La politica degli annunci
di
Umberto Berardo
Crediamo
sia lapalissiano riconoscere che la rete stradale di una regione e la sua
efficienza in termini di percorribilità rappresentino elementi fondamentali per
la qualità della vita di una popolazione.
Le
strade sono utili per raggiungere, soprattutto dai borghi delle aree interne,
servizi fondamentali quali quelli sanitari, scolastici, burocratici, economici,
culturali, ricreativi, ma anche per i movimenti di natura commerciale e
turistica.
Nel
Molise i collegamenti interni e con le altre regioni sono difficilissimi, se
non addirittura ardui, a causa di un tracciato delle strade tortuoso,
determinato prevalentemente dall'orografia e migliorato in parte negli scorsi
anni solo sulle direttrici principali che riguardano principalmente le S.S.
Bifernina, Trignina e quella che mette in collegamento Campobasso con San
Vittore, mentre le comunicazioni con la Campania, con l'Abruzzo interno e con
la Puglia rimangono davvero lente o addirittura precarie.
Tutte
le strade tra l'altro sono con un'unica carreggiata ed una sola corsia per
senso di marcia ad eccezione della brevissima tangenziale venafrana di cui si
prevede un allungamento fino alla A1.
L'idea
di una rete autostradale nella regione crediamo sia stata giustamente
abbandonata, ma contestualmente non c'è all'orizzonte alcun serio progetto di
rinnovamento delle arterie presenti in Molise, né si prevede nulla di veramente
innovativo sul piano ferroviario se non l'elettrificazione del tratto tra
Roccaravindola ed Isernia.
Il
problema è che chi di dovere non solo non si muove con una adeguata
programmazione in tale direzione, ma neppure in una manutenzione minima delle
strade esistenti.
Se
si escludono i percorsi decenti gestiti dall'Anas, cui si è tentato finora inutilmente
di affidare la gestione delle ex statali e provinciali, queste ultime, ma anche
le comunali, versano in uno stato che le sta portando al collasso ed in taluni
casi alla chiusura.
Il
fondo è davvero disastrato per la presenza di buche, avvallamenti, dossi,
fenditure profonde nel massetto bituminoso, restringimenti continui per frane o
per basamenti malamente realizzati e mai migliorati; a questo occorre
aggiungere l'inefficienza totale della segnaletica orizzontale e verticale che
rende pericolosa la percorribilità soprattutto nelle ore notturne ed in caso di
pioggia, neve o nebbia.
Ci
sono vie di comunicazione come la "Fresilia" o la "Rivolo",
tra l'altro mai completate, dove l'assetto stradale, i restringimenti, gli
avvallamenti o i dossi mettono seriamente a repentaglio l'esistenza di chi le
percorre.
Potremmo
parlare dei danni che gli automobilisti molisani patiscono nei guasti o
nell'usura di pneumatici, sistemi ammortizzanti o frenanti, ma ciò che ci preme
soprattutto sottolineare è appunto la situazione di pericolo per chi viaggia e
l'estrema lentezza dei movimenti causate dall'abbandono in cui sono tenute la
quasi totalità delle strade.
Nelle
aree interne, se si vuole uscire di casa e rientrarvi senza danni alle auto o
pericoli per se stessi, in un viaggio di trenta chilometri i tempi di
percorrenza sono di circa cinquanta minuti.
Di
fronte a tale situazione brucia davvero il silenzio inesplicabile dei sindaci i
quali dovrebbero per primi porre un tale problema al centro dell'attenzione
dell'opinione pubblica.
Incontrare
l'assessore Nagni, come hanno fatto quelli dell'Alto Molise il 17 ottobre a
Vastogirardi, in una pura discussione ancora una volta unicamente
interlocutoria non ha davvero alcun rilievo amministrativo sul piano
decisionale per l'urgenza grave che ha il problema..
Quando
parliamo dello sviluppo del turismo nel Molise ci siamo mai chiesti che
immagine della regione diamo a chi, venendo da fuori, ne percorre le strade?
Sono
anni che si prova da più parti ad evidenziare una tale situazione ed ogni tanto
i presidenti delle diverse istituzioni locali sbandierano a tutti i venti gli
stanziamenti di fondi per interventi in merito.
Anche
ultimamente lo si è fatto a proposito di quelli previsti nel cosiddetto
"Patto per il Molise".
Gli
annunci vengono raccolti e rilanciati in rete sul territorio dai megafoni di
soggetti funzionali al sistema e così si va avanti per mesi e per anni senza
che nessun intervento sia attuato.
Basterebbe
citare per tutte le tante dichiarazioni di finanziamenti e d'interventi per la Fresilia
avvenute da parte dei presidenti delle province e della regione senza che si
sia mai mosso nulla sul piano pratico per capire come ai comunicati non siano
mai seguiti i lavori di manutenzione.
Se
dovessimo continuare con gli esempi, questo articolo annoierebbe per il loro
eccessivo numero; preferiamo allora non tanto rivolgerci alla politica, della
cui incoerenza francamente siamo stanchi, quanto piuttosto ai cittadini
molisani perché, in un sussulto di coscientizzazione sul tema e di
responsabilità nell'impegno in difesa di un diritto fondamentale quale quello
ad un sistema decente di comunicazione
stradale, assumano decisioni comuni e collettive capaci d'imporre a chi di
dovere interventi immediati e non più derogabili.
Il
qualunquismo, l'individualismo o, peggio ancora, la cortigianeria sono solo
fonte di miseria umana per i singoli e la collettività; occorre, dunque, essere
sempre dentro i problemi come forza di stimolo, di riflessione e di proposta
operativa.
Chi
ha scelto di vivere in Molise non può accettare che l'inefficienza politica sui
servizi porti in maniera inesorabile al deserto demografico che sta
attanagliando i nostri splendidi paesi e che porterebbe tutta la regione ad una
profonda involuzione sul piano umano, culturale, sociale ed economico.
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