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Patriarca

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È li che mi aspetta/ con il suo sguardo strano di anziano/ che sa raccontare il tempo/ più degli altri, non lontani.// Patriarchi che a Portocannone,/ nel mio Molise, applaudono/ i buoi vittoriosi ancora ansimanti.// È la brezza, che ogni mattina spira/ dalle Diomedee già assolatee,/ la sua compagna e i rimanenti venti,/da ovunque arrivano, i suoi amici.// Sono vita – mi racconta – il nostro domani come pure/ delle olive e dell’olio che doniamo/ a voi umani ultimamente ingrati.//Ci avete tolto/ le certezze che il passato ci donava,/ mettendo mano al più prezioso bene,/ il tempo, che l’ingordigia dell’uomo/ ruba alle nuove generazioni.// Noi che del tempo siamo i testimoni,/ nati per essere rami,/ chiome verdeggianti/ ombre di erbe dai minuti fiori/ non numeri di un filare assetato/ che non ha domani. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Pasquale Di Lena

L'attacco al cuore dell'olivicoltura italiana in un decennio

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Teatro Naturale- Pensieri e Parole - Editoriali - 15/03/2024.......................................................................................................................................................................................................... L’olivicoltura italiana, in poco tempo, ha perso i suoi primati mondiali per estensione della superficie impegnata, numero di addetti, quantità di olive raccolte e olio prodotto, esportazione Il passato conta, e non poco, quando si ha voglia di rinnovare il presente per un futuro migliore. È quello che ho pensato ascoltando gli interventi del Tavolo tecnico interdisciplinare, al suo primo incontro, promosso dall’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio, sull’emergenza abbandono dell’olivicoltura tradizionale e storica, “Dati allarmanti. Verso una proposta di legge per il recupero delle olivete abbandonate”. Una triste realtà, com’è quella de: l’agricoltura espropriata del suo ruolo primario, centrale per: lo sv

Quale futuro per il Molise

di Umberto Berardo Martedì 11 marzo 2024 Milena Gabanelli nel suo Dataroom sul Corriere della Sera si è occupata di un Molise che secondo lei dopo sessant’anni dal raggiungimento della sua autonomia regionale, rivelatasi a suo dire un fallimento, vorrebbe ritornare con l’Abruzzo dopo la separazione avvenuta nel 1963. Già questi assunti non mi pare corrispondano del tutto alla verità perché la semplificano distorcendola senza coglierne tutti gi aspetti. Intanto il Molise ha chiesto di essere una regione autonoma non solo, come sostiene la giornalista, perché mancava di servizi amministrativi e per motivi politici guadagnando qualche senatore e un Consiglio Regionale, ma soprattutto in quanto era priva d’infrastrutture fondamentali e di un decente piano di sviluppo economico; infatti la regione era falcidiata dall’emigrazione che portava all’estero soprattutto le famiglie più giovani il cui reddito, basato prevalentemente su un’agricoltura di sussistenza, era tra i più bassi d’Italia.
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Città dell'Olio -Comunicato stampa 15 marzo 2024 Si è svolto il primo incontro del Tavolo Tecnico interdisciplinare promosso dalle Città dell’Olio con esperti del mondo scientifico ed accademico e della produzione, associazioni di categoria ed Enti Emergenza abbandono dell’olivicoltura tradizionale e storica Michele Sonnessa Presidente delle Città dell’Olio: “Dati allarmanti. Verso una proposta di legge per il recupero delle olivete abbandonate” L’abbandono dell’olivicoltura tradizionale e storica che riguarda imprenditori agricoli, privati cittadini e hobbisti non censiti delle aree interne e marginali è confermato della decrescita significativa – pari al 31% - delle aziende olivicole italiane negli ultimi anni. È quanto emerge dal Rapporto ISMEA («Scheda di settore, Olio di oliva» febbraio 2023) relativo al decennio compreso tra il 2010 e il 2020. Nella stessa analisi si individua, però, nell’oleoturismo e nella diversificazione delle attività connesse delle aziende olivicole,

Non alza bandiera bianca chi fa la guerra con le viti altrui

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Papa Francesco ) “Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore. Il più forte è chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca. La parola negoziare è coraggiosa. Non è una resa. Se vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, devi avere il coraggio di negoziare. Sì, hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia il mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti. La Turchia, altri… E io sono qui… La guerra è una pazzia… C’è chi dice: è vero, ma dobbiamo difenderci. E poi ti accorgi che hanno la fabbrica degli aerei per bombardare gli altri. Difendersi no: distruggere… C’è sempre qualche situazione geografica o storica che provoca una guerra… Può essere una guerra che sembra giusta per motivi pratici. Ma dietro una guerra c’è l’industria delle armi che significa soldi. Guardiamo la storia, le guerre che abbiamo vissuto: tutte finiscono con l’accordo”. Possibilmente prima de

Biodiversità e ruralità, i primati che servono per un rilancio del Molise

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Larino, 12.03.2024 - Gli ex consiglieri regionali, molti dei quali testimoni di un Molise risorto a cavallo degli anni ‘80/’90, si sentono impegnati, con il presidente Gaspero Di Lisa, di dare il proprio contributo di idee e di partecipazione a un piano di sviluppo regionale, oggi più che mai per affermare un ruolo centrale, quello di un territorio che mette a disposizione del Paese due suoi fondamentali primati nazionali: la ruralità e la biodiversità. In questo senso un programma di incontri con i titolari di quel bene comune, appunto il territorio, fonte di primati. Non a caso la scelta di Larino, antica capitale e capoluogo di circondario nella prima metà del secolo scorso; espressione alta di ruralità con la sua ricca agricoltura; culla delle Città dell’olio; città mondiale della biodiversità olivicola con tre varietà legate al suo nome; al centro di importanti tratturi; sede della Fiera di Ottobre, la più importante del Molise con le sue 280 edizioni; sede di un fondamentale c

I vini del Molise nella Guida Vini “Vit’ae”

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La guida, che il buon Michele Raspa del Ristorante “Marina” da dieci anni mi omaggia, è la più pesante con le sue 1350 pagine che riportano 15.000 vini dei 25.000 degustati dai sommelier dell’AIS, l’associazione che, dal 1987, mi onora con il riconoscimento di socio onorario. Dalla Valle d’Aosta alla Sardegna a raccontare il vigneto Italia con le sue eccellenze 527 Dop e Igp, un tempo Docg, Doc e Igt, testimoni di mille territori che, dalla fama, ai tempi della Magna Grecia, di “Enotria tellus” allo slancio, nel Medioevo, in ogni angolo del Paese, sono i più illustri e conosciuti ambasciatori dell’Italia nel mondo, quelli che più esaltano la bellezza dei paesaggi e, insieme, della storia, cultura e tradizioni, ovvero i valori che, con la qualità e la diversità, raccontano l’origine. Il piccolo Molise, la mia terra, mi permette, diversamente dal Piemonte e dalla Toscana che la fanno da padroni con le centinaia di aziende selezionate, di presentare una realtà di soli 5.500 ettari di