TEATRO NATURALE - Editoriali
-09 dicembre 2024 | 11:00 | Pasquale Di Lena
Ogni secondo in Italia 2,2 m² di suolo è perso, pari a 20 ettari per oltre l’’80% fertili. Nel caso del consumo di suolo è il tempo che mette in evidenza i problemi e, quando succede, nella generalità dei casi sono gravi, spesso impossibili da risolvere
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Voglio credere che “La giornata mondiale del suolo” di Giovedì 5 dicembre servirà a far riflettere sui rischi che corre questo bene sempre più prezioso, espressione di bontà e bellezza, natura e biodiversità, vita. Purtroppo sempre più ridotto, nel mondo come in Italia, e qui il suolo perso anche nel 2023. Ben 7250 ettari, il dato è superiore alla media decennale di 68,7 Km² (2012 -2022). In pratica ogni secondo 2,2 m² di suolo perso, pari a 20 ettari per oltre l’’80% fertili. Suolo che produceva cibo e serviva per trattenere acqua e anidride carbonica in questa nostra Italia che racconta alluvioni e un clima malato. Il Paese dei mille e mille territori, tutti contrassegnati da testimoni speciali, le nostre eccellenze agroalimentari. La verità è che oltre 70 Km² di suolo è andato definitivamente perso per i compiti vitali svolti nel corso di millenni, e, i danni sono enormi, soprattutto quelli riferiti a strategie utili a dare un diverso tipo di sviluppo per il domani del nostro Paese . Una follia che ci vede tutti coinvolti, anche se con un tasso di responsabilità diversa, visto che siamo tutti distratti e tutti disponibili a consumarlo. Poi, però, i nodi vengono al pettine. Nel caso del consumo di suolo è il tempo che mette in evidenza i problemi e, quando succede, nella generalità dei casi sono gravi, spesso impossibili da risolvere con tutti i danni in evidenza.
Si continua a fare tutto quello che si è fatto da quando il mondo ha avviato il processo di globalizzazione e, nella nostra amata Italia, è partito il tanto decantato boom economico, campo aperto per il neoliberismo, il nuovo tipo di sviluppo globalizzato. Un insieme di fenomeni distruttivi della Terra, che “Non appartiene all’uomo – come ci ricordava il saggio Capriolo Zoppo nel precedente articolo – è l’uomo che appartiene alla Terra…Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra… I nostri hanno visto i loro padri umiliati dalla sconfitta…e, dopo la sconfitta, essi passano giorni nell’ozio e contaminano i loro corpi con cibi dolci e bevande forti”. Poi, parlando di Dio, il grande capo dei pellirossa affermava che il nostro ha una pari compassione per l’uomo rosso e l’uomo bianco, sottolineando che “ far male alla terra è disprezzare il suo creatore…perché essa è preziosa per lui”. Diversamente - i fatti che accadono nel mondo lo stanno a dimostrare - per il dio onnipresente e assillante che guida l’uomo di oggi, e non solo quello bianco. Tutti noi che ancora stentiamo a renderci conto dei disastri del consumismo proprio di un sistema che non ama la Terra e lo dimostra ogni giorno con il furto di suolo che condiziona sempre più il domani dell’umanità.
Si continua, nelle mani del denaro - non più mezzo ma fine - a consumare ancor più di ieri, ciò che porta a depredare e distruggere il globo che ci ospita, da sempre limitato e finito. Non a caso cresce, parallelamente, la criminalità organizzata; il numero di pazzi e incoscienti che dichiarano guerra o rispondono ad essa con le armi. C’è rimasto solo il Papa a innalzare in alto la bandiera della pace e, con le sue riflessioni incessanti, a dare spunti di ragionamento a chi ha, però, la voglia di ragionare, e, di insegnamento a chi è ancora attaccato ai valori veri della vita, a partire dall’amore e dal rispetto.
In assenza della politica si discute del nulla e lo si fa con un numero alto di donne e di uomini, protagonisti veri di questo nulla che chiude ogni porta al domani. Un vuoto di discussione, confronto, democrazia, che viene riempito da distacco, silenzi, mancanza di rispetto e di amore, qualunquismo, indifferenza, violenza, odio. L’insieme degli ingredienti che limitano con la democrazia, la libertà, dando sempre più spazio ai poteri forti, rappresentati dalla finanza (banche e multinazionali), cuore ed anima del neoliberismo delle macerie. Non a caso sconosciuto ai più, e, come tale, non analizzato e, così, solo di rado giudicato. Una situazione perfetta che dà ad esso la possibilità di continuare a distruggere e depredare, mettere sempre più in crisi il mondo, la “nostra casa” come piace a Papa Francesco definirlo. Intanto si continua a consumare suolo in Italia e, con le 50 guerre in atto, ancor più nel mondo. Superfici immense alle quali bisogna aggiungere quelle che vanno registrando la perdita di fertilità dovuta soprattutto alla diffusione dell’agricoltura industrializzata, preziosa solo per le banche e le multinazionali. Chiudo con un’altra significativa riflessione di Capriolo Zoppo, “Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi” e, come tale, va rispettata per dare al passato la continuità dell’oggi ed all’oggi quella del domani delle nuove generazioni. La parola d’ordine è “NO allo spreco di suolo e della sua fertilità”
Caro Pasquale, affronti , nell’ignora za e nel silenzio generale, una questione fondamentale per il futuro di noi tutti.
RispondiEliminaCi facciamo governare dai cretini succubi di straricchi con le peggio perversioni
RispondiEliminaUn commento il tuo, mio caro Famiano, che mi onora. Grazie
RispondiEliminaBuona giornata.. dappertutto si moltiplicano le distese di bitume e di cemento. Il governo è silente tace sul grande consumo di suolo non riflette.,,,. Le norme urbanistiche e le politiche ostacolano i processi che interessano i suoli.una grande contraddizione dei governi di un paese a crescita zero dove la popolazione è ferma e invecchia i terreni stanno perdendo sempre più la capacità di assorbire e trattenere l acqua. Guardiamo con attenzione le grandi città. Tutto si può cambiare se c è volontà. Se ci sono norme poco intelligenti che producono effetti così dannosi non c è motivo di tenerle in vita. Miglioriamo tanti orrendi spazi costruiti. Manca il buon senso e il culto del Bello. Si ripensi a quelle aree abbandonate con soluzioni adeguate al nuovo scenario climatico. Dopo tanti fallimenti si cerchino nuove sfide per rigenerare e tutelare l ambiente.. prendere coscienza è un momento importante. E che questo Natale rinsavisca. Un forte abbraccio conn tanti auguroni
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