L’Anno Santo della Speranza e la Porta Santa “stretta” di Guardialfiera
di Vincenzo Di Sabato
Molise, terra nostra dove vince la bellezza, la tradizione, la sensazione, la storia. Terra di piccoli borghi e di mille colori in cui fede e natura, esercitano un fascino incontenibile. E Guardialfiera è qui, in questo Contado di Molise, olezzato da profumi di bosco e bagliori di lago; fra un’acrobazia di villaggi appesi ai groppi dei colli, e ad una girandola pittoresca di pianori fasciati di verde, che avanzano dalle cime altissime delle Mainarde e, scivolando giù col Biferno, raggiungono man mano il profumo dell’Adriatico.
Poggiato sul crinale d’una altura, Guardia è proprio qui - spina dorsale - sull’asse fondamentale della “Bifernina”; giusto a metà strada fra il Capoluogo e la Costa.
Un villaggio, antico e nuovo che, nel cuore dell’Anno Santo, riconferma con discrezione, il suo inaudito, emozionante privilegio: la “Porta Santa” di Papa Leone IX, A.D. 1053. Il primo inconfutabile “Giubileo” della cristianità. Sul “conforto temporale”, già per l’Antico Testamento, ci ragionava “il Levitico” evidenziando che l’Anno Giubilare per il popolo ebraico, rappresentava un tempo di liberazione di schiavi e condono di debiti.
Poggiato sul crinale d’una altura, Guardia è proprio qui - spina dorsale - sull’asse fondamentale della “Bifernina”; giusto a metà strada fra il Capoluogo e la Costa.
Un villaggio, antico e nuovo che, nel cuore dell’Anno Santo, riconferma con discrezione, il suo inaudito, emozionante privilegio: la “Porta Santa” di Papa Leone IX, A.D. 1053. Il primo inconfutabile “Giubileo” della cristianità. Sul “conforto temporale”, già per l’Antico Testamento, ci ragionava “il Levitico” evidenziando che l’Anno Giubilare per il popolo ebraico, rappresentava un tempo di liberazione di schiavi e condono di debiti.
Nel cristianesimo il Giubileo fu istituito nel 1300 da Bonifacio VIII, il Papa controverso, odiato da Dante, accusato di eresia e perfino schiaffeggiato, forse immeritevolmente nel 1303, nella città di Anagni. Guardialfiera però, già da 247 anni prima, viveva – per un giorno - la gioia della speranza e la consolazione della misericordia per via della sua “Janua Coeli”.
Frettolosamente l’Arcivescovo Fisichella, prefetto per il Dicastero della Evangelizzazione, sancì su “Avvenire” del 2 agosto 2004, l’unicità del Giubileo, riservandolo solo alle quattro Basiliche Maggiori di Roma: San Pietro, San Paolo fuori le Mura, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore. Altrove le Porte Sante sarebbero rimaste chiuse, come per “praeterita consuetudo”. Più tardi, decisione ribaltata e Giubilei riconfermati. Sicché Guardialfiera il prossimo2 giugno alle ore 10,30 potrà spalancare le nuove artistiche ante bronzee, con il suggestivo rito, officiato sulla balconata del tempio, dall’Ordinario Diocesano Mons. Claudio Palumbo.
La “Porta Santa” rimane un eccesso di Dio che si china sull’uomo debole e fragile. E’ il peccato che si discioglie come tela d’un ragno all’alito di vento. E’ il frutto della redenzione che va lucrato in rapporto alla verità e alla sincerità del pentimento. “Questa è la Porta del Signore, per essa entrano i giusti” (Sal. 137). E a Gesù, in cammino verso Gerusalemme, un tale gli pone una provocazione: “Signore sono pochi quelli che si salvano?” - Risposta: Sforzatevi di entrare per la Porta stretta perché molti cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno”. C’è ansia nella voce di quel “tale”. Ma Cristo prosegue con piccante serenità ricorrendo all’immagine di questa Porta “stretta”. Un aggettivo che inquieta, perché <stretta> evoca fatica, difficoltà. La Porta Santa di Guardialfiera è piccola, è stretta a misura giusta di Vangelo. Cristo ricorre ai “piccoli”, agli “ultimi della società che, però, saranno “i primi” nel Regno di Dio. E’ stretta la nostra “Porta”, ma a taglia d’uomo, di un uomo nudo ed essenziale il quale, lungo la Scala Santa, avrà lasciato tutto ciò di cui si gonfia: i ruoli, i portafogli, i meriti, i bagagli illeciti, il superfluo. La Porta è stretta qui, ma è aperta! Il significato è chiaro: “fatti piccolo e la Porta si farà grande”. E l’ingresso non è questione di “iscrizione”. E’ una faccenda di amore. E, lo stile di bussare, è quello dell’umiltà. Sono escluse le spallate e le scampanellate.
Il Giubileo di Guardialfiera non è il suono del corno di un ariete. E’ felicità; è pace interiore. E’ il dono di vita liberata da ogni legaccio di malvagità; di inimicizia, da oscurità esistenziali; da ogni vergogna. E quest’anno è celebrato anche in coincidenza ai 1700 anni del Concilio di Nicea con il quale veniva proclamata la divinità di Cristo, che non è soltanto il figlio di Dio: è Dio! ed il cui slogan “Isos” è reso eterno da una pietra brunita incastonata fra le mura perimetrali della nostra Cattedrale.
Dal 2 all’8 giugno la Porta Santa di Guardia è a beneficio di ogni fedele che, alle ora 17 potrà anche assistere alla celebrazione dell’Eucarestia.
v. di sabato
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