L'8 Marzo, la giornata della donna

Un giorno di riflessione sulle conquiste sociali, economiche e politiche delle donne, riconosciuto dall'Assemblea generale della Nazioni Unite nel 1977, che l'ha portata ad essere celebrata in tuttto il mondo. E' un giorno che mi ripporta indietro nel tempo, anni '70, nella Casa del Popolo "S. Quirico", in via Pisana a Firenze, dove le donne dell'Udi (Unione donne Italiane), spiegavano una bandiera da loro tesuìsuta e ricordavano, mai d'accordo fra loro, con chi riteneva questa giornata come in memoria dell'8 Marzo del 1917 quando migliaia di donne a San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra mondiale in atto. Una giornata repressa dai militari che portò a generare manifestazioni ovunque in Russia fino al crollo dello zarismo. Ed è in Russia che le donne comuniste il 14 Giugno 1921 proclamano l'8 Marzo come "Giornata Intrnazionale dell'Operaia" e questo fino all'arrivo del consumismo dettato dal neoliberismo, che l'ha trasformato in una festa all'insegna della volgarità. Con chi, invece, il pensiero andava alle 134 operaie di una fabbrica di camicie di New York, che persero la vita sul posto di lavoro per un incendio della fabbrica che il titolare aveva chiuso perchè non partecipassero a uno sciopero in atto l'8 Marzo. Era l'8 Marzo del 1908. in Italia il ricordo di una triste giornata fu celbrato il 12 Marzo del 1922 su iniziativa del Partito comunista italiano nato l'anno prima a Liorno. Non una festa, ma un ricordo e una riflessionene nel rispetto delle donne vittime, che, l'epoca del consumismo ha trasformato in una festa all'insegna, ripeto, del consumismo e della volgarità del sistema che lo esprime.
Vale oggi un mazzzetto di mimosa (una fioritura anticipata per il clima martoriato e l'estate anticipata) per ricordare le donne che hanno perso la vita per aver lottato e per le donne che lottano per una società fondata sui valori, i soli fondamentali per un nuovo domani.

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