Patriarca

È li che mi aspetta/ con il suo sguardo strano di anziano/ che sa raccontare il tempo/ più degli altri, non lontani.// Patriarchi che a Portocannone,/ nel mio Molise, applaudono/ i buoi vittoriosi ancora ansimanti.// È la brezza, che ogni mattina spira/ dalle Diomedee già assolatee,/ la sua compagna e i rimanenti venti,/da ovunque arrivano, i suoi amici.// Sono vita – mi racconta – il nostro domani come pure/ delle olive e dell’olio che doniamo/ a voi umani ultimamente ingrati.//Ci avete tolto/ le certezze che il passato ci donava,/ mettendo mano al più prezioso bene,/ il tempo, che l’ingordigia dell’uomo/ ruba alle nuove generazioni.// Noi che del tempo siamo i testimoni,/ nati per essere rami,/ chiome verdeggianti/ ombre di erbe dai minuti fiori/ non numeri di un filare assetato/ che non ha domani. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Pasquale Di Lena

Commenti

  1. Il commento è del prof. Giovanni Modugno che ringrazio. " Buon giorno.. qui piove. Il patriarca è quell' anziano che in un tempo in cui il corso storico è accelerato anche se in modo confuso è emarginato.. nelle società tradizionali che si evolvono lentamente il patriarca racchiude in sé stesso il patrimonio culturale della comunità egli sa per esperienza quello che gli altri non sanno ancora e hanno bisogno di apprendere da lui sia nella sfera etica sia in quella delle tecniche della sopravvivenza.. tende a restare fedele a quei principi e valori appresi e interiorizzati fra la giovinezza e la maturità. "Col suo sguardo strano di anziano sa raccontare il tempo più degli altri" lui non schiavo dell' avidità dell' ambizione del mito del successo vive realmente capisce il vero significato della esistenza umana.oggi si cancellano i giorni l uno dopo l altro senza sapere perché si è vissuto. Era grande rispettato perché evitava ciò che era mediocre meschino. La gioia era il frutto del lavoro ma anche un mezzo per il lavoro. Esiste una gioia che precede lo sforzo che sapeva ridestare quando cessava. Vedo il contadino di oggi l operaio che non canta o fischietta più mentre lavora. Vuole possedere ma non sa più godere. Abbiamo il dovere di divenire senza perdere di vista quello che eravamo.l opera sia di pensiero che di azione nascerà da questo equilibrio. I semi piantati prenderanno il volo. I patriarchi erano grandi perché evitavano ciò che era meschino mediocre. Si esprimevano senza abbassare nessuno senza sopraelevarsi con un tono di semplicità. " Ci avete tolto le certezze che il passato ci donava mettendo mano al più prezioso bene , il tempo rubato alle nuove generazioni" che fanno uno spreco di quel tempo che la vita mette loro a disposizione. I giovani bruciano la loro esistenza tormentato dalla noia del presente e impossibilitati a costruirsi un futuro.non vivono il presente non posseggono un passato né riesco o a investire la propria esistenza nel futuro.. la loro tristezza dipende dal fatto che non comprendono il valore del tempo. La vita è divisa in tre periodi ciò che è stato ciò che è e ciò che sarà. Tutto questo è negato alle nuove generazioni". Un aro abbraccio

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