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Decreto ‘mangia-foteste’. Greenpeace dice no

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Inserito il 21 marzo, 2018 - 17:16 Bollettino GreenPlanet Il decreto legislativo sulla revisione della normativa nazionale in tema di foreste e filiere forestali - in attuazione dell’articolo 5 della legge 28 luglio 2016, n. 154 - rischia di essere approvato dal Consiglio dei Ministri prima del cambio di governo. Mondo accademico e associazio ni ambientaliste chiedono al governo uscente di ripensarci. ‘Il testo del decreto legge sulle foreste che si vorrebbe approvare in Consiglio dei Ministri preoccupa perché impone una visione delle foreste come mero serbatoio da cui attingere legname e disconosce il ruolo importante che esse svolgono a livello ecologico’, spiega Martina Borghi, di Greenpeace. Greenpeace valuta positivamente alcuni aspetti del testo, come l’armonizzazione di una normativa che è materia concorrente tra Stato e Regioni e che vede nel Paese una gran quantità di definizioni discordanti di ‘bosco’. Ma non è tuttavia accettabile fare tabula rasa dei benefici

L’agricoltura bio risparmia acqua e non la inquina

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Inserito il 23 marzo, 2018 - 16:43 Bollettino GreenPlanet In Italia l’agricoltura pesa per il 70% dei consumi idrici. Ma non è il caso del bio, che tra gli obiettivi dichiarati nel proprio regolamento ha quello di assicurare ‘ n impiego responsabile dell’energia e delle risorse naturali come l’acqua, il suolo, la materia organica e l’aria'. I terreni bio hanno un fabbisogno inferiore di acqua, grazie a pratiche come il sovescio e alla cura della sostanza organica presente nei suoli. Per questo i suoli coltivati con i metodi biologico e biodinamico - secondo un’elaborazione dei dati dell’Istituto svizzero Fibl - sono in grado di trattenere fino al 55% in più di acqua rispetto a quelli coltivati con la chimica di sintesi e i fertilizzanti industriali, grazie alla qualità dell’humus presente. ‘Conservare la componente organica del suolo è un modo per arginare il cambiamento climatico ma anche per assorbire l’acqua disponibile, rendendo i suoli più resistenti all’erosione e

La millenaria storia di Larino, non una consolazione ma possibilità per un nuovo domani

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Il piazzale dove un tempo c'era la grande Torre Quel topo di cantieri e di discariche, non di librerie, che è il mio caro amico Berardo Mastrogiuseppe, mi ha fatto omaggio della fotocopia di un ritaglio di “Molise Nuovo”, un periodico regionale pubblicato a Roma, e, precisamente, del n° 3 del 1952, Anno 5°, che riporta un interessante artico lodi Giuseppe Orazio de Gennaro, già sindaco di Larino nei primi anni ’60. Un appunto per la Storia del Molise riferito a “ La Congiura larinese del 1679 e la liberazione della municipalità dai feudatari”. Una storia di 339 anni fa, poco più di due decenni dopo la micidiale epidemia del 1656, che ridusse Larino a una città di 400 abitanti, con la scomparsa del patriziato formato da sei o sette famiglie (de Cornacchiellis, Sorella, Espinosa, de Raimondi, de Obscuris, de Palma, e, probabilmente   de Misseriis   e de Scimato),   salva   la sola famiglia dei Palma. Un patriziato , visto che Larino, diversamente da altre località conf

Buon compleanno zio Mario, lo zio di tutti

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Lo zio mio e di mia sorella, ma, anche, un grande padre   per noi che il padre l’avevamo perso nell’agosto del 1943 a Foggia bombardata. Lo zio di tutti gli amici che sono arrivati nella sua casa e l’hanno conosciuto. Non ne ha mai dimenticato uno di questi ospiti, anche dopo anni quando sono tornati a salutarlo. Ne ricordava i nomi, anche di quelli che venivano da altre parti del mondo e, a modo suo, li pronunciava. Mario, uomo generoso, puntuale, che amava il dialogo e sapeva ascoltare. Non conosceva l’invidia, l’astio, il rancore e per tutti aveva sempre una buona parola. Attento ai fatti e, da ex operaio, alle situazioni che riguardavano i suoi compagni in fabbrica e sui cantieri o braccianti della Sicilia o della Puglia. Un militante comunista sin dalla sua prima tessera presa quando aveva 17 anni e, poi, rinnovata fino alla sua morte nel novembre del 2005. Ricordo i suoi occhi lucidi quando gli ho fatto vedere , nel 1968, la mia prima tessera presa dalle mani di un grande co

“Opportunità Molise” per l’impresa e il turismo cinesi

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Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 marzo 2018 Il capitale cinese è sempre più un’opportunità per i territori italiani. E qualche concreto spiraglio si potrebbe aprire anche per il Molise. Questo è almeno ciò che emerge dal primo incontro svoltosi a Roma presso il ristorante “Città del cielo” tra l’ingegnere Marco Wong, 54 anni, presidente di “Associna”, l’associazione che riunisce i cinesi di seconda generazione in Italia, il dottor Xinghai Ke della Chiesa cristiana evangelica cinese in Italia, operativa a Roma dal 1981 e con oltre 20mila fedeli e cento sedi in Italia e i responsabili del neocomitato “Imprese” dell’associazione “Forche Caudine” di Roma. Wong, che è stato vice presidente di Huawei Italia e dal 2011 è titolare di aziende attive nella distribuzione di alimentari etnici, oltre che consigliere di amministrazione di Extrabanca spa, il primo istituto bancario rivolto ai cittadini stranieri, ha illustrato le principali esigenze di investimento dell’im

Fuori dai teatrini del potere

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T ogliere la politica nelle mani di chi pensa sia un mestiere con retribuzioni da bingo per renderla un servizio momentaneo e limitato nei mandati in grado di ridare il potere decisionale ai cittadini attraverso una democrazia partecipata fuori dall'involuzione che sta vivendo . di Umberto Berardo   Ciò che accade in questi giorni tra le camarille che pensano di avere il monopolio nella gestione della cosa pubblica è davvero stucchevole, ma non può lasciare indifferenti quanti hanno a cuore il futuro del Molise. Se escludiamo le pochissime iniziative di natura programmatica che hanno fatto capo al mensile "La Fonte" e all'associazione "Ilbenecomune" che si sono spesi con il contributo di diversi soggetti all'elaborazione di due progetti di sviluppo della regione orientati alla qualità della vita e del territorio, per il resto, da parte delle forze politiche in campo, ci troviamo di fronte ad indicazioni operative di una genericità e pressappochismo

Qualità e diversità, le due preziosità vincenti sui mercati

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Inizio questa nota con un saluto di benvenuto alla nuova varietà autoctona, riconosciuta lo scorso anno,   la ”Gentile di Mafalda”, e un grazie a quanti si sono adoperati per ottenere questo importante riconoscimento, che porta a diciannove il patrimonio molisano di biodiversità olivicola, con l'altra "Gentile", quella storica di Larino, che ha tutto per essere la motrice di questo treno che ha tutto per andare lontano. Diciannove preziose varietà autoctone di olivo, una parte importante di quell’enorme straordinario patrimonio di biodiversità olivicola (530) che l’Italia possiede, il doppio delle varietà del resto de mondo. Esse devono diventare un baluardo contro l’invasione di oliveti superintensivi, nel Molise e nel resto del Paese, un non senso oggi che c’è da affrontare tutte le questioni   riguardanti i cambiamenti climatici, in primo luogo i processi in atto di desertificazione, l’accesso all’acqua; i fenomeni diffusi di erosione che vedono il nostro Pa