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17.12.1994 A LARINO NASCE L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE CITTA' DELL'OLIO

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Come oggi, nella sala conferenza del Palazzo Ducale, il saluto del Sindaco Alberto Malorni ai 17 sindaci ed amministratori di Province e Camere di Commercio, che hanno deciso di diventare soci fondatori; ad un numeroso pubblico presente e, poi, l'inizio della cerimonia di presentazione dei dieci fondamenti della Associazione, con pochi ma significativi interventi, tra i quali quello di Angela Di Niro, a raccontare la lunga storia degli oli molisani, in particolare quello di Venafro e quello "Gentile di Larino" e quello del sindaco di Imperia, l'attuale Ministro delle Attività produttive, Scajola, a parlare della oliva "Taggiasca" e della sua olivicoltura ligure. L'intervento del sindaco di Trevi, Carlo Antonini, subito dopo la sua nomina a presidente dell'Associazione, a rimarcare i principi, gli scopi e le finalità, in particolare l'obiettivo della salvaguardia e la tutela dei territori dell'olivo e dell'olio, e quindi, della storia, del

IL GUSTO DELLE IDEE

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di pasquale di lena Presentazione E’ la storia di questa città antica e di questa terra speciale, l’ingrediente principale che ha dato, a me molisano, larinese da generazioni, la possibilità di sentire ed apprezzare il gusto delle idee. Un gusto speciale, ricco di altri ingredienti particolari, quali: l’olio “gentile” degli olivi che contornano, come scalinate di un antico anfiteatro, il centro storico della mitica capitale dei frentani; il grano duro delle minute “piane”, con le sue farine per la pasta - qui a Larino la grande protagonista alla fine dell’’800 e fino alla metà del ‘900 - per il pane; il vino, forte di colore e di sapore, delle vigne che hanno di fronte le isole Tremiti; i paesaggi che scivolano lentamente verso il fiume o verso il cigno, per poi raggiungere il mare che non è lontano. Un insieme di ingredienti che, come quelli della pampanella, ventricina, stracciata, tartufo, brodetto, bene esprimono la complessità dei sapori, l’eleganza e la piacevolezza che esaltano

IL GUSTO DELLE IDEE 2 e 3

Idea 2: UN’OLIVOTECA PER L’ITALIA L’intento del progetto è quello di costituire un’Associazione per la ricerca e la gestione di un’azienda (teca) dove raccogliere ed impiantare le 400 varietà autoctone, che, oggi, rappresentano l’oliveto d’Italia. Si chiamerà “Olivoteca”, l’oliveto costituito dalle 400 varietà autoctone diffuse su tutto il territorio nazionale, un patrimonio immenso di biodiversità, che nessun altro paese al mondo può vantare, e, come tale, sarà un oliveto unico. Un vero e proprio scrigno, che, nel momento in cui raccoglie, custodisce, organizza e presenta l’olivo, con tutte le sue diversità di aspetto, di linguaggio e di caratteri, non dimentica il frutto delle sue olive, l’olio, che nessun altro oliveto, appunto, può mai essere in grado di imitare. Il nome, suggerito dal presidente della Cia, Politi, esprime magnificamente l’idea progettuale, presentata insieme a quella dell’Università dell’Olivo e dell’Olio del Mediterraneo, poco dopo la costituzione dell’Associazio

OLIO, TESTIMONE E VALORE DI UN TERRITORIO

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Tornata Accademia dell’Olivo e dell’Olio Campobasso 25 settembre 2009 – Università del Molise- Facolta di Agraria Relazione di Pasquale Di Lena Voglio iniziare questo intervento con due note di meraviglia riferite a due pubblicazioni: quella finita di stampare a maggio e presentata in Puglia con una forte eco della stampa, “L’ulivo e l’olio”, edito dalla Bayer, della collana “Coltura e Cultura”, ideata e curata da Renzo Angelini, un’opera omnia, interessante, che, come diceva un mio grande maestro affoga in un bicchiere d’acqua. Nelle 175 pagine dedicate al paesaggio, il Molise è abbinato, con una minuta scheda dell’olivicoltura regionale, all’Abruzzo. come se fossimo ancora prima del 1963. Poi scompare completamente. L’altra fa riferimento alla Enciclopedia mondiale dell’Olivo e dell’Olio, del Coi, con presentazione dell’allora segretario Luchetti, con un volume pubblicato anni fa, che ho avuto di nuovo tra le mani giorni addietro. Si parla della Spagna e l’autore per poterla definire

GIANLUIGI GIANQUITTO

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L'abbiamo salutato così, tenendolo in braccio, questo nuovo amico, figlio di Marisa e di Pasquale, fratelo della bellissima Chiara. Un abbraccio al futuro che non è mai lontano, più vicino di quanto si possa pensare. Spesso, come nel caso di Gianluigi, è nelle nostre mani e sta lì che ci guarda, ci osserva come per dirci "vedi io mi fido di te, ma tu cosa stai facendo per me, per il mio domani?" Hanno parlato gli occhi, che, sicuramente, dicono la verità più delle parole. Per un pò, perchè quasi subito si è addormantato. La nostra risposta è stata un solletico sul minuto mento . Benvenuto Gianluigi con l'augurio di un domani di sogni, passioni, voglia di fare e di dare. Pasquale

manuale del sommelier - presentazione

Il vino è sempre stato uno straordinario protagonista della quotidianità di quei popoli che hanno avuto la fortuna di produrlo e consumarlo, ed oggi, più che mai, lo è anche di realtà che non hanno una storia millenaria della vite e del vino da raccontare. Di grande attualità, espressione di una modernità che non ha uguali nel campo delle bevande, siano esse alcoliche o non alcoliche, questo prodotto vive una situazione di mito e rito, soprattutto fra le nuove generazioni, che lo stanno scoprendo da poco tempo, ma nel modo più corretto, cioè con moderazione. Il messaggio della sobrietà "bere poco, per bere bene", che l'Enoteca ha lanciato nel corso del 2003, con il progetto speciale "Vino e Giovani", così prontamente recepito dai 60 mila giovani coinvolti dalle iniziative che l'Enoteca ha sviluppato in ogni Regione del nostro paese e, in particolare, nelle Università, dove hanno avuto un particolare successo le degustazioni, sia quelle guidate da esperti che

il paese del vino

Non c'è, al mondo, un paese che possa fare della vite il passamano che porta a scoprire ambienti e paesaggi unici, monti e mari, dolci colline e pianure, castelli e città note o meno note, borghi e paesi, case in pietra e campanili, siti archeologici e vulcani, come l'Italia. Un campanile, anche quello più isolato, ha sempre una vite da guardare. Non c'è un paese, al mondo, che abbia un patrimonio così ricco di tante varietà, molte delle quali straordinarie preziosità:quasi quattromila le tipologie di vini, una parte delle quali raccolte in 302 doc e in 28 docg e 117 Igt. In pratica non c'è paese che si possa, come il nostro, definire "Il Paese del Vino". Questo titolo, che l'Ente mostra vini - Enoteca Italiana ha voluto dare alla sua pubblicazione più prestigiosa, viene riproposto con gli aggiornamenti riguardanti le aree ed i vini a denominazione di origine e con la novità degli abbinamenti con la gastronomia delle singole regioni. Un Paese già conosci

i sensi divini

La degustazione è una dichiarazione d’amore che l’uomo (la donna), fa al vino: il colore degli occhi, dei capelli, della pelle con i mille riflessi sprigionati dalla luce del sole o della luna, stelle che brillano dando calore; il profumo, i profumi, l’odore che dalla bottiglia passa nel bicchiere e, dal bicchiere, sale, entra, penetra, ti prepara all’amore con le mani che accarezzano, stringono, lasciano il corpo girare in un ballo dai passi lenti e dai giri vorticosi come il tango; il bacio, un intenso delicato sapore, fiamma che non brucia mentre scende lentamente nello stomaco, nelle viscere attorcigliate dai piaceri che, se sfogliati come petali di una margherita, ad uno ad uno, possono diventare felicità. Il vino è amore, emozione; l’amore è vita, mistero, pazzia, ragione; la vita è passione, memoria, incanto, lo sguardo di un fiore. Il vino è uva, vite, terra, umore, luce, collina, luna, sole. Il vino è cipresso, nocciolo, olivo, maestoso carrubo, quercia dalle lunghe braccia e

I Vini Premiati

Introduzione L’Ente Mostra Vini – Enoteca Italiana alla fine del 2003 ha festeggiato i suoi 70 anni di attività, con un bilancio attivo che si può racchiudere in due momenti essenziali: l’organizzazione della prima Mostra Mercato Nazionale dei Vini Tipici e di Pregio che, dal 1933 a 1960, a scadenza biennale, ha fatto da punto di incontro tra il mondo della produzione vitivinicola e quello del commercio e del consumo, e, immediatamente dopo, l’apertura della Enoteca Italica Permanente nel Bastione San Francesco della Fortezza Medicea di Siena, quale centro di cultura del vino italiano, attivo nel campo della promozione e della valorizzazione della qualità, aperto tutto l’anno. L’Ente, con la chiusura della sua mostra nel 1960, lascia libero uno spazio che pochi anni dopo verrà occupato dal Vinitaly; l’Enoteca che, a cavallo degli anni ‘80–‘90, si chiamerà “Enoteca Italiana”, diventerà un esempio che porta alla nascita di altre 40 Enoteche a carattere pubblico in tutte le regioni del no

da Carmagnini

Da “Carmagnini”, l’antico ristorante di Calenzano, una serata eccezionale con 70 bottiglie di Brunello di Montalcino di 70 produttori diversi Ben 70 etichette di Brunello, delle ultime annate in commercio, ’98 e ’99, di 70 bottiglie stappate, all’attenzione delle delegazioni dei sommelier della Toscana, guidati da Saverio Carmagnini ed onorati dalla presenza del presidente nazionale Terenzio Medri e dell’aretino Giuliani, componente del Consiglio direttivo nazionale dell’AIS. C’erano, in rappresentanza dei 70 produttori che hanno messo a disposizione le loro bottiglie, il presidente ed il vicepresidente del Consorzio, accompagnati dal direttore Stefano Campatelli; il sindaco di Calenzano, giornalisti del settore insieme al segretario generale dell’Enoteca Italiana, Pasquale Di Lena. L’idea di passare insieme una serata con un così ricco patrimonio di Brunello è nata proprio all’Enoteca, in occasione della manifestazione di al tavolo delle autorità, che vedeva la presenza d

i 70 anni Ente vini.

Le celebrazioni per i 70 anni dell'Ente Mostra Vini - Enoteca Italiana, tra gli splendidi affreschi della Sala del Mappamondo del Palazzo comunale di Siena, sotto lo “sguardo” della Maestà di Simone Martini, da un alto, e del Guidoriccio da Fogliano del Lorenzetti, dall’altro, hanno visto protagonisti molta parte degli “attori” di una vicenda storica iniziata nel 1933 a Siena, e proseguita fino ad oggi con grande passione, professionalità, voglia di rinnovamento e di apertura al nuovo. Una volontà testimoniata dai progetti speciali "Vino è", rivolto ai consumatori per vivere meglio il rapporto con il vino, “Vino e giovani”, vera e propria scommessa che riguarda le nuove generazioni ed il futuro del nostro Paese e "Il Sole nei Calici", con la Regione Campania, che offre ad un pubblico scelto di operatori e comunicatori, la possibilità di conoscere la ricchezza dei "Vigneti del Sud", con una selezione dei vini che possono diventare una risorsa fondamenta

vino e sigari

Alcuni anni fa , tanti, per la verità, ho smesso di fumare all'improvviso senza buttare i pacchetti di sigarette che avevo sul comodino, sul tavolo di lavoro, in macchina, un po’ ovunque, insomma, per la paura di rimanere senza. Nella figura di "ex" sarei il meno indicato a presentare un libro che, comunque, parla di fumo, anche se i protagonisti non sono le sigarette, ma "i Toscani", sigari particolari, e i derivati dell'uva per matrimoni particolari: i vini, i distillati, Il taglio netto con le sigarette è stato un atto di necessità e di paura per la mia salute del quale non mi sono mai pentito, visto che ho trovato pronto giovamento. Ho voluto raccontare questo mio lontano rapporto con il fumo per evidenziare fondamentalmente due aspetti di una vicenda personale: 1) ho molto apprezzato l'idea del vicedirettore dell'Enoteca Italiana, Fausto Virgilio, un vero maestro in fatto di degustazione, di presentare i possibili abbinamenti, sigari toscani-vin

il Diario "non per caso" di Bruno Bartoli -presentazione

Molte delle storie riportate in questo stupendo diario Bruno me le aveva già raccontate: mi capitava di rimanere in sede, non impegnato nei corsi di formazione professionale o nelle permanenze sul territorio, e a fine serata, quando non avevo più tanta voglia di lavorare e Bruno era preso solo dall'attesa di aspettare il treno delle sette per Empoli, andavo a trovarlo nella sua stanza di presidenza per sapere delle sue esperienze di contadino e di dirigente sindacale e politico e per approfondire la conoscenza di una persona che mi aveva fatto tanta buona impressione, sin dal primo momento del suo insediamento. Bruno,che io chiamavo per nome, mentre gli altri, nel rispetto di una abitudine toscana di chiamarsi per cognome, Bartoli, era arrivato alla Alleanza provinciale dei contadini, poco dopo di me, in sostituzione di Vignozzi presidente. La sua esperienza era per me preziosa, visto che sapevo poco della agricoltura toscana ed, in più, non conoscevo il mondo contadino di questa R