Dove andiamo?
di Nicola Picchione
Ho timore che presi dai problemi contingenti trascuriamo quelli fondamentali che decidono il futuro.
Sento esaltare lo sviluppo tecnologico, qualcuno dice che Musk è un genio con le sue migliaia di
satelliti che girano intorno al mondo. Lo considero un pericolo: un privato che si appropria dello spazio,
come una volta il cow boy che si appropriava della terra, senza regole. Lo spazio è della Terra e uomini
politici avveduti dovrebbero concordare regole valide per tutti, privati e Stati. Se saltano fuori altri dieci
Musck il cielo sarà un campo privato affollato senza regole che condiziona la società.
Lo sviluppo tecnologico ha molti vantaggi dei quali tutti più o meno usufruiamo però con risvolti
negativi pericolosi. La maggior parte di noi usa passivamente i mezzi digitali senza capirli e dominarli
spesso rimanendone schiavi. Alcuni esperti inascoltati cercano di farcene capire i pericoli e i danni già
attuati da Internet e dai social. Si parla di diminuzione della capacità di concentrazione e di memoria;
della capacità di leggere un testo scritto; riduzione del quoziente di intelligenza. Aumento dell’ansia e
della depressione. Il cellulare in mano ai bambini è considerato non un dono ma un furto; limita l’uso dei
sensi, hanno davanti non oggetti veri ma uno schermo. Sembra che questo rallenti o riduca lo sviluppo del
cervello. E’ limitato anche il linguaggio: una volta c’erano i racconti con partecipazione attiva (domande,
risposte) ora ci sono i cartoni animati. Si riduce la capacità di pensare di ragionare e anche di fantasticare.
Si prevede che con lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale tutto questo peggiorerà. E’ l’homo videns
descritto da Giovanni Testori.
In pratica, l’automazione ha indebolito il nostro corpo, gli algoritmi indeboliscono le nostre capacità
mentali e chiude l’orizzonte della nostra psicologia. I giochi elettronici al contrario di quelli tradizionali di
gruppo tendono a isolare.
C’è un altro pericolo della tecnologia esasperata: tende a distruggere quella che con un termine
generico possiamo chiamare spiritualità oltre a ridurre il rapporto con la natura dandoci una falsa
impressione di potenza mentre ci indebolisce ci isola deprimendo la naturale socialità umana e il rapporto
con la natura. Si può pensare che dipende da noi, da come ci rapportiamo con la tecnologia digitale. I fatti
dimostrano che la maggior parte di noi ne diventa succube e che riescono a dominarla i veri padroni,
quelli che la realizzano e la diffondono.
Sembrava fantasia il nuovo mondo immaginato da Aldous Huxley nel 1932: un mondo senza
violenza senza tortura dove tutti sono felici perché programmati e organizzati già prima di nascere ed
educati secondo regole rigide a non pensare a non sentire il bisogno di criticare a desiderare e consumare
prodotti inutili. Un mondo dove pensare è inutile perché c’è chi pensa per tutti.
Gli automatismi hanno ridotto la nostra capacità fisica, l’intelligenza artificiale potrà ridurre quella
intellettiva. Una sostituzione non violenta ma dolce. Le sirene avevano un canto molto dolce, attiravano e
poi divoravano.

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