Pasquale Marinelli, il sovrano del bronzo, per i suoi cento anni non compiuti
“I miei ricordi” di V incenzo di Sabato Fra i drappi che svolazzano dentro la mia memoria antica e dolce, affiora oggi il profilo di un gentiluomo come pochi, di un intellettuale dallo sguardo pensieroso, di un maestro di “gioconde cose”. Mi compaiono i lineamenti di Pasquale Marinelli - il “Patriarca delle Campane” - che quest’oggi avrebbe compiuto cento anni. Figlio di progènie antiche, maestro di cose belle. Uomo smagliante che ha fatto della sua vita, un’opera d’arte. “Un uomo dabbene”! Schiudo il distillato dei ricordi, e sorseggio l’elisir del mio primo incontro con lui a marzo 1954, “Anno Mariano”. Don Mario Vincelli mi porta in Agnone sopra un 615 sferragliante, carico di due campane rotte. Le consegniamo ad Ettore, soave cointestatario della Fonderia – privo di parola e audioleso – e le fa scaricare nell’atrio. Poi con gesti di affabilità, ci accompagna da Pasquale, suo fratello che, da quel giorno, mi conquisterà con la sua contagiosa freschezza inter...