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Trump impone, l’Europa esegue

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 di Umberto Berardo Già il fatto che l’Unione Europea accetti d’incontrare Donald Trump in una sua residenza privata in Scozia piuttosto che in una sede istituzionale ci parla con chiarezza dei rapporti di forza esistenti sui dazi tra gli Stati Uniti d’America e l’Unione Europea. Perfino nelle riprese televisive abbiamo visto la presidente della Commissione Europea lodare la capacità negoziale di Trump che non stava facendo altro che imporre le sue condizioni. In quell’incontro non abbiamo visto una trattativa, ma semplicemente una resa. Intanto gli accordi che sarebbero emersi sono al momento di carattere verbale non esistendo finora nulla di formalizzato e dunque essi non sono affatto vincolanti per i Paesi del Vecchio Continente che cercheranno in ogni modo di tutelare i propri prodotti commerciali. Dalle voci che continuano a circolare sui media le intese raggiunte fra Donald Trump e Ursula von der Leyen vedrebbero dazi del 15% per la maggior parte dei prodotti europei esporta...

Per chi nega il tipo di sviluppo del neoliberismo predatorio e distruttivo

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 su Ambiente e non solo... «Il superamento della soglia di 1,5°C è ormai inevitabile»: i ricercatori di tutto il mondo lanciano l’allarme Luglio 17, 2025 TALLURI MARCO Un riscaldamento globale di almeno +1,5°C è ormai inevitabile, concludono gli scienziati in un recente  rapporto pubblicato , che mira a fare il punto sulla salute del pianeta. Tutte le spie sono rosse per quanto riguarda il clima. Questa è la dura conclusione del rapporto pubblicato sulla rivista Earth system science da un consorzio di ricercatori. Per il terzo anno consecutivo, gli scienziati di tutto il mondo si sono riuniti per aggiornare dieci “indicatori chiave” del clima nel 2024, tra cui le emissioni di gas serra, l’influenza umana nel riscaldamento osservato, l’innalzamento del livello del mare o ancora il budget di carbonio rimanente per contenere l’aumento delle temperature. « Questo monitoraggio dello stato del clima e dell’influenza umana è importante, perché è una bussola e un sistema di navigazion...

Dove andiamo?

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 di Nicola Picchione Ho timore che presi dai problemi contingenti trascuriamo quelli fondamentali che decidono il futuro. Sento esaltare lo sviluppo tecnologico, qualcuno dice che Musk è un genio con le sue migliaia di satelliti che girano intorno al mondo. Lo considero un pericolo: un privato che si appropria dello spazio, come una volta il cow boy che si appropriava della terra, senza regole. Lo spazio è della Terra e uomini politici avveduti dovrebbero concordare regole valide per tutti, privati e Stati. Se saltano fuori altri dieci Musck il cielo sarà un campo privato affollato senza regole che condiziona la società. Lo sviluppo tecnologico ha molti vantaggi dei quali tutti più o meno usufruiamo però con risvolti negativi pericolosi. La maggior parte di noi usa passivamente i mezzi digitali senza capirli e dominarli spesso rimanendone schiavi. Alcuni esperti inascoltati cercano di farcene capire i pericoli e i danni già attuati da Internet e dai social. Si parla di diminuzione ...

IPERLIBERISMO = MORTI, DISTRUZIONI, AFFARI

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LA GUERRA E' UNA FOLLIA  E CHI LA DICHIARA, LA SOSTIENE E LA ALIMENTA CON LE ARMI, I RICATTI, LA FAME, LA SETE, LA DISTRUZIONE DEL TERRITORIO, E' UN FOLLE CRIMINALE. MISERIA UMANA I COMPLICI E I SOSTENITORI.   Il   Palestinian Centre for Human Rights . ( PCHR) ribadisce il suo monito sulle sistematiche politiche israeliane volte a impedire le nascite nella Striscia di Gaza, che costituiscono Atti di Genocidio volti a cancellare l’esistenza del popolo palestinese. Il PCHR afferma che le autorità di occupazione israeliane hanno adottato la Politica della Fame come strumento per raggiungere la distruzione totale o parziale del popolo palestinese attraverso l’inflizione di gravi danni fisici o mentali ai palestinesi e l’inflizione deliberata di condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica, totale o parziale, che costituiscono un crimine di Genocidio ai sensi del Diritto Internazionale. Il PCHR invita la comunità internazionale ad agire immediatamente per f...

Le radici

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  La globalizzazione tende a cancellare il senso di appartenenza ad una piccola comunità. L’esasperazione odierna del senso di libertà tende a sciogliere i legami di appartenenza molto localizzata e al rispetto delle norme da essa imposte ma allo stesso tempo ci ruba una parte di identità.  Tutto ciò che prima ci radicava- in un territorio, in una tradizione, in una fede, in un dialetto- oggi tende ad essere annullato. Sembra una conquista ma comporta anche perdite: è ridotta la solidarietà di gruppo, è ridotto il rispetto degli altri, è esaltato l'individualismo, si riduce o si perde il senso di appartenenza a un gruppo socialmente coeso sostituito dal raggruppamento per bande tenuto insieme da interessi comuni di ordine pratico con un legame volubile e sostanzialmente antisociale.  Si perde, in sostanza, quel senso che i greci chiamavano ethos il quale comprende il luogo nel quale si nasce e si cresce, la lingua appresa (che chiamiamo dialetto), le regole sociali (ethos...

MOLISE (poesia)

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  foto di Pasquale Di Lena MOLISE A tèrra mije saprite com’é na fèlle de pane, òje, e pemmedóre che na sfrennechiate de pelieje pe recreià u cόre. Ze lasse mascecà chiane chiane che nu surse de vine ècchempagnate na massàte de fesille o de cavatiélle fatte e mane. Na cecèrchie, na fave, na lentichìcchie duie pesillle, quatte fasciuole òje, aje sfritte, pemmedóre e une o duje fòje de vasanecόle A terra mije è nu cice scecate, nu vruόcchele, na rape na cascigne n’aje, na cepolle ghinche, nu callare che v ó lle.chi céppe che pijene N’uόrte che ze svéie a matine chi ‘hiure (g)hianche du pepedìneie e quille gialle da checόcce che z’èmmόscene cu prime sòle calle A tèrra mje è grane e bbiade nu vetiélle (g)hianghe, na pècuere, na cràpe, che caminene dent’è na vije senza mure lònghe e larghe cient’é unice passee quille che da sèmbe ze chiame tratture. Na vije dό fine e cacche tiémbe fa camenavene ‘nziéme anemale e’ cres’tiane partènne da u chiane pe cercà a ièrv’...

Da sogno europeo al business del riarmo

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  di Umberto Berardo Il XX secolo con i tentativi di rivoluzione socialista e la sconfitta del nazismo aveva dato al mondo la speranza che finalmente l’Occidente riuscisse a rinunciare all’individualismo esasperato, al nazionalismo, alle strutture economiche di un sistema capitalistico funzionale al consumismo e all’arricchimento senza limiti, al colonialismo imperialista e alla xenofobia. Ci siamo illusi che i principi di condivisione, convivenza, uguaglianza, libertà di pensiero ma anche affrancamento dal bisogno potessero farci vivere in un’epoca pacifica ed egalitaria. La ricchezza viene oggi sempre più esibita platealmente mentre della povertà sono in pochi ad occuparsi. Gli eventi attuali dimostrano che la nuova cultura politica che si è fatta strada con l’idea dell’Unione Europea come volontà dei popoli di rinunciare allo statalismo e di fondare un’aggregazione sovranazionale capace di mettere al centro l’idea del bene comune al posto dell’egoismo individuale e nazionale pu...