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UNA LARINO DA RECUPERARE

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Agli inizi degli anni ’70 ho scritto una poesia “Ije velésse devendà sineche” e. non lo nascondo, ci tenevo tanto “pe fa nu menemènde è u puoche”. Ci ho provato nel 2008 ma non ce l’ho fatto e, per consolarmi, non ho addebitato la sconfitta a un tradimento di due personaggi che hanno diviso il fronte della sinistra con la presentazione di un’altra lista, ma a quella mia idea, riportata nella raccolta “U penziere” e all’invidia per il successo che ha ricevuto con le duemila copie diffuse. Un’idea, quella del monumento al maiale, che avrei, con gli amici e i compagni di “Larino viva”, ripreso e sicuramente realizzato in piazza Garibaldi, nota un tempo per una cantina, il “Grappolo”. Visto che era piaciuta ai larinesi, e, anche a una buona parte di chi ha votato Giardino buonanima, sindaco non interessato alla realizzazione dell’opera. Quella del monumento al maiale non era, certo, la sola idea da realizzare nel centro storico della capitale dei frentani, ricco di storia e di cult...

Perché una campagna nonviolenta sui debiti di guerra?

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Pax Crhisti di Antonio de Lellis 19 Febbraio 2025 Tag:, Una pratica nonviolenza applicata ai temi finanziari e dei debiti illegittimi potrebbe ispirarsi ai tre livelli richiamati nel bellissimo volumetto di Pax Christi International “La nonviolenza di Gesù. Operare la pace secondo i vangeli”: coinvolgersi nelle vicende umane e sociali; scuotere le coscienze, denunciare e resistere alle ingiustizie; essere dalla parte degli ultimi. Il libro propone 7 verbi per un percorso nonviolento: Prevenire; Intervenire; Resistere; Riconciliare; Difendere; Costruire e Vivere. Proviamo ad applicarli ad un tema cruciale come quello delle spese militari ed in particolare a quello correlato dei debiti pubblici necessari per finanziare questa scellerata scelta. Partiamo dall’ultimo messaggio di Papa Francesco. Nel Messaggio di papa Francesco sul tema “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”, per la 58ma Giornata Mondiale della Pace, si richiede, tra le altre cose, una nuov...

La debolezza dell’Unione Europea di fronte alle nuove sfide

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di Umberto Berardo Il virare ormai continuo dell’Occidente verso visioni della società appartenenti a politiche autoritarie di destra è un dato di fatto. Non credo che il fenomeno dipenda solo da inefficienza e involuzione dei sistemi democratici né unicamente dalla crisi del pensiero liberale o comunista. C’è ormai da tempo il ritorno di un vento di destra il quale purtroppo si alimenta alle peggiori tradizioni delle idee reazionarie e del potere assoluto che attraversano sempre più un elettorato manipolato dalla forza dei sistemi digitali e dagli oligarchi finanziari per giunta talora completamente detassati. Le nuove forme di migrazione di popoli e l’incapacità di governarle se non con logiche xenofobe, delle quali non ci siamo mai liberati, spinge molti a orientarsi con il voto verso sistemi segregazionisti o addirittura escludenti del diverso. L’astensionismo come riflusso nel purismo ideologico o nell’indifferenza sta facendo il resto. Il richiamo al sovranismo e all’imperial...

Il Green Deal è quasi morto: cambia la visione dell'Europa per l'agricoltura

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TEATRO NATURALE - Editoriali del 24 febbraio 2025 | 17:00 | Pasquale Di Lena L'Europa torna a privilegiare la manifattura all'agricoltura che godrà di qualche contentino, come minore burocrazia, maggiore flessibilità e semplificazione. Tutto per essere più competitivi I trattori che hanno attraversato strade e autostrade ed hanno conosciuto piazze e palazzi delle grandi città, hanno vinto e ammazzato il Green Deal. Non cambia la visione dell'Europa per l'agricoltura di fronte alla questione climatica, se non per aspetti secondari. Non a caso esulta la Confagricoltura con le altre organizzazioni che si accodano con i contentini - che poi sono la cancellazione di politiche che avevano accettato – come una minore burocrazia, maggiore flessibilità e semplificazione. Resta la richiesta dei “trattori” e cioè quella – una volta ridotti se non azzerati gli obiettivi del Green deal – di continuare a prendere come esempio l’agricoltura industrializzata, che vuol dire qua...

Via libera al vino dealcolato e poi attacco al vino tradizionale, tutta una coincidenza?

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Teatro Naturale: agricoltura, alimentazione, ambiente - Editoriali21 febbraio 2025 | 10:00 | Pasquale Di Lena Le strane coincidenze, dopo il via libera al vino dealcolato ecco il nuovo attacco dell'Unione europea al vino tradizionale, per la sua componente alcolica. E se tutto facesse parte di un piano per demolire la Dieta mediterranea? Riporto questo scritto letto su il Corriere Vinicolo, la testata storica (nel 2018 festeggerà un secolo d vita) importante punto di riferimento del mondo del vino Il settimanale dell’Unione Italiana Vini UIV, con il quale ho avuto il piacere di collaborare a cavallo degli anni ’90, grazie all’invito rivoltomi dall’allora direttore Antonio Niederbacher. “Dealcolati: fatta la legge ora bisogna fare il vino INDUBBIAMENTE È IL TEMA DEL MOMENTO CON IL SETTORE CHE SI DIVIDE TRA ATTESE, PROGETTI, INVESTIMENTI E TANTA TECNOLOGIA MADE IN ITALY PRONTA ALL'USO Finalmente anche il nostro Paese ha aperto alla produzione dei vini a ridotto o ...

Gli italiani considerano l'olio d'oliva un bene sociale

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da OLIMERCA - Il 96% è fedele nei propri consumi - 18/02/2025 L'olio extravergine di oliva (EVO) è nel paniere del 96% dei consumatori italiani e anche e soprattutto perché rappresenta un "bene sociale" e un ingrediente essenziale della tavola italiana. E' quanto emerge da un'indagine dell'Osservatorio Nomisma-Sol2Expo pubblicata da ansa.it, da cui emerge anche che il 36% dei consumatori considera l'olio extravergine di oliva uno degli alimenti più salutari, al pari di verdura, frutta e pesce. Prima ancora del prezzo (principale motivo di acquisto per il 18%) e della fedeltà al marchio (15%), l'acquisto di olio EVO è sempre più guidato da numeri di qualità, come DOP e IGP, importanti per 4 consumatori su 10, che prestano attenzione sia alla provenienza Made in Italy (29%) che alla presenza di certificazioni DOP/IGP (15%). Esportazioni Grazie alla domanda stabile e all'aumento dei prezzi all'esportazione, nei primi dieci mesi del 2024 l...

Grazie dei fior. Un lontano ricordo di Sanremo.

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di NICLA PICCHIONE Le faccende personali dovrebbero rimanere personali ma a volte riescono a gettare un raggio di luce sul passato e un raffronto con il presente rende l’idea del tempo passato assumendo un significato non solo personale. Come tali ci si può sentire autorizzati a parlarne ogni tanto. Come faccio ora. Da anni non seguo il festival di Sanremo. Non per snobbismo ma perché non ascolto le canzoni di oggi, non mi dicono nulla. Un altro mondo che mi sembra troppo spesso urlato, agitato, mascherato. Certamente mi sbaglio a causa dell’età (presbiopia sonora?). Le canzoni e il festival sono lo specchio di un’epoca perciò meritano attenzione e rispetto e poi non si può generalizzare: si finisce nelle lamentele solite dei vecchi. Ci sono canzoni belle anche oggi. L’importante è non pretendere che siano vere poesie o saggi di filosofia. Voglio raccontare come ho seguito il primo festival di Sanremo: un piccolo buco sul passato remoto. Ero a pensione a Campobasso per le scuole medi...