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Una terza rivoluzione alimentare con il Molise protagonista

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di Giorgio Scarlato foto di  pasquale di lena Nonostante la volontà profusa, in generale ed in modo sintetico si può affermare che l'agricoltura produ ttrice di materie prime per l'industria agroalimentare è in profonda crisi. E' al collasso. Ortaggi, agrumi, grano duro, latte, pomodoro da industria, frutta, dal Nord al Sud Italia, sono a prezzi da vero fallimento. Come si può notare, di giorno in giorno i prezzi all'origine delle derrate calano paurosamente sempre di più, a tal punto che non vengono manco raccolte. Restano sugli alberi, nei campi. Senza che si faccia qualcosa. Sono ingenti i danni causati da questa anomala distorsione di prezzi. Questo modo di porsi, commercialmente parlando, mostra uno scenario agricolo da funerale socio-economico e lascia facilmente immaginare il fallimento di tantissime imprese agricole. La stessa "speranza cristiana", punto di riferimento per la civiltà contadina , si sta affievolendo. Logi

Lo vogliono cancellare o lo vogliamo cancellare questo nostro Paese?

di Nicola Picchione Perché ad essere onesti tutti diamo una mano al suo decadimento. Non alzino in tanti la mano a dire:io no. Parlo in generale. Questo è uno strano Paese nel quale in tanti singoli hanno grande valore di intelligenza e creatività ma messi insieme formano una collettività deludente che si avvia al declino. In particolare il Sud: gente di grande capacità individuale che forma una massa paludosa. I politici sono i figli di questo popolo: questa è la vera tragedia. Inutile illudersi di mandarli a casa e risolvere i problemi. Tra l'altro, riusciamo anche a fare il peggior uso della democrazia. Troppe volte si dà il voto con la speranza di ricevere un piacere che spesso è uno sgambetto agli altri. Non ci può essere un grande capo che mette tutto a posto. Renzino vuole la poltrona di capo: vuole i voti. Tutto ciò che fa ha questo scopo. Semina ottimismo (verbale) finge di fare la voce grossa con l' Europa per ricevere applausi, ogni tanto (berlusconianamente) urlic

Agroalimentare, il made in Italy vale 13,4 miliardi

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Le miniere d'oro d'Italia, un viaggio tra le eccellenze a denominazione d'origine e non solo

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Il nostro Paese possiede il maggior numero di Dop e Igp all'interno dell'Unione europea. Un patrimonio gastronomico e di biodiversità da valorizzare. A partire dal Molise, terra di bontà e bellezza, con molte potenzialità ancora non espresse.  Il Molise, con le 5 Dop e 1 Igp riconosciute da tempo, continua a rimanere fermo e, così, a punire il suo grande potenziale espresso da 159 prodotti tradizionali sui 4813 riconosciuti in Italia. C’è da dire che solo la Dop Olio extravergine “Molise”, è legata interamente al suo territorio. Le rimanenti quattro (Caciocavallo Silano, Salamini alla Cacciatora, Mozzarella e Ricotta di Bufala Campana) sono in compartecipazione con altre regioni del centro e del sud Italia, e ciò vale anche per Igp (Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale). Con il solo riconoscimento, tutto molisano, Olio Extravergine “Molise” Dop , il Molise occuperebbe l’ultimo posto della classifica delle Regioni per numero di eccellenze Dop

L'appuntamento con l'Olio Licinius Platino

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Ecco l'appuntamento di Venerdì 19 p.v. con La Carta degli Oli che vede protagonista il mitico olio di Venafro, il liciniano più famoso nel tempo dell'impero romano oggi noto come "Aurino" dal nome della sua varietà, con la Colonia Julia Venafrana che ha messo nelle mani attente di Renato Testa della Locanda del Castello, il suo Olio Licinius Platino. Una serata sicuramente splendida, come le altre tre che l'hanno preceduta, facendo vivere emozioni agli ospiti presenti. Alla Ris orta Locanda del Castello chi, da ora in poi, avrà il piacere di andare a gustare la buona cucina di Renato, troverà ne "La Carta degli oli molisani" la descrizione di quattro aziende olivicole e i caratteri di quattro oli che sono solo una parte della ricchezza di oli che ogni anno e sempre più il Molise mette a disposizione del consumatore del mondo. Con la carta anche gli oli da gustare: oltre al Licinius Platino, anche L'olio dell'"Oliva nera di Colleto

L'enoturismo attrae sempre più appassionati, presto saranno 12 milioni

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Oltre 2,5 miliardi di euro la spesa dei turisti del vino in Italia, ma il settore soffre di alcuni problemi. L’Expo troppo “milanocentrica” che non ha portato benefici, né visite e visibilità a oltre “8 cantine su 10”      Una spesa enoturistica di 2,5 miliardi di euro condivisa tra cantine e territori, ma anche forti limitazioni alla crescita per mancanza di finanziamenti pubblici ad hoc e progetti pubblico-privati d’ampio respiro per far decollare un mercato – il turismo del vino – che potrebbe creare più occupazione, più benessere e qualità ambientale. Se la maggioranza delle cantine italiane deve perfezionare i servizi e l’offerta d’accoglienza, anche con una formazione professionale tuttora carente, i servizi dei Comuni sono percepiti appena “sufficienti” dalla metà del campione, a parte i casi d’eccellenza; tutto questo in un periodo di tagli e difficoltà di gettito per gli enti locali, sui quali pesa anche il recente stop all’impost

Storie Terra Terra

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L'incontro di Domenica prossima a Salerno la terra per eccellenza della Dieta Mediterranea