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Belle iniziative dal Molise

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Borghi d’Eccellenza    E FESTA E’ STATA !!!! Quartiere Campobasso Nord, Chiude il Campus dell’estate 2016.. Giorno di commozione, di arrivederci ma soprattutto di colori …. La festa di fine campus tenutasi al Parco Cirese ha conclamato, senza ombra di dubbio, la bontà del lavoro svolto dai Volontari dell’Associazione “ Quartiere Campobasso Nord”. Un parco gremito sino all’inverosimile, ha suggellato il patto tra la politica e la gente , senza sé e senza ma… Non si era mai vista una partecipazione così copiosa, attenta ed emotiva e, la politica, la Regione con il Presidente Vincenzo Cotugno, la Provincia con Rosario De Matteis, il Comune di Campobasso con gli Assessori Emma De Capua e Stefano Ramundo, hanno dovuto arrendersi difronte ad una platea di oltre mille persone, all’organizzazione, impeccabile, del campus e della festa di fine campus, al cospetto di Don Vittorio Perrella, sempre attento e partecipe ad ogni iniziativa del Quartiere. Quel filo sottile di

Grano, sì al blocco dell'import , no allo sciopero della semina

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Non sono d'accordo con "lo sciopero della semina", l'ultimatum del Presidente della Cia, riportato dalla stampa che ha dato il giusto risalto alla giornata di mobilitazione della stessa organizzazione in tutte le sedi regionali. Sono d'accordo, però, con il resto del suo ragionamento.   E' da due anni che parlo, con alcuni articoli, ai produttori di grano e alle loro organizzazioni di "sciopero", non della semina, ma " dell'acquisto dei prodotti che servono alla coltivazione del grano" e raccogliere quello che la terra dà. Una "rivoluzione" seminare e non acquistare quello che più pesa sul bilancio di un raccolto. Questa volta, se ci sarà questo sciopero, a doversi preoccupare saranno i petrolieri e le multinazionali dei concimi, degli antiparassitari, dei pesticidi  Continuo a credere che vale la pena seminare, senza, però, essere schiavi dei fornitori. Seminare per produrre grano ancor più di qualità e, cogliere l&#

IL MOLISE ANCORA UNA VOLTA UN ESEMPIO PER L’OLIVICOLTURA ITALIANA

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Il salito inaugurale del sindaco di Termoli, Angelo Sbrocca e, fianco il presidente nazionale delle Città dell'Olio Tre giorni intensi, ricchi d’iniziative, quelli che hanno caratterizzato la Tappa di Girolio 2016. Partita da Termoli Venerdì, con una sosta sabato a Campomarino e, la domenica, a Guglionesi Un ritorno alle origini, quello delle Città dell’Olio, che ha il significato di una grande opportunità per l’olivicoltura e l’olio molisani, se gli attori che hanno firmato il protocollo d’intesa, Regione e Associazione Nazionale Città dell’Olio; il coordinamento molisano dell’Associazione; le organizzazioni professionali e cooperative;  gli stessi produttori, hanno la voglia e il coraggio di affrontare le problematiche  che caratterizzano il mondo dell’olio e decidono di fare: dell’olivicoltura, il punto di rilancio dell’agricoltura molisana; dell’olio, l’immagine di un territorio. Se ben colta questa opportunità il Molise può tornare ad essere, così com’è

TERRITORIO INTOCCABILE, UN INVITO AI SINDACI

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in anteprima da CITTADELLOLIOMAG.IT Disegno di Ro Marcenaro Qualche settimana fa, a Pesaro, in occasione di un convegno su “Biodiversità olivicola – leva di marketing per l’olivicoltura italiana”, organizzato dall’Enohobby dei Colli malatestiani in premessa della consegna dell’Orciolo d’Oro, il prof. Fontanazza ha parlato di un’Italia che accusa un forte bisogno di Olio extravergine di oliva. Volendo e dovendo dare una risposta alla domanda interna ed esterna di olio extravergine di oliva, ci sarebbe la necessità – a detta del prof. Fontanazza - di impiantare altri 600mila ettari di olivi da aggiungere al milione e poco più di ettari attualmente censiti. L’illustre relatore ha parlato di nuovi impianti e non degli olivi e oliveti abbandonati che, facendo una ricognizione delle situazioni nelle principali regioni olivetate, sono un buon 40% del milione e più di ettari di olivi censiti. In pratica, tra le superfici da recuperare e quelle da coltivare con nuovi impianti, que

Guerra del grano in Italia, prezzi in picchiata: "Basta import selvaggio"

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ho deciso di postarlo sul mio blog per evidenziare il ritardo di analisi delle organizzazioni. Della situazione pesante, gravissima, della raccolta del grano ne ha parlato, su questo blog, prima Giorgio Scarlato il 28 giugno e poi io il 5 luglio, cioè 15 e 12 giorni fa. E, intanto, l'agricoltura muore Guerra del grano in Italia, prezzi in picchiata: "Basta import selvaggio" La Cia-Agricoltori italiani denuncia i movimenti speculativi che hanno portato al crollo del prezzo dei chicci del 50%. Secondo i mugnai l'Italia paga una carenza infrastrutturale per quanto riguarda lo stoccaggio × La speculazione mette in ginocchio i produttori di grano e fa imperversare una vera e propria guerra nei campi italiani, con prezzi sul campo crollati fino al 50% rispetto ai valori medi delle passate annate, largamente al di sotto dei costi produttivi per gli agricoltori. "Tra l'altro, per un grano che quest'anno risulta ottimo

L’alimentazione umana nella preistoria

Cinque milioni di anni fa l’uomo primitivo abitava il suolo della foresta ed era essenzialmente erbivoro. Iniziò presto ad avere dei problemi perché il suo apparato digestivo era rimasto simile a quello del cugino evolutivo che viveva su gli alberi e aveva maggiore disponibilità di cibo. Troppo lento perché diventi predatore, non attrezzato di denti e artigli per strappare la carne delle carcasse, si avventurò nella savana e iniziò a nutrirsi anche di carogne. Quando il suo successore apparve, era già diverso. Testa più grossa e apparato masticatorio più potente, più piccoli i canini forse per l’uso non ancora dimostrato dei primi utensili. Con pietre scheggiate le femmine ripulivano le carcasse di animali abbandonate da altri predatori, uccidevano, carne magari spessa putrefatta che arricchiva una dieta ancora fortemente vegetariana. Per due milioni di anni cambiò poco, vita breve altissima mortalità infantile, durezza, però l’equilibrio sull’ambiente era stabilito. Poi due milioni d

Allarme inesistente. NO CETA, NO TTIP

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Riporto l'articolo di Fabio Piccoli (giornalista che stimo) apparso su WineMridian di questa mattina per ragionare insieme su un allarme inesistente visto che da sempre nelle province canadesi esiste una forte tassazione sul vino che non ha bloccato l'espansione del vino italiano. Nella seconda metà degli anni '80, proprio a Vancouver, inizia la grande avventura dell'Enoteca italiana, con una presenza dei nostri vini pari al 7% del mercato che, nell'arco di dieci anni di iniziative promozionali, ha visto una crescita enorme superiore al 30% (conservo la lettera che mi ha inviato l'allora presidente del LcB dell'Ontario Andrew Brand, coordinatore dei LcB di tutte le provincie canadesi). Se non passa il Ceta la situazione rimane quella che è ora, non peggiorerà come vuol far credere il bravo Piccoli. Evita solo i disastri previsti con l'approvazione dei due trattati, il Ceta con il Canada, e il Ttip con gli Usa e salva la sovranità nazionale dei pae