L’olio italiano e la cultura da spendere per il successo della sua immagine
i tre finalisti e in ordine da sinistra il 1°, 2° e 3° Questo fine settimana, appena passato, ero a Pozzuoli ad assistere il concorso “ Miglior Sommelier d’Italia ” dell’ Aspi, l’Associazione della sommellerie professionale italiana , quale componente della giuria per la valutazione dell’attitudine generale dei tre sommelier finalisti. Una fantastica avventura quella di seguire le numerose prove alle quali si sono sottoposti i concorrenti, alcune davvero impossibili come la degustazione di ben 12 distillati a ognuno dei quali dare un nome, descrivere i caratteri, indicare la provenienza e, persino, l’annata di produzione. A proposito di distillato, il coordinatore della competizione che ha visto impegnati tre giovani bravissimi , Rudy Rinaldi , promotore dell’ Aspi Abruzzo e di quello del Molise e attuale presidente dell’ Aspi Puglia , ha tenuto a sottolineare che la degustazione di un vino è ben diversa da quella di un distillato– per la prima ci vuole più tempo che pe