniste il 14 Giugno 1921 proclamano l'8 Marzo come "Giornata Intrnazionale dell'Operaia" e questo fino all'arrivo del consumismo dettato dal neolib

Olivo Fumo di Guardialfiera è la nuova varietà di olivo del Molise

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su Teatro Naturale - Tracce - Italia - Anteprima numero 22 in distribuzione sabato 09/03/2024 La dichiarazione che l’olivo, varietà Fumo, è autoctono del Molise, merita il riconoscimento ufficiale per essere parte di quel patrimonio italiano di biodiversità olivicola, oltre 600 varietà Olivo Fumo di Guardialfiera – dalla memoria alla pianta è il titolo di una pubblicazione di poche pagine che racconta la ricerca dedicata dall’autore, Giuseppe Acierno - medico-neurologo ospedaliero a Roma prima di tornare alle radici e vivere la pensione - a una varietà di olivo che, dopo il riconoscimento della “Gentile di Mafalda”, porta a venti il numero delle piante autoctone di olivo presenti nel Molise. Una oliva, nera come il fumo (a felineje) di un camino, che, dentro la memoria dell’autore, torna con tanti altri ricordi, e, da curiosità diventa ricerca, tanto più importante perché va ad arricchire la propria identità. Una ricerca non facile con l’oliva nera, la Fumo, da tutti dimentica

Il Museo Etnografico di Bonefro " Michele Colabella "

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di Nicola Picchione Il museo è un luogo di cultura dedicato inizialmente alle Muse che sovrintendevano appunto alle arti e alle scienze, figlie di Giove e di Mnemosine- la memoria- che era figlia del Cielo (Urano) e della Terra(Gea). Un museo etnografico è definito da De Mauro un luogo di esposizione di manufatti risalenti a civiltà primitive o antiche o di oggetti relativi alle arti e alle tradizioni popolari. Vorrei aggiungere che è soprattutto un legame fondamentale col passato. Racconta Marco Follini che a chi gli chiedeva il futuro della musica sovietica Scostakovich (il grande musicista; tutti avrete sentito come sottofondo centinaia di volte in TV il suo Valzer 2) rispondeva che è nel passato. Conclude Follini: è nel passato che si tende a cercare la chiave del nostro futuro. Visitando il museo di Bonefro si ha l’impressione che quegli oggetti risalgano a una remota antichità invece erano gli strumenti dei nostri padri e nonni e i più anziani di noi li ricordano bene in mano a

Basta giocare a nascondino

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di Vincenzo Di Sabato 4 mar 2024, 12:00 (23 ore fa)----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Sul Viadotto “Molise-1” c’è troppo panico. La scienza non fa sconti, Il problema, già risolto vent’anni fa col progetto “salvaguai”, e poi accantonato, vada recuperato e realizzato con la stessa procedura d’urgenza con cui ideato “Bisogna battere il ferro finché è caldo”. Era l’avvertimento dei nonni nostri i quali sapevano cogliere dal vento favorevole, la propizia visione del tempo, per catturare, in quel momento, i piaceri e scacciare dispiaceri. Ma anche per sottrarsi da incubi, come quello che ora sta soffocando masse di cittadini molisani e moltitudini di esseri umani i quali, attraversando la Bifernina al Viadotto Molise 1, ipotizzano l’immane ed inesorabile ecatombe, decretata dalla infallibilità della scienza. Torno perciò a battere il ferro or che è ancora incandescente. Torno, impensierito, a f

Il No di 14 anni fa di Larino viva alle pale eoliche

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Quando la produzione di energia cosiddetta pulita diventa furto di territorio e cioè di ambiente, paesaggio, storia, cultura e di agricoltura che vuol dire cibo, oltretutto di qualità e all'insegna della biodiversità. Quando serve per mantenere alti i consumi e, con essi, gli sprechi che servono solo a dare forza e continuità alle azioni di depredazione e distruzione di un sistema, il neoliberismo, che sono le ragioni di uno sconvolgimento della natura e del clima, delle disuguaglianze, dei disagi e delle paure che viviamo. Quando la produzione di energia cosiddetta pulita serve ad arricchire le regioni dello sviluppo e del benessere che si guardano bene dal dare una risposta, visto che pesa tutta e sola sulle regioni del centro sud r le isole nord. Quando diventa attenzione interesse della criminalità organizzata. Sono passati 14 anni dall'iniziativa portata avanti da Larino viva. Lettera aperta di LarinoL Viva al Presidente del Consiglio Comunale di Larino--- al Sindaco

Un anno sabbatico

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A proposito della protesta degli agricoltori che sta infuocando questi primi mesi del 2024 e vede, non a caso, protagonisti i trattori alimentati da petrolieri e multinazionali, mi è tornata in mente una proposta che, nella primavera del 2012 nel pieno della contestazione dei “forconi”, avevo inviato al Presidente della Cia nazionale, il compianto Giuseppe Politi, poi trasformata in un mio articolo/appello al mondo agricolo, pubblicato su Teatro Naturale, di non cadere in facili strumentalizzazioni, che non portavano da nessuna parte, solo a essere ancor più isolati dal resto del mondo. Volendo e, a mio parere, dovendo pensare a una lotta capace di produrre effetti positivi, indicavo quella di provare per un anno a mettere in campo lo sciopero degli acquisti dei mezzi tecnici, in particolare concimi, antiparassitari e pesticidi, e quello dell’uso il meno possibile delle macchine, soprattutto quando sproporzionate . Dichiarare (allora) l’annata 2012/13, anno sabbatico, cioè un anno i