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UN MARE DI GIOVANI A LANCIANO PER DIRE NO ALLE TRIVELLAZIONI

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Un mare di giovani, un mare d’acqua (pioggia), un mare di abruzzesi con un po’ di molisani e marchigiani, un coro ininterrotto “No Ombrina, a noi piace il nostro mare”, ma, anche, un mare di emozioni vedere il centro di Lanciano, la bella città frentana, vivere una manifestazione imponente, straordinaria, intensa e forte di passione per la difesa del proprio territorio contro lo strapotere dei petrolieri, accontentati da Renzi con Sblocca Italia. Un mare di striscioni, cartelli, bandiere, fasce tricolori, gonfaloni a significare la voglia di partecipare per contare e decidere il destino di un mare, L’Adriatico, e, anche del territorio che lo affianca con le sue dolci colline, dal Friuli alla Puglia, con l’Abruzzo il più esposto con “Ombrina”, la piattaforma antistante il porto di Ortona. Un mare di gente che scorreva tra due ali di folla fermi a guardare, leggere, ascoltare, fotografare e commentare, con l’eco del messaggio della Conferenza episcopale Abruzzo e Molise, gui

Una pagina bella da gustare del mio amico Alfonso Pascale

Gusto riflessivo per salvaguardare il futuro 23 maggio 2015 alle ore 21.12 Il ritorno all’invenzione delle tradizioni porta con sé una trasformazione del gusto da intendere come la dimensione corporea, sensoriale e cognitiva dell’individuo capace di scegliere modalità, luoghi e prodotti di consumo nella mutevolezza dell’agire quotidiano; di associare le sensazioni concesse dall’esperienza della relazione con un alimento o una bevanda alle motivazioni ideali che possono indurre a sostenere determinati progetti imprenditoriali socialmente responsabili. Tutte le precedenti culture, ad esempio le prime grandi civiltà del mondo, come Roma o la Cina antica, vivevano essenzialmente rivolte al passato. Per gli antichi tutto accade secondo necessità. “Per i Greci – scrive Michel Foucault – quel che abbiamo dinanzi agli occhi non è il nostro avvenire, bensì il nostro passato, vale a dire che si entra nell’avvenire con lo sguardo rivolto al passato”. Per spiegare la prosperità o la cad

San Pardo e la sua stalla

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Giorni fa ho riportato sul mio profilo di fb foto dei carri di San Pardo in allenamento verso la salita del Monte. In allenamento i buoi e anche i giovani, cioè i grandi protagonisti della Festa che rappresenta l'identità di un territorio, l'anima della nostra città. A tal proposito, cogliendo il clima della preparazione della festa, riporto un articolo da me scritto due o tre anni fa e pubblicato su Larinoviva, con la speranza che venga preso in considerazione da chi ha, oggi, nelle mani il domani di questa festa e, con essa, quello della nostra Larino.   SAN PARDO, LA FESTA, LARINO, IL MOLISE Premessa Tanti anni fa ho inviato una mia nota a Il Ponte , che parlava di una stalla cooperativa da realizzare in qualche parte del territorio della mia città per avere nel futuro sempre assicurata la presenza dei buoi e delle vacche. Animali deliziosi da considerare i veri grandi protagonisti della festa per eccellenza della transumanza (un tempo fiera del trac, cioè

ALLA RICERCA DEL GUSTO PERDUTO DI OBIETTIVI IN ROSA

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foto di gruppo alla fine della proiezione del documentario Aperto ieri il 3° Concorso Fotografico “obiettivi in rosa”, promosso e organizzato dalla Fidapa di Larino. Un’intera giornata dedicata ai profumi e al gusto dei piatti che accompagnano e rallegrano la Festa di San Pardo; ai colori dei fiori di carta che esprimono l’allegoria di questa festa che può fare impazzire anche la più attrezzata macchina fotografica. Alla fine della giornata, “dulcis in fundo”, la proiezione del documentario “Alla ricerca del gusto perduto, molto bello che, se diffuso, può diventare un validissimo strumento di promozione del Molise e dei suoi prodotti legati alla buona cucina. l'ideatore e regista del film William Mussini  Ho partecipato alla proiezione di questo Docufiction, l’evento di chiusura di una giornata intensa di iniziative e molto partecipata, un filmato ideato e diretto da William Mussini e realizzato per la INCAS film, con quattro bravi attori, tutti molisani, scelti dal

Sveglia per i presidenti dell'Abruzzo e del Molise

I comizi non servono se non si ha la capacità di mantenere gli impegni presi. Sono chiacchiere che servono solo a illudere le persone e, così, a offenderle La lettera di Don Alberto Conti della Diocesi di Trivento che ricorda ai presidenti D'Alfonso e Di Laura Frattura gli impegni presi, all'inizio di dicembre, in occasione della presentazione del quaderno "Rompere gli schemi per creare il nostro futuro" p. di lena DIOCESI di TRIVENTO CARITAS DIOCESANA                                                              Al Dott. Luciano D'Alfonso                                                                        Presidente Giunta Regionale dell'Abruzzo                                                                        invio posta elettronica: presidenza@regione.abruzzo.it       La Lettera di Don Alberto Conti della Diocesi di Trivento inviata                                                                                             

Xylella ed Expo, storie diverse ma un unico comun denominatore

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Nutrire il pianeta, un messaggio bello che, con la presenza delle multinazionali, si contraddice. La Xylella che da fastidiosa è diventata cattiva, sarà ancor più cattiva, anzi criminale, se si dà continuità a un modello di sviluppo di cui sembra non se ne possa a fare a meno Non pochi dei miei vecchi e cari amici, che da anni mi seguono lungo il percorso del vino, dell’olio, della gastronomia e dell’agroalimentare in generale, mi hanno chiesto se vado all’Expo 2015, che apre domani a Milano e cosa penso della Xylella o, meglio, quale sarà il futuro dell’olivicoltura del Salento.   Per quanto riguarda l’Expo non credo di andarci. Per non creare equivoci dico subito per più di una ragione, non certo quella che a dominare la sua immagine sono le multinazionali, cioè i grandi affari che stanno affossando l’agricoltura contadina, i nostri territori più fertili e più vocati al cibo di qualità, e, cosa ancora più grave, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del pianeta. Riteng

la soglia linguistica da non varcare

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Riportando questo articolo del Corriere della Sera ripreso da "Il Foglio volante" di Amerigo Iannacone che ringrazio, ho deciso che darò, con una ristampa, nuova vita a quel mio fortunato libro di poesie in dialetto larinese (molisano) "U penziere", uscito nel 1989 per gli Editori del Grifo di Montepulciano (SI). Fortunato, non solo perché ha esaurito in poco tempo le 2.000 copie stampate (mi è stato detto che sono tante per un libro di poesie e, per di più, nel dialetto di una Regione che - lo dicono in molti - non esiste, ma anche perché ha avuto l'onore di essere presentato a Larino nell'atrio del Palazzo Ducale; poi a Firenze, nel prestigioso Salone del gonfalone in Palazzo Panciatichi sede del Consiglio regionale della Toscana, in via Cavour; a Vancouver, Toronto, Montreal in Canada; New York, negli Stati Uniti, Lucera, in Puglia, che ha un dialetto molto simile a quello di Larino ; a Campobasso, capoluogo della Regione ed altri luoghi ancora. &quo