Biodiversità, fonte di bellezza e di bontà

 

 foto di P. Di lena

Il 22 Maggio il mondo ha vissuto la ricorrenza della Giornata della Biodiversità indetta dalle Nazioni Unite per celebrare i molteplici valori della Diversità Biologica e rimarcare l’Armonia con la Natura e Sviluppo Sostenibile”. Questo Il tema scelto per il 2025, con l’intento di sottolineare l'importanza di pensare, il prima possibile, ad uno sviluppo sostenibile, a partire dall’agricoltura. Il modo, anche, per riportare al centro questo settore, che, oggi più di ieri, è da considerare primario per il suo diretto rapporto con la vita, grazie al cibo e per il suo stretto rapporto con il clima.

Senza l’agricoltura non c’è sviluppo, tant’è che dalla crisi strutturale del settore, datata 2004, l’economia è entrata in continua crisi e le conseguenze sono – visto anche che a dominare è sempre il neoliberismo, il sistema dello spreco, e non solo delle risorse, ma, anche, dei valori -  che è sempre più difficile riprendersi senza un’inversione di tendenza. Pensare a un sviluppo sostenibile e metterlo in atto vuol dire, dando il via alla cura, non compromettere la salute del pianeta. In pratica, sostenere una vera e propria inversione di tendenza, che porta a trovare, o meglio, a ritrovare un equilibrio tra le esigenze umane e la conservazione dell'ambiente. Certo, bisogna porre fine alla guerra, ciò che vuol dire: sostituire, il prima possibile, i pazzi e i criminali che, oggi, le guerre le promuovono, le dichiarano, le fanno fare; chiudere le fabbriche di armi e azzerare il commercio delle stesse; sbugiardare persone abiette come i lobbisti che le armi le promuovono. Vuol dire, in pratica, limitare e mettere in discussione il potere del denaro, eletto dio assoluto dal sistema imperante, appunto il neoliberismo, che sta mettendo in discussione la vita stessa della Terra.. Un sistema predatorio e distruttivo, rappresentato da donne e uomini che non hanno il senso del limite e del finito, meno che mai della decenza (Trump è solo un esempio). Il sistema responsabile della profonda alterazione che interessa, oggi, tre quarti dell’ambiente terrestre e due terzi di quello marino (territori entrambi), ciò che vuol dire - secondo un gruppo di ricercatori – due milioni di specie animali e vegetali a rischio di estinzione.

In pratica perdita netta di biodiversità, con l’Italia dei primati in questo campo a perdere i suoi straordinari patrimoni. Veri e propri tesori che rendono il nostro, non a caso, “Bel Paese”, primo in Europa e, per alcune specie vegetali, quali vite, olivo e specie fruttifere, anche nel mondo. Sul podio più alto della biodiversità per più di una ragione, in particolare: la sua collocazione al centro del Mediterraneo; la diversità degli ambienti o, meglio, dei territori; l’intelligenza e l’operosità di un mondo, quello contadino. A dimostrarlo è il primato delle Indicazioni geografiche (Dop, Igp e Stg), i prodotti che devono il loro riconoscimento di qualità all’origine, il territorio, ed alla ricchezza della biodiversità, ovvero l’indicazione di un nome che di quel territorio diventa testimone, immagine. L’Italia con 891 riconoscimenti (328 cibo; 528 vini e 38 bevande spiritose), rappresenta il 26% dei riconoscimenti del resto dei paesi dell’Unione europea.  Un valore superiore ai 20 miliardi di euro, a testimoniare il successo che, soprattutto in questi ultimi anni, l’agroalimentare italiano di qualità vive sul mercato globale. Un patrimonio enorme, solo in parte sfruttato, e sempre più a rischio per un mondo distratto (istituzionale, professionale, sindacale e cooperativo), che continua, imperterrito, a dimostrare che non interessa la centralità del territorio. Sono anni che applica la regola del silenzio di fronte alla perdita di superfici, anche consistenti del prezioso bene. Ultimamente i dati parlano di una perdita di  2m²/sec. di questo bene primario, unico tesoro che abbiamo. Ed è così che continua il furto che a me fa dire: meno territorio = meno agricoltura, meno biodiversità, meno cibo, meno domani  e tutto per la felicità del dio denaro, insaziabile per natura.

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