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Un riscaldamento globale di almeno +1,5°C è ormai inevitabile, concludono gli scienziati in un recente rapporto pubblicato, che mira a fare il punto sulla salute del pianeta.
Tutte le spie sono rosse per quanto riguarda il clima. Questa è la dura conclusione del rapporto pubblicato sulla rivista Earth system science da un consorzio di ricercatori. Per il terzo anno consecutivo, gli scienziati di tutto il mondo si sono riuniti per aggiornare dieci “indicatori chiave” del clima nel 2024, tra cui le emissioni di gas serra, l’influenza umana nel riscaldamento osservato, l’innalzamento del livello del mare o ancora il budget di carbonio rimanente per contenere l’aumento delle temperature.
«Questo monitoraggio dello stato del clima e dell’influenza umana è importante, perché è una bussola e un sistema di navigazione per capire a che punto siamo», spiega Valérie Masson-Delmotte, paleoclimatologa, direttrice di ricerca presso il Commissariato per l’energia atomica (CEA) e coautrice del rapporto. “Questo monitoraggio regolare delle osservazioni del cambiamento climatico consente di colmare una lacuna relativa legata al ritardo di pubblicazione dei rapporti del IPCC”, afferma Aurélien Ribes, ricercatore presso il Centro nazionale di ricerche meteorologiche, anche coautore dello studio. L’ultimo ciclo del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) è stato pubblicato tra il 2021 e il 2023 e le conclusioni del prossimo non sono attese prima del 2028-2029.
In totale, 61 autori di 54 istituti e organizzazioni, provenienti da 17 paesi, hanno partecipato a questo studio – molti dei quali hanno contribuito all’ultimo rapporto del IPCC.
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Luglio 2025: caldo globale, mari bollenti e ghiacci ridotti
Agosto 21, 2025TALLURI MARCO
Il Copernicus Climate Change Service (C3S), programma europeo gestito dall’ECMWF, ha pubblicato i dati climatici di luglio 2025. Il quadro conferma il riscaldamento globale, con anomalie diffuse su temperature, oceani e ghiacci.
Temperature globali
Luglio 2025 è stato il terzo luglio più caldo mai registrato, con una temperatura media dell’aria di 16,68°C, pari a +0,45°C rispetto alla media 1991-2020. È stato leggermente più fresco rispetto ai record del 2023 e del 2024, ma comunque +1,25°C sopra i livelli pre-industriali.
Nel periodo agosto 2024 – luglio 2025 la temperatura globale è stata +1,53°C oltre la media pre-industriale, segnalando che la soglia critica di 1,5°C continua a essere superata quasi ogni mese.
Greenpeace: Report sulle Notizie Climatiche in Italia 2024

Agosto 20, 2025TALLURI MARCO
Dal 2022 Greenpeace monitora – attraverso l’Osservatorio di Pavia – l’informazione climatica in Italia, per sapere quanto e come viene raccontata la più grave emergenza ambientale del nostro tempo dai principali media italiani.
Anche quest’anno l’Osservatorio di Pavia ha esaminato tutte le notizie sul clima diffuse nel 2024 dai cinque quotidiani nazionali più diffusi (Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Avvenire, La Stampa) e dai telegiornali serali delle reti RAI, Mediaset e La7, prendendo in considerazione anche il numero di spazi destinati dai giornali alle pubblicità di aziende inquinanti e le dichiarazioni dei principali esponenti politici che hanno trovato spazio nel discorso mediatico. Ecco cosa è emerso.
Dal monitoraggio emerge che nel 2024 le notizie dedicate al clima hanno registrato un calo del 47% sui quotidiani (con una media di appena un articolo ogni due giorni) e del 45% sui telegiornali (in media un solo servizio ogni dieci giorni) rispetto al 2023.
Di contro, si è assistito a un aumento delle pubblicità delle aziende inquinanti sui quotidiani (1.284, contro le 1.229 del 2023).
Tra le pubblicità dei settori inquinanti ospitate dai quotidiani è prevalso il settore del gas e del petrolio, ma con un balzo significativo del comparto automobilistico.
Nel racconto mediatico sono inoltre prevalse le preoccupazioni per l’impatto economico delle politiche climatiche rispetto alle conseguenze ambientali del riscaldamento globale. Le principali fonti delle notizie sulla crisi climatica e sulla transizione ecologica sono state aziende e rappresentanti del mondo economico (40%) sui quotidiani, politici e rappresentanti delle istituzioni nei TG (43%).
Le responsabilità del riscaldamento globale sono generalmente trascurate dall’informazione italiana: basti pensare che, considerando tutte le edizioni serali dei TG, le compagnie dei combustibili fossili sono state indicate come responsabili della crisi climatica una sola volta in un anno. Quando si è parlato di politiche di transizione, è emersa inoltre una tendenza diffusa: ben il 64% delle dichiarazioni dei leader politici non ha mai nominato direttamente la crisi climatica.
Ancora, il 17% degli articoli dei quotidiani e il 19% delle notizie dei TG conteneva narrative di resistenza alla transizione ecologica ed energetica e/o a specifiche azioni per il clima, in crescita rispetto al 2023.
Le resistenze più frequenti sia negli articoli dei Quotidiani sia nelle notizie dei TG riguardano i Costi eccessivi della transizione, a seguire, il rischio di Danni economici per le aziende e la narrativa dell’Ideologia della transizione, secondo la quale azioni e processi con obiettivi di neutralità carbonica fissati a vari livelli istituzionali, in particolare nell’ambito del Green deal europeo, sono irrealistici, irraggiungibili, ‘una follia’.
In continuità con gli anni precedenti, anche nel 2024 il report prevede un focus quanti-qualitativo sulle dichiarazioni su clima e/o transizione di una selezione di politici italiani. L’approfondimento si focalizza sul livello di attenzione prestata ai temi in questione e sull’approccio che emerge dalle dichiarazioni. Il campione include i leader nazionali delle principali forze politiche e i titolari di dicasteri interessanti dalla questione climatica e dalle politiche di transizione. In tutto si tratta di 16 politici, 7 esponenti dell’opposizione e 9 della maggioranza, 8 dei quali con ruoli di governo. Dei soggetti politici campione sono state selezionate le dichiarazioni in voce trasmesse dai 7 principali TG prime time nazionali e quelle riportate, fra virgolette, dagli articoli dei 5 quotidiani nazionali a maggiore diffusione nel 2024
Greenpeace osserva come dal complesso delle informazioni contenute nel rapporto emerge che il nesso fondamentale fra transizione energetica e lotta alla crisi climatica risulta estremamente indebolito, con il rischio che vengano oscurate la necessità e l’urgenza delle politiche per il clima, in un contesto in cui queste ultime sono costantemente messe in discussione. Per questo sottolinea come ci sia bisogno di un’informazione libera e completa sul clima per comprendere le cause e promuovere le soluzioni della crisi climatica che stiamo vivendo.
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