Eterna festa dell'albero
di
Vincenzo Di Sabato gio 21 nov, 12:00 (20 ore fa)
Notazioni, evocazioni e idee per la eterna festa dell’Albero
Mentre faccio passin passetto più spesso indietro che avanti, rifletto sulla lunghissima vita degli alberi la cui Festa ricorre il 21 novembre. E innalzo di buona voglia anche un inno alla vita, avendo oltrepassato di questi giorni, involontariamente, l’88° mio compleanno. E l’armonia di affiancare ogni vita al “precetto” di Luigi Pirandello secondo cui “chi vive la vita senza motivarla, non vive!”. E… che - senza gli alberi - sarebbe impossibile qualunque tipo di esistenza sulla Terra. Perché sono essi a farci dono di ossigeno, cibo, riparo, e ad offrire dimora a strepitii di uccelli.
Più alberi anche in città, fondamentali non solo al decoro estetico ma pure alla funzione ecologica e modellatrice di un ecosistema urbano. “Gli alberi son quasi un dialogo col Supremo – scriveva Tagòre a grandi vocali ariose – son lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto”. “Ed io credo – soggiunge ora Kilmer – che non vedrò mai una poesia bella come l’albero”.
Essi s’intrecciano fra le più splendide esperienze umane, tanto d’aver ispirato nella storia di tutti i popoli e di tutti i tempi: miti, canzoni, poemi, dipinti, valori spirituali che ci inducono, in velocità, ad amarli e a proteggerli senza riserve. Sennò rischieremo di incorrere perfino ad un perenne ed insolvibile debito con loro. Grande è stato il grido di dolore dell’Amazzonia brasiliana, proprio per la deforestazione del loro bosco pluviale, il più grande del mondo!
Ho la buona sorte di rosicchiare questo mio piccolo rimasuglio di vita a Guardialfiera, il cui territorio è ricoperto da oltre seimila ettari di struggenti boschi cedui e su cui troneggiano almeno due vetusti alberi giganti, rari per maestosità e dimensioni.
Argutamente mi raccontava Rocco Cirino, responsabile di “Ambiente e Territorio” di un don Beniamino Petrone, parroco a Montagano, di grande solidità e serenità. Attraverso il ministero della Confessione, una volta ottenuta dai penitenti la riprovazione dei peccati commessi, imponeva loro, per penitenza, l’obbligo di porre a dimora un albero o più alberi, secondo la gravità o la natura dei peccati.
L’ing. Antonio De Marinis - di Civitacampomarano, narra dei suoi molti anni da soprintendente alla Tenuta Presidenziale della Repubblica a San Rossano di Pisa, erano i tempi di Leone, Cossiga, Scalfaro – trovava lì l’ingegneria della natura in quegli alberi dalla chioma puntata verso il cielo, come colonne capaci di contrastare l’irrefrenabile dissesto idrogeologico, come quelle della sua Civita, eternamente spossata da fenomeni franosi.
Michele Tanno, Presidente dell’Arca Sannita, agronomo, autore di monografie tecniche e scientifiche sul mondo rurale, propone di riparare, in qualche modo e rivalorizzare quei suoli ridenti di Guardialfiera, qui giardini spodestati agli ortolani per dar posto a Lago che, dopo 54 anni è ancora economicamente e turisticamente improduttivo. Propone a Guardialfiera ed al Molise “il “Giardino dei frutti dimenticati”. Un Parco – proprio nel demanio attorno al Lago – che incoraggi il recupero, la conservazione di antichi alberi da frutto: ciliegie, nespole, albicocche, pere volpine, mele zitella, susine, fichi dalle mille diversità. Questo “Giardino di frutti dimenticati” si trasformerebbe davvero in attività e di laboratorio a cielo aperto per scolaresche, per portatori di handicap, per gruppi amatoriali. Costituirebbe un modello di sviluppo ecocompatibile per produzioni sufficienti all’intero territorio molisano, da lanciare e diffondere in nicchie di coltivazioni ed in àmbiti sempre più estesi. Piantare, ripiantare alberi, e alberi da frutta che sappiano di bella stagione, benché sempre più minacciati dai criminali del fuoco.
“Un albero – osservara il compianto Domenico Lucarelli - assorbe con le sue radici 5.000 litri d’acqua all’anno; contribuisce a tener asciutto il sottosuolo che rischierebbe di impregnarsi irreparabilmente d’acqua piovana. Abbassa con la propria ombra la canicola estiva da due fino ad otto gradi; riduce dal 20 al 30% il costo dell’aria condizionata”.
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