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Visualizzazione dei post da luglio, 2024

Una bella serata con la poesia dialettale di Pasquale Di Lena

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  Comunicato stampa foto di Elvio Petrecca- ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Gremito l’atrio del Palazzo Ducale di Larino per l’incontro “Letture di poesie in dialetto di Pasquale Di Lena”, inserito in “Percorsi in Biblioteca” promosso dal Lions club Larino con la collaborazione del Comune della città di Larino. Una serata, a detta di tanti “magica”, sicuramente complice la suggestiva location, ove a fare da protagonista indiscussa   è stata   la poesia dialettale di Pasquale Di Lena, declamata dallo stesso autore. La poesia, quale espressione culturale più alta, in vernacolo a testimoniare il patrimonio culturale più profondo, quello di comunità,   che ancòra le radici del suo popolo, nella potenza ritrovata nelle consegne generazionali, quasi a contrastare la nuova colonizzazione del linguaggio. La poesia dialettale di Pasquale Di Lena ha trovato la giusta atmosfera e collocazione, martedì

Marina di San Salvo, un ristorante che premia il "Brodetto alla vastese"

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  Sono contento di leggere sul Notiziario giornaliero Gambero rosso, notizie ristoranti a cura di Valentina Marino, l’inserimento del ristorante di pesce da me frequentato e consigliato, MARINA di San Salvo dell’amico Michele Raspa, nei dieci “migliori indirizzi scelti da Gambero Rosso per il brodetto alla vastese sulla Costa dei Trabocchi”.Un giusto riconoscimento a chi ha a cuore l’ospitalità e l’offerta della bontà, sottolineato da un giusto commento. Sono testimone della selezione e cura dei prodotti utilizzati in cucina, a partire dall’olio, extravergine certificato, e di quelli portati a tavola. In particolare, insistendo sull’amore per l’olio evo, la selezione di oli extravergini di oliva, soprattutto abruzzesi ma anche molisani, messi a disposizione del cliente appena seduto, ancor prima della degustazione. Un benvenuto speciale che dura da sempre e, non a caso, la sosta alla tavola del ristorante Marina fila sempre liscio come l’olio. San Salvo Marina Sala rétro e genu

Il dialetto, passione per la propria terra

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 Comunicazione 4 Un grazie ai poeti di questa parlata chiusa dentro i confini di un territorio, quello di un paese come Casalciprano di Eugenio Cirese ; Campobasso di Nina Guerrizio , Giuseppe Altobello   e Pina di Nardo ; Casacalenda dei Giovanni Cerri , Giose Rimanelli e Ermanno Catalano ; Vinchiaturo di Emilio Spenzieri ; Castelmauro di Giuseppe Jovine ; Bojano di Angelo Spina , Castellino sul Biferno di Mario Saverio De Lisio ; Riccia di Michele Cima; Toro di Nicola Iacobacci ; Santa Croce di Magliano di Nicola Capriglione …   …mentre pochi sono quelli che al dialetto molisano, o, meglio, ai dialetti dei 136 paesi molisani hanno dedicato uno studio, una ricerca. Conosco i lavori preziosi di Luigi Biscardi, Sebastiano Martelli, Luigi Bonaffini, Giambattista Faralli, Mario Gramegna e Antonio Vincelli , Francesco D’Episcopo e, quello recente, di Carla Mammarella con la sua tesi “ Indagini sul lessico dell’alimentazione e dei riti nel dialetto di Larino (Cb) ”, che ha ridato

il SASSIUS che onora il Molise e Campomarino, Città del Vino

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      Il SASSIUS 2017 , straordinario vino rosso della Masseria Di Majo Norante di Campomarino, è uno dei 32 vini selezionati a rappresentare l’Italia alle Olimpiadi di Parigi. Una bellissima notizia, ancora più bella per essere stato scelto tra i tre vini per il pranzo inaugurale con il presidente Mattarella preparato da Davide Oddani chef di casa Italia. Un applauso a Alessio Di Majo che, così, onora non solo la sua azienda, anche il Molise, confermando la qualità e la diversità che esprime il suo bene più prezioso, il territorio. La notizia è arrivata il giorno del compleanno del padre di Alessio, Don Luigi, il fondatore dell’Azienda Di Majo Norante, che ha dato il via all’immagine della qualità della vitivinicoltura molisana. Un successo, quello di Sassius, che onora la memoria di quest’instanabile promotore di tante interessanti iniziative. Solo l’ultima la nascita del Distretto del Cibo- Olio Evo Molisano.

Una nuova raccolta di poesie dialettali: “Se fusse nu cardille”

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Non solo “U penziere”, due anni fa una prima raccolta di 86 delle oltre duecento mie poesie inedite, Se fusse nu cardille , a cura di Giancarlo Mammarella, stampata dalla tipografia Rossi di Larino. Un libro dedicato a Flora, all’amore, ai sogni, quali sorgenti d’idee fonti di progetti che aprono a un nuovo domani, che riporta in copertina un’opera di Walter Menon artista brasiliano, Nel tempo lungo del mio passato mi sono convinto che “solo il sogno è capace di immaginare, e, se diventa idea-progetto, in grado di costruire un domani diverso dall’oggi”. È, il sogno, l’espressione più alta della libertà di una persona. Non bisogna temerlo, ma coltivarlo per vederlo spuntare, e, poi, aspettare che fiorisca e diventi frutto da raccogliere per nutrire le speranze nostre e di altri. Esso è, al pari dell'amore, il volano della fantasia, che è voglia di volare verso il sole, la luna e le stelle, nel cielo più lontano. Guai a obbligarla a fermarsi a guardare solo orizzonti già definiti

“U Penziere” racconta il dialetto del Molise nel mondo

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Già agli inizi del 1990 “U penziere” varca i confini nazionali e, soprattutto, in Canada e Stati Uniti, accompagna le iniziative promozionali dell’Enoteca con gli Istituti di cultura italiana e le comunità dei molisani presenti a Toronto, Montreal e Vancouver. A Toronto con Vincenzo Del Riccio, partito da Roccamandolfi, e a Montreal con Filippo Salvatore, partito da Guglionesi. A New York la raccolta trova un amico, il prof. Luigi Bonaffini, allora titolare i cattedra aalla City University of New York/Brooklyn College, autore di importanti pubblicazioni, anche saggi e studi sul dialetto molisano, come quello scritto con Faralli e Martelli “Poesie dialettali del Molise/Dialett Poetry fro Molise”, uscito per la Marinelli. Traduce in inglese “U penziere”, le poesie in dialetto larinese, lui di origine di Isernia, e pubblica su una rivista dedicata alle poesie di tredici versi, quelle che sono tali nella raccolta. Questo lavoro prezioso di Bonaffini, messo nelle mani dell’amico caro d

Omaggio al dialetto, la voce delle radici

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comun Sono passati ben 35 anni dalla presentazione a Firenze, a Larino, Campobasso e Lucera de “U PENZIERE”, la prima pubblicazione di poesie in dialetto larinese. Le prime da me scritte alla fine degli anni ’50 e, poi a Firenze la gran parte della raccolta, dove era grande la mia nostalgia per la mia terra, i miei cari, gli amici; i profumi e i sapori della mia cucina; il dialetto, la voce delle mie radici, che in quel tempo condividevo con tutti al mio ritorno. Un primo taglio netto negli anni ’70 con la fine di alcuni mestieri (maniscalco, a capellére, u bandetòre, u sanaperciélle, u traieniere, u callarare, u s’tagnare….) e di alcune situazioni, in particolare l’acqua corrente nelle case, che azzera, con gli strumenti, tante parole che le nuove generazioni non avranno la possibilità di pronunciare. Una rivoluzione, quella che parte dalla diffusione delle tv nelle case, dall’unione nord – sud con le prime autostrade e le prime macchine, la rivoluzione dei trasporti; la scolarizza

La distruzione programmata del territorio italiano, a partire da quello sardo

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Tutto grazie a una classe dirigente e politica al servizio del sistema neoliberista che governa il mondo. Il sistema delle banche e delle multinazionali, ovvero del dio denaro. Difendere il territorio vuol dire porre fine a depredazioni e distruzioni,e, così, rilanciare la voglia di un domani governato dalla sobrietà e non dal consumismo nelle mani di criminali. Tutti parlano dei primati dell’agroalimentare italiano e dei successi che esso vive sui più importanti mercati di un mondo globalizzato. Tutti, dal Ministro dell’agricoltura a Qualivita; dalle organizzazioni professionali agricoltori ai sindacati; dalle associazioni più disparate di produttori e trasformatori ai consorzi e unioni, si vantano della crescita dei numeri in quanto a Pil, esportazione, occupati, interesse del consumatore, immagine della nostra gastronomia, made in Italy. Nessuno, però, spende una parola per la salvaguardia e tutela del territorio quale espressione dell’attività primaria, l’agricoltura, e, con ess

La maggiore età

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di Vincenzo Di Sabato dalla esuberanza di Giovanni Guareschi all’ansia e la speranza d’un maggiorenne dei giorni nostri Giovanni Guareschi – scrittore, umorista; l’inventore di Peppone e don Camillo – non era un “Chisacchì”, ossia un cittadino qualsiasi o un elettore che tirava la carretta e pagava le tasse. Era “un uomo coi baffi”, cioè con lo stemma della signorilità di quel tempo. Si affacciò “ufficialmente” sulla finestra della vita il 1° maggio 1929, nel giorno in cui espugnò i suoi primi 21 anni. Era questa la tappa che, fino al 1975, formalizzava l’acquisita maggiore età. Appena l’ebbe conquistata, di buon mattino, sullo slargo di Roccabianca, si proclamò concittadino del Regno ed schiamazzò: “da adesso posseggo un grosso capitale che nessuna inflazione, nessuna rivoluzione potrà mai portarmi via: la giovinezza! Da oggi non morirò, neanche se m’ammazzano”. E fu l’oracolo e l’ornamento di tutta la sua vita: una trentina di libri scritti da lui, tradotti in ottanta lingue; mi

Cinquantesima settimana sociale dei cattolici italiani

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di Umberto Berardo Si è tenuta a Trieste dal 3 al 7 luglio con novecento delegati provenienti dalle diocesi italiane la cinquantesima settimana sociale dei cattolici per la quale il tema scelto è stato “Al cuore della democrazia – Partecipare tra Storia e Futuro”. Per anni sono stato delegato alle settimane sociali per la mia diocesi di Trivento (CB). Quest’anno ho seguito i lavori ogni giorno anche se a distanza attraverso la piattaforma messa a disposizione di tutti dal comitato promotore. I lavori sono stati incentrati su relazioni tematiche negli incontri in plenaria, laboratori, proposte di buone pratiche di cittadinanza attiva e di partecipazione democratica nella vita sociale. Oltre cento gli stand di imprese, cooperative sociali ed enti di terzo settore, università, comunità energetiche rinnovabili, associazioni culturali e di promozione sociale. A queste iniziative si sono aggiunte tavole rotonde tematiche predisposte da associazioni ecclesiali, sindacati, reti. A distanza,

Francesco Jovine e Giose Rimanelli nel loro Molise

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di Vincenzo Di Sabato Al pregevole servizio sulla Valorizzazione dei “Cammini Molisani“ apparso lo scorso martedì 8 luglio, amo riportare alcuni sguardi sbirciati su “questa nostra piccola cara patria comune” da Francesco Jovine e Giose Rimanelli durante il secolo scorso. La nostra terra, grande come un fazzoletto, nasce da una tasca dell’Appennino che si chiama Molise. Sul fazzoletto vi sono minuscoli ricami fatti a tombolo, che i geografi chiamano paesi” (G. Rimanelli). “Racchiuso fra il Trigno e il Fortore e con il Matese, che la domina e genera il suo fiume più grande, c’è Il Molise, terra senza riposo. E’ tutta una tortura geologica, raggelata in tempo immemorabile. Il paesaggio emerge dalla roccia ed è fatto di pietre. Dal lembo del mare pulito di Montenero, Petacciato, Termoli e Campomarino; dalle verdi pinete punteggiate da rosmarini, mirti e ginepri e popolate di campeggi, fino alla riposata gaiezza di Venafro, il panorama è aspro, con cime brulle, e burroni coperti da

Bojano, prossima tappa del forum itinerante Biodiversità

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Comunicato stampa - Associazione ex consiglieri regionali del Molise Si terrà ad Agosto nel Comune simbolo del Matese. La decisione presa nel corso dell’incontro, promosso dal Sindaco Carmine Ruscetta, con i rappresentanti dell’Associazione ex consiglieri regionali. Saranno il Matese con le sue orchidee, i suoi orapi, le sue lumache, i suoi pascoli; la piana di Bojano, terra di orti alimentati dalle sorgenti di acque cristalline, e il tratturo Pescasseroli – Candela, i territori che, dopo Larino e Portocannone, racconteranno la Biodiversità, il carattere che, insieme con la Ruralità, dà un primato nazionale al piccolo Molise. “Due primati – hanno sottolineato i rappresentanti dell’Associazione ex consiglieri regionali del Molise - di grande attualità che, insieme, possono diventare filo conduttore di un piano di sviluppo di cui ha bisogno il Molise per il suo domani. Sta qui l’idea di un forum itinerante che, con i caratteri della biodiversità e ruralità, diventi inventario del

Il sangue amaro “versato a Reggio Emilia è sangue di noi tutti”. Dal governo Tambroni al governo Meloni

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di Alfiero Grandi - Il 7 luglio ricorre il 64° anniversario della manifestazione antifascista del 1960 a Reggio Emilia durante la quale la polizia sparò e uccise 5 persone, la crisi più acuta di un periodo inquietante per l’Italia. Dobbiamo ricordare anzitutto i morti in difesa delle libertà democratiche, conquistate a caro prezzo con la Liberazione del 1945. Dice la canzone sui morti di Reggio Emilia: “Lauro Farioli è morto (uno dei 5) per riparare al torto di chi s’è già scordato di Duccio Galimberti”, eroe della Resistenza. Rotta l’unità antifascista, era nato il governo Tambroni --- Ricordare i morti di Reggio vuol dire tornare sul significato del governo Tambroni nato con l’appoggio del Movimento Sociale, partito che si richiamava al ventennio fascista. Il governo Tambroni rappresentò una grave sbandata politica della Democrazia Cristiana, che portò alla rottura dell’unità antifascista aprendo al Msi che cercava una legittimazione fino a quel momento negata. L’antifas