Territorio, bene comune.

 da Ass.. ex condiglieri

footo: Pasquale Di  Lena

Questo lungo periodo di gran caldo con temperature difficili da sopportare fa capire che il cambiamento climatico è la sfida prima che le comunità locali e sastri. A pglobali hanno di fronte per intervenire, proteggere e ripristinare gli equilibri alterati da un tipo di sviluppo che produce diartire dalla natura e dalla sua fondamentale espressione, la biodiversità, che riguarda la salute degli esseri viventi, la vita. Tanto più nel Molise, la regione che, con due suoi fondamentali valori, biodiversità e ruralità, registra due primati a livello nazionale. Primati di grande attualità, strategici per uno sviluppo sostenibile di una Regione piccola in quanto a superficie, ma che ha tutto per programmare il suo futuro e, nel contempo, diventare un laboratorio che mette a disposizione delle altre regioni i risultati delle sue ricerche. Valori e risorse proprie del territorio molisano indispensabili per svolgere questo ruolo e cogliere risultati. Aria pulita, acqua potabile e cibo sano, cioè le risorse primarie per sostenere e far crescere i due primati della ruralità e biodiversità e per affermare valori del territorio molisano come il paesaggio e l’ambiente, la storia e la cultura, le tradizioni che tengono in vita lo spirito del luogo (genius loci) ancora presente nei 136 comuni, soprattutto in quelli piccoli dove ancora suona la campana. Questa breve premessa per dire che il Molise se vuole affermare e rilanciare i suoi caratteri, oggi di grande attualità, quali sono la ruralità e la biodiversità sopra menzionati, ha un forte bisogno di mantenere integro il suo territorio, il bene comune che qui, come altrove, è il solo tesoro nelle mani delle comunità.

E di questo tesoro l’acqua è l’elemento strategico per affermare il suo ruolo di laboratorio al servizio del Paese per dare il via a un nuovo tipo di sviluppo che, mettendo al centro la sostenibilità, ponga fine alle azioni di depredazione e distruzione in atto. L’acqua, quella rimasta, dopo le concessioni, nei decenni passati, a tre delle quattro regioni confinanti, Campania, Puglia e Abruzzo è un bene ancor più prezioso per il Molise, che, così, ha espresso con i fatti una grande solidarietà, mai o mal ripagata. Le regioni destinatarie di questa solidarietà  hanno approfittato del dono ricevuto per essere protagoniste di un tipo di sviluppo che, soprattutto in agricoltura, puntando alla quantità ha sprecato e continua a sprecare acqua, rendendo questa risorsa sempre più preziosa. La richiesta di altra acqua vuol dire voler continuare a percorrere la strada dello spreco dell’acqua e  del suo territorio.

Oggi il Molise non è in grado, come nel passato, di esprimere alcuna solidarietà, non perché mai contraccambiata, ma per più ragioni fondamentali: a). L’acqua disponibile, quella del Biferno, non basta per dare risposte alle necessità del territorio molisano, a partire dai suoi abitanti; b) L’acqua. bene sempre più prezioso – come veniva sopra sottolineato – serve al Molise per essere protagonista nella lotta ai cambiamenti climatici; nella diffusione dell’agricoltura biologica e rigenerativa; nella ricerca della sostenibilità e, con essa, dell’affermazione della sola economia che nega il consumismo, lo spreco, quella circolare: c) L’acqua disponibile, quella rimasta, serve per mettere in atto strategie utili per rilanciare le sue attività, a partire dall’agricoltura, e dare spazio ad altre, come i turismi possibili promossi dalla bellezza dei suoi paesaggi; dalla ricchezza della sua tradizione culinaria, sia di terra che di mare; dalla storia e dalla cultura; dalle antiche tradizioni, e, soprattutto, dai valori propri del popolo molisano, quali l’ospitalità e la solidarietà. Le concessioni nel passato – come sopra ricordato - della sua acqua sono a dimostrare lo spirito innato nei molisani della solidarietà e, anche – con il racconto della sua lunga storia - della reciprocità.

Pertanto la richiesta della Regione Puglia di altra acqua, non va accolta per la semplice ragione che ridurre ulteriormente la disponibilità di acqua rimasta vuol dire negare al Molise, la regione che, non a caso, ha l’aspetto di una farfalla, la possibilità di volare e, così, di diventare - serve sottolinearlo di nuovo - laboratorio di un nuovo tipo di sviluppo che rimette al centro un’agricoltura sostenibile, libera da pesticidi, importante per la salute dell’ambiente e delle persone, la sola, diversamente da quella industrializzata, in grado di ridare voce alla natura e, con essa, alla biodiversità.

Dire no alla richiesta della Puglia non basta a dare assicurazioni ai molisani sulla disponibilità dell’acqua se non si prendono provvedimenti e non si programmano interventi tesi a: recuperaree i volumi di acqua persi con il continuo interramento del lago sbarrato dalla diga del Liscione; recuperare gli sprechi, soprattutto quelli dovuti a condotte obsolete

Associazione ex consiglieri regionali del Molise




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