Persi 400 ettari di suolo agricolo nel 2023 a causa del fotovoltaico

A livello di macro-ripartizioni geografiche, una maggiore incidenza dei suoli agricoli convertiti a fotovoltaico al Nord, con il 46,5% dei circa 400 ettari, contro il 40% di Sud e Isole e il 13,5% del Centro Italia
Teatro Naturale - 04 dicembre 2024 | 15:00 | C. S.---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Tra abbandoni, cementificazioni e cambi di destinazione sono stati persi, nel 2023, altri 4.000 ettari di suolo agricolo, secondo il Rapporto ISPRA 2024. Un fenomeno dovuto anche all'installazione di impianti fotovoltaici a terra che, in base a una stima ISMEA ha coinvolto poco meno di 400 ettari, il 9,5% del suolo agricolo consumato nell'anno, seppure con una diversa intensità territoriale.Il Focus ISMEA, abbinato al Rapporto ISPRA presentato oggi a Roma, rivela, a livello di macro-ripartizioni geografiche, una maggiore incidenza dei suoli agricoli convertiti a fotovoltaico al Nord, con il 46,5% dei circa 400 ettari, contro il 40% di Sud e Isole e il 13,5% del Centro Italia. Il Veneto, con poco più del 17% del totale, apre la classifica regionale, seguito da Piemonte e Sicilia, con circa il 14% ciascuno, e da Lazio e Sardegna con quote rispettivamente dell'11,5 e dell'11 per cento.Marginale l'effetto "covering" da fotovoltaico in Puglia, con poco più del 2% dei 400 ettari nazionali, e soprattutto in Umbria, Marche, Toscana e Campania (ciascuna con 1% circa di quota), nessun contributo, invece, da Trentino-Alto Adige, Val d'Aosta, Liguria, Molise e Calabria. Il fenomeno, che implica un effettivo consumo di suolo agricolo ma che, a differenza della cementificazione, non assume carattere irreversibile, ha interessato per il 51% aree rurali con agricoltura di tipo intensivo, collocate in prevalenza in territori di pianura e collina, il cui impatto sul piano economico e produttivo è significativamente maggiore rispetto ad altri contesti. Un altro 28% ricade in ambiti classificati "intermedi", il 13% in aree interne con problemi di sviluppo, soggette anche a fenomeni di spopolamento, e solo l'8% in aree urbane e periurbane. Non si tratta dunque di aree marginali; da rilevare, inoltre, una schiacciante prevalenza dei seminativi, per lo più in territori di pianura. Al Centro-Nord il 95% delle superfici agricole dirottate sul fotovoltaico riguarda questa tipologia colturale, contro il 77% del Mezzogiorno. Al Sud e nelle Isole si osserva un significativo coinvolgimento anche delle colture permanenti (20%), con un quinto dei terreni agricoli disimpegnati per fare posto ai pannelli solari situato in zone montane o pedemontane. Complessivamente, la copertura di suolo nazionale con pannelli fotovoltaici ha cumulato negli anni un'estensione di circa 18.000 ettari, tra suoli agricoli ed extra-agricoli. Il Focus ISMEA fornisce anche una stima del valore fondiario dei terreni transitati al "solare" nel 2023, pari a 9,7 milioni di euro, effettuata a partire dagli indicatori agronomici-estimativi derivati dalle banche dati dell'Istituto. La collaborazione interistituzionale con ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e SNPA (Sistema nazionale protezione ambiente), per ora di carattere sperimentale, si inquadra in un più ampio progetto ISMEA che prevede la costituzione di un "Osservatorio delle terre agricole e rurali nazionali". "Lo scopo - spiega il Direttore Generale ISMEA Sergio Marchi - è monitorare in maniera continuativa i dati sul consumo e sull'uso del suolo in Italia, in ottica valutativa e anticipatrice rispetto alle possibili implicazioni agricole, rurali e di sovranità alimentare. Sono tematiche che contribuiranno a migliorare la comprensione dei fenomeni in atto a supporto della governance del sistema agroalimentare, con valutazioni d'impatto sulle relazioni tra diverse opzioni, anche sul trade-off tra la conservazione e il rafforzamento del potenziale produttivo agricolo del Paese e lo sviluppo di energie rinnovabili."

Commenti

  1. I dati sono impressionanti se uno pensa a quanto cibo perso, a quante aziende chiuse; a quantta forza lavoro non più agricola. Sono impressionanti anche per i silenzi di chi dovrebbe urlare NO al consumo di suolo, a partire dal Ministro dell'agricoltura , il mondo agricolo, Qualivita, che si vantano dei successi dell'agroalimentare , soprattutto le sue eccellenze Do e Igp. Il loro silenzio sul furto continuo di suolo sta a significare che sono distratti o, peggio, che ila perdita di migliaia e migliaia di ettari di suolo fertile, per loro, non è un problema. Bravi solo a non disturbare il sistema predatorio e distruttivo che nessuno nomina, il neoliberismo delle banche e delle multinazionali. Bravi!!!!!!!!!!!!!

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