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MOLISE

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foto di p. di lena--------------   A tèrra mije saprite come na/ fèlle de pane, òje, e pemmedóre/  che na sfrennechiate de pelieje /pe  recreià a mente e u cόre. //Ze lasse mascecà chiane chiane/ che nu surse de vine /ch’ècchempagne /nu piatte de fesille o/ de cavatiélle fatt’é mmane. //Na cecèrchie, na fave, na lenticchie/ duie pesillle, quatte fasciuóle /òje, aje sfritte, pemmedóre /e une o duje fòje de vasanecόle //A terra mije è nu cice scecate,/  nu vruόcchele, na rape, na cascigne, /n’aje, na cepolle ghianche, nu callare/  che vólle pi céppe che pijene.//  N’uόrte che ze svéie a matine/  chi ‘hiure (g)hianche du pepedìneie/ e quille gialle da checόcce/  che z’èmmόscene cu prime sòle calle. //A tèrra mje è grane e bbiade/ nu vetiélle (g)hianghe, na pècuere, na cràpe,/  che caminene dent’è na vije senza mure /lònghe e larghe cient’é unice passe/  quille che da sèmbe ze chiame tratture. //Na vije dό fine e cacche tiémbe fa/...

Gli anni della Rinascita

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  Enoteca Italiana, gli anni della Rinascita passando per il Canada    Gli anni ’80 del secolo scorso hanno segnato il   vino italiano. Non più bianco e rosso, ma vini di qualità legati all’origine, il territorio, e di esso i testimoni più illustri. Prende corpo il Dpr 930 del 1963 con i primi quattro vini Doc, che il Comitato nazionale dei vin   a denominazione di origine approva come vini Docg, cioè controllati e garantiti da una commissione di assaggio che fa capo a una delle camere di commercio. Nel caso specifico quella di Siena per il Brunello di Montalcino e il Vino Nobile di Montepulciano e quella di Cuneo per il Barolo e il Barbaresco. Nel 1983, per una questione di invecchiamento,   è il Vino Nobile di Montepulciano ad avvalersi della prima fascetta che certifica la garanzia con la quale arriva al consumatore. Nel 1985   gli altri tre grandi vini che, riportando nel disciplinare di produzione l’obbligo dei cinque anni di invecchiamento, asp...

Dopo la politica il furto della cultura

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 di Nicola Picchione Foto di Nicola Picchione Da sempre le culture si rinnovano, sul vecchio si innesta il nuovo. In passato di solito è avvenuto lentamente. L’ultimo cambiamento è avvenuto da noi in modo improvviso, traumatico. Ci è piovuta  addosso nel dopoguerra la cultura americana, forte prepotente. Non imposta ma accettata come sempre ivinti accettano i vincitori. La nostra cultura si era formata in millenni, i tanti invasori avevano portato i loro usi e la loro cultura arricchendo ma non soffocando la nostra che essi avevano finito con accettare e gradire. In breve tempo i nostri ritmi di vita i nostri gusti sono stati seppelliti.  Gli americani ci hanno incantato e abbiamo sentito il bisogno di rinnegare gran parte delle nostre tradizioni purtroppo conservando spesso i nostri aspetti negativi. Non solo modo di vestire di alimentars  e gusto musicale (ci siamo vergognati dei nostri canti popolari tradizionali e abbiamo accolto i canti country dei vaccari amer...

La transizione negata

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  da Ambientenonsolo Ottobre 12, 2025 TALLURI MARCO Di Fabio Cavallari Gli articoli di Fabio Cavallari per Ambientenonsolo Viviamo un tempo in cui la parola  transizione  sembra una fiaba raccontata a bambini che devono addormentarsi in fretta. Ci avevano detto che il futuro sarebbe stato verde, che avremmo ridotto le emissioni, che la cura del pianeta sarebbe diventata la nuova religione civile. Ci avevano promesso che le nostre città sarebbero state percorse da silenzi elettrici, che il sole e il vento avrebbero reso inutile la fame del carbone. E invece no. Un negazionista ha assunto la guida del Paese più potente del mondo e la prima cosa che ha fatto è stata ridare cittadinanza al fossile, al carbone, al petrolio. Lo fa non per ignoranza, ma per potere. Non per mancanza di dati, ma per scelta politica. Non è un errore, è un messaggio. È dire: non importa il vostro allarme, non importa la scienza, non importa la foresta che brucia. Conta solo il profitto, conta solo l...

NIENTE, NEANCHE UN CARTELLO “VISTA MARE”

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  Evviva non più bombe Bisogna dare   il Nobel per la Pace 2025 ai milioni di italiani che sono scesi nelle piazze di centinaia di città a cavallo   di Settembre – Ottobre ed ai componenti de la flotilla, a quanti con le barche hanno affrontato il mare per portare cibi di prima necessità a chi è vittima di un genocidio a Gaza. Poi, i droni minacciosi lanciati da Israele prima di essere bloccati e arrestati in acque internazionali e portati nelle carceri israeliani che si sono dimenticati, per due giorni, di dare da bere agli assetati e da mangiare agli affamati. Altro che il premio Nobel a Trump amico   degli azionisti delle potenti industrie americane che producono armi. Trump non sa cos’è la pace, ma solo come mettere in atto un’azione   per accontentare chi ha bisogno di una tregua per riempire i magazzini, silos, che si stanno svuotando. In due anni a furia   di sparare e uccidere bambini, mamme e civili palestinesi e a furia di trasformare in macerie...

Una tregua per sperare nella pace

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  di Umberto Berardo Il tema del conflitto arabo-israeliano richiede delle analisi di tipo storico ma anche attente e oneste osservazioni relative al contesto geopolitico odierno. Il territorio interessato, comprendente la regione litoranea tra la Siria, la Fenicia e l'Egitto, è inizialmente denominato Philistia e abitato da molti popoli in gran parte provenienti dalla Mesopotamia tra cui Filistei, Cananei, Maccabei colonizzati poi dagli Israeliti fuggiti a loro volta successivamente in Egitto durante l’occupazione di quell’area da parte di Assiri e Hyksos. Nella Bibbia ebraica la sua denominazione è "Terra di Canaan" ma pure "Terra di Israele"; poi solo con le storie di Erodoto prende il nome di Palestina nel V secolo a. C. La sua sacralità per tre grandi religioni riguarda ovviamente più una narrazione mitologica che storica. Sulla regione si avvicendano il dominio assiro, neo-babilonese, persiano, ellenistico e nel 134 d.C. quello roma...
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  Strettamente Tecnico L'arca olearia La biodiversità al centro delle linee programmatiche delle Città dell’Olio La biodiversità olivicola ha un valore strategico per il rilancio della nostra olivicoltura con la conferma dell’immagine di qualità del nostro olio, o, meglio, dei nostri extravergini monovarietali, che meglio di altri sanno raccontare i territori da essi vissuti e partecipati 09 ottobre 2025 | 11:00 |  Pasquale Di Lena Le notizie che ci arrivano dalle due città di identità, quella del vino e quella dell’olio che, grazie all’Enoteca Italiana, abbiamo avuto la fortuna di promuovere - a Siena (1987) e a Larino nel Molise (1994) - ci rendono felice per le tante iniziative e grati a chi le pensa, le promuove e le realizza, quasi sempre con un significativo successo. Iniziative di promozione e valorizzazione del vino, dell’olio, che sono tanta parte dell’agroalimentare italiano. Ma, anche di difesa e contrattacco.  ora, dopo la notizia, che arriva dall’America, di ...