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Il panettone più buono d'Italia lo fa un ragazzo che vive in un paesino del Molise

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Una storica realtà molisana attiva dal 1967 e da sempre dedita all'arte bianca. Oggi Mattia Ricci, terza generazione, si è specializzato nella produzione dei grandi lievitati delle festività. Ecco il suo panettone di Indra Galbo 02 Dicembre, 2025 «Da ragazzino ricordo che ero già molto curioso di questo mondo e consumavo le videocassette dell’Etoile, così dopo aver finito ragioneria ho deciso di iscrivermi proprio a quella scuola». Mattia Ricci, 31 anni e terza generazione all’interno dello storico forno di Montaquila (IS), le idee chiare le ha avute fin dall’inizio. Il costante contatto con l’attività di famiglia ha fatto crescere, o forse meglio dire lievitare, una passione che si è arricchita negli anni attraverso studio e dedizione. Un passo dopo l’altro che hanno portato questa importante realtà molisana da sempre dedita all’arte bianca a raggiungere, quest’anno, la vetta più alta della degustazione dedicata alla “hall of fame” dei grandi lievitisti italiani. L’...

AGRICOLTURA CHE GUARDA AL FUTURO

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Agricoltura biologica per un Molise sostenibile che guarda al futuro 1. Il Molise – ancor più de il resto del Paese - ha nell’agricoltura il perno che gli permette di girare la ruota e guardare al futuro 2. Sempre più un’agricoltura biologica, naturale, organica, rigenerativa, non industriale. 3. Un’agricoltura, in pratica, capace di riprendere il discorso interrotto, nella seconda metà del secolo scorso, con un passato di diecimila anni di storia, quello iniziato con l’uomo cacciatore che sceglie un terreno e lo coltiva, realizzando un orto, piantando una vite, un olivo selvatico o un chicco di grano da trasformare in pane e pasta 4. Un’agricoltura che serve alla sostenibilità, oggi maltrattata ds un sistema predatorio e distruttivo qual è il neoliberismo, nemico della natura 5. Un’agricoltura che apre e rende possibile lo sviluppo dell’economia circolare, la sola che dà un significato corretto alle parole sviluppo e progresso 6. Un’agricoltura che riassicura i boschi e gli animali ...

Un piano di pace che sa di resa

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di Umberto Berardo Dunque la montagna ha partorito il secondo topolino. Dopo quello per Gaza dall’agenzia Axios abbiamo avuto il 21 novembre ’25 un piano di pace per l’Ucraina diffuso dal presidente degli Stati Uniti d’America. Scritto a fine ottobre dal responsabile dell’amministrazione statunitense Steve Witkoff con il contributo del segretario di Stato Marco Rubio e del genero di Donald Trump, è stato poi discusso con l’inviato speciale del governo russo Kirill Dmitriev. Appare un po’ grottesco che chi come il presidente americano riempie di armi il Pianeta possa adesso passare alla storia come la figura del pacificatore. Il testo in 28 punti nella prima stesura molto schematicamente prevede una definizione non proprio chiara e anzi assai discutibile delle tante questioni aperte. C’è la conferma della sovranità per l’Ucraina che dovrà rimanere tuttavia neutrale e per la quale è previsto un Fondo per lo Sviluppo, un impegno di non aggressione reciproca tra Russia, Ucraina e Paes...

La riconversione bellica del lavoro

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Da leggere questo interessante articolo di Pasquale Pugliese , letto su Rete Ambientalista e non solo del 18 Novembre 2025, per capire che i Crosetto non sono solo rispettati componenti del governo italian0 che Venerdì dell'altra settimana, era inviato speciale a Washington, la capitale della "democrazia", per concordare con il Ministro della guerra americano l'acquisto di armi, che renderà ancora più povera l'Italia e, sempre più lontana l'Europa degli Spinelli e altri pensatori La storia dice che sono sempre minoranze a preparare e fare affari con le guerre. Oggi accade che mentre il governo punta a far salire la spesa militare addirittura al 5% del Pil, la Cisl organizzi una “Maratona della pace” per lasciare dire tranquillamente a Kaja Kallas, Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, che “se vogliamo la pace dobbiamo prepararci alla guerra”… Unsplash.com Il videomessaggio sul grande schermo di Kaja Kallas alla “Maratona per la Pace” della CIS...

Montepulciano Erotico | In Molise un gioiello enologico creato da Antonio Valerio

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da OlioOfficina Magazine N. 635 - 19 novembre 2025 condividi domenica 16/11/2025 15:00 Esperienze Sotto la lente------------------------------------------------------------------------------------------------------------- di Antonello Maietta In Molise un gioiello enologico creato da Antonio Valerio L’architetto rileva la storica tenuta del principe Pignatelli e fonda Campi Valerio, una storia imprenditoriale di successo, nata per valorizzare il territorio del Sannio Pentro. Sotto la lente, il Rosso del Molise Calidio pubblicità Monteroduni è un piccolo comune della provincia di Isernia, adagiato su un colle a oltre 400 metri di altezza, alla sommità del quale si erge il castello appartenuto alla nobile e potente casata dei Pignatelli, che qui si insediò a partire dal 1668. Il borgo è collocato in una posizione strategica di controllo e difesa dell’alta valle del Volturno, il fiume più lungo dell’Italia meridionale, ai piedi dell’Appennino Sannita, con i rilievi delle Mainarde e d...

L'olivo è simbolo di pace: ce n'è un gran bisogno nel mondo

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TEATRO NTURLE -Tracce - Mondo 17 novembre 2025 | 15:00 .............................. Piantare un ulivo a Hiroshima non è solo un gesto simbolico ma un impegno concreto verso il futuro. L’ulivo è un messaggio di pace che parla la lingua universale della vita > Chi rientra, dopo aver piantato l'Olivo della Pace a Hiroshima in Giappone. Stiamo parlando dell’Associazione Nazionale delle Città dell'Olio, nata a Larino, nel Molise, 31 anni fa, che, a 80 anni dalla bomba atomica, va, con il suo presidente, Michele Sonnessa e il suo direttore, Antonio Balenzano, a piantare un olivo, con il sindaco della Città martoriata, Kazumi Matsui, le autorità municipali giapponesi e i rappresentanti dell’Ambasciata d’Italia e del Consolato Generale d’Italia in Giappone e dell’Associazione Italia-Giappone di Hiroshima. E chi - il Ministro della Difesa del governo italiano, Crosetto, che di armi se ne intende - è stato a Washington in America per incontrare il suo omologo Ministro della gue...

Il limite del mondo si chiama Belém

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di Fabio Cavallari per Ambientenonsolo - Novembre 9, 2025TALLURI MARCO A Belém non si discute di clima. Si discute di sopravvivenza. L’aria è densa, la luce cade sulle acque del Rio delle Amazzoni come una condanna. Ogni foglia che cade racconta una storia che non sappiamo più ascoltare. Il mondo si è dato appuntamento nel suo ventre per capire se esiste ancora un domani che non sia un algoritmo o una statistica. La chiamano COP30, ma il numero dice più della parola. È la trentesima volta che l’uomo si riunisce per salvarsi da se stesso. È la trentesima volta che promette, calcola, rinvia. È la trentesima volta che chi parla del futuro lo fa con la voce di chi non ha tempo. La Santa Sede è presente, come lo sono i governi, gli scienziati, i Capi di Stato, le organizzazioni. Ma la differenza non è nei ruoli, è nelle parole. Monsignor Diquattro ha chiesto un “segno concreto di speranza”. Non un segnale, non un atto di fede. Un segno. Cioè, qualcosa che lasci traccia. La politica mo...