“U Penziere” racconta il dialetto del Molise nel mondo

Già agli inizi del 1990 “U penziere” varca i confini nazionali e, soprattutto, in Canada e Stati Uniti, accompagna le iniziative promozionali dell’Enoteca con gli Istituti di cultura italiana e le comunità dei molisani presenti a Toronto, Montreal e Vancouver. A Toronto con Vincenzo Del Riccio, partito da Roccamandolfi, e a Montreal con Filippo Salvatore, partito da Guglionesi.
A New York la raccolta trova un amico, il prof. Luigi Bonaffini, allora titolare i cattedra aalla City University of New York/Brooklyn College, autore di importanti pubblicazioni, anche saggi e studi sul dialetto molisano, come quello scritto con Faralli e Martelli “Poesie dialettali del Molise/Dialett Poetry fro Molise”, uscito per la Marinelli. Traduce in inglese “U penziere”, le poesie in dialetto larinese, lui di origine di Isernia, e pubblica su una rivista dedicata alle poesie di tredici versi, quelle che sono tali nella raccolta. Questo lavoro prezioso di Bonaffini, messo nelle mani dell’amico caro di New York, Fred Plotkin, scrittore critico musicale, giornalista del New York Times, diventa possibilità di entrare al Coffee house, un club esclusivo della città della mela riservato a letterati, artisti, sportivi. “U penziere” protagonista di una cena -degustazione di vini selezionati dall’Enoteca Italiana, realizzata con la collaborazione di Franco Piattelli, ristoratore di Montecatini, titolare di un ristorante a Charlotte in Nord Carolina. Una serata, davvero emozionante, quella vissuta nell’antico club, con 40 presenti che applaudono le poesie da me recitate e tradotte dal prof. Bonaffini. Un libro fortunato grazie ai tanti amici incontrati in Italia e nel mondo, non solo in Canada e Stati Uniti, anche Europa con la lettura di alcune poesie in una cena di presentazione dell’enogastronomia molisana a Ginevra. Tanti amici, a partire da Ilario e Rigoletto e chiudere con i bambini delle scuole elementari di Larino entusiasti del dialetto. Incontri preparati da maestre appassionate che ringrazio, ma, in questi 35 anni solo tre, nonostante la mia piena disponibilità a incontrare bambini e ragazzi. Peccato!. La presentazione del 30 Luglio p.v. un’occasione per confermare la mia disponibilità a incontrare bambini e ragazzi. A proposito ricordo le parole di un bambino nell’incontro più recente, organizzato dalla maestra Ranellucci, “mia madre mi proibisce di parlare in dialetto, ma ije quanne s’tònghe emmièzz’a vije è pazzià chi chembagne u parle pecché me piace”. Son qui – ripeto - a confermare la mia disponibilità a sostenere: ricerche riguardanti il dialetto, letture di queste e altre poesie dialettali, incontri e confronti per tenere alta l’attenzione per un patrimonio che ci appartiene al pari del territorio, il bene comune che il sistema del dio denaro sta depredando e distruggendo. Purtroppo quelli che lo dovrebbero governare e difenderlo lh7 jk tacciono, stanno fermi, e, in questo modo, dimostrano che acconsentono sconfessando il ruolo di rappresentanti e tutori di un territorio, il tesoro sempre più a rischio al pari del dialetto, delle nostre tradizioni, a partire da quelle legate al cibo, all’alimentazione. A tale proposito, per capire il dialetto larinese delle tradizioni e dell’alimentazione c’è una tesi di laurea discussa all’Università di Chieti da Carla Mammarella, che meriterebbe una sua pubblicazione e diffusione, per la presentazione delle tradizioni e per essere un punto di riferimento delle regole riguardanti la scrittura delle parole dialettali. Una tesi premiata co 110 e lode, applaudita e da me commentata sul mio blog, come una stupenda dedica alla nostra Larino e al dialetto molisano, di cui quello di Larino come quello ci Conca Casale, Macchia Valfortore, Poggio Sannita, Mafalda o Provvidenti, è solo una variante. Un lavoro prezioso per me che ho rivisto la scrittura, ma, ancor più per Larino, la cultura e la storia del Molise. La lettura di una decina di poesie delle 63 raccolte nel libro che mi ha riempito via via il cuore di emozioni, l’ultima prima di quella che mi sta facendo vivere questo incontro con voi, la ristampa nel 2017 de “U penziere”, ed è il caso di dirlo, uno stupendo pensiero, ovvero regalo di mia moglie Flora, da ottobre cittadina di Larino.

Commenti

  1. Ho la vecchia edizione e la custodisco gelosamente. Grazie Pasquale.

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  2. Con Egisto siamo stati tra i primi a sentirtele leggere,un bel ricordo

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