Quello che il Governo non dice e che l'opposizione non racconta

Sit-in Roma 17 ottobre n Piazza Capranica dalle 16:00 alle 19:00 per i diritti sociali contro povertà e disuguaglianze Giornata mondiale per l’eliminazione della povertà Rete dei Numeri Pari
. In Italia sono quasi sei milioni le persone in povertà assoluta. Con la legge di bilancio aumenteranno. Che fa il governo Meloni dinanzi ai numeri della povertà? Ha sottoscritto un piano strutturale di bilancio da 7 anni che schiaccia e impoverisce ancora i servizi pubblici, si appresta a varare una legge di Bilancio che aumenta i fondi per armi e guerra e taglia risorse alla sanità pubblica, al lavoro e al sociale, con l’autonomia differenziata spacca il Paese istituzionalizzando le disuguaglianze e con il ddl Piantedosi mette in galera chi dissente e lotta pacificamente per la giustizia sociale e ambientale Il 17 ottobre è la Giornata mondiale per l’eliminazione delle povertà, istituita 32 anni fa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’obiettivo delle NU è quello di eliminare la povertà perché intesa come un crimine di civiltà e per questo chiedono a tutti i Paesi di mettere al centro in questa giornata l’impegno prioritario per sconfiggere disuguaglianze e povertà, non solo contrastarle. L’obiettivo è quello di cancellarle, perché le disuguaglianze sono crimini di civiltà. Mai come oggi, invece, la nostra umanità vive una situazione difficilissima segnata da un aumento costante delle disuguaglianze, su cui incidono pesantemente le guerre e il loro impatto, così come la crisi ecologica e le conseguenze del collasso climatico. In un contesto internazionale in cui il multilateralismo e la cooperazione lasciano spazio a nazionalismi, sovranismi e spinte etnocentriche che impediscono iniziative condivise per affrontare le principali priorità del genere umano, viene così ulteriormente legittimato l’utilizzo della guerra nella risoluzione dei conflitti. In Italia la situazione continua a peggiorare e da più 15 anni non sembra esserci alternativa all’attuale stato di cose. I dati Istat, Censis, Eurostat e Svimez denunciano un peggioramento mai visto prima nelle serie storiche del nostro Paese. Sono 5 milioni e 750 mila le persone in povertà assoluta, di cui più di 1,2 milioni minori. La precarietà lavorativa colpisce 7 persone su 10, mentre 4 milioni sono quelle che, pur lavorando, rimangono povere e la maggior parte sono donne e giovani. Sono 2 milioni e 500 mila le famiglie in precarietà abitativa e 150 di loro ogni giorno vengono sfrattate per morosità incolpevole. Le famiglie che non si possono più curare sono 2 milioni e 100mila, mentre 4 milioni e 500mila famiglie devono decidere se indebitarsi per farlo. La dispersione scolastica colpisce un giovane su cinque, con punte al Sud di uno su tre. L’analfabetismo di ritorno è al 33%. In assenza di politiche sociali adeguate, continua ovunque a crescere il welfare sostitutivo mafioso, così come aumentano i reati spia. Crescono anche le disuguaglianze di genere a causa dei tagli del Governo che hanno portato alle chiusure dei consultori e dei centri antiviolenza, nonostante in Italia una donna su tre subisce violenza e si verifica un femminicidio ogni tre giorni. Nella classifica Global Gender Gap 2024 l’Italia si posiziona all’87° posto a livello generale – perdendo ben 8 posizioni rispetto al 2023 – mentre in Europa si colloca al 37° posto su 40. La nostra Costituzione, a partire dall’art.3, impone alla Repubblica come priorità quella di garantire i diritti sociali, a partire dal diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, fondamentali per consentire la partecipazione dei cittadini e delle cittadine alla vita della Repubblica. Il Governo Meloni nonostante la crescita della povertà, le richieste delle NU e l’obbligo previsto dalla nostra Costituzione, promuove una Legge di Bilancio che non dà risposte, anzi determina un ulteriore aumento di disuguaglianze e povertà, danneggiando nel profondo e nel complesso la società e l’economia italiana. La Legge di Bilancio taglia fondi alla sanità e al welfare; cancella il reddito di cittadinanza, che nonostante i suoi limiti era l’unica misura utile centinaia di migliaia di persone; elimina le misure per il sostegno alla casa, nonostante milioni di famiglie in emergenza abitativa; introduce il ddl Lavoro che aumenta precarietà e sfruttamento; aumenta le spese militari; non investe risorse in politiche di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici; continua a sprecare i fondi del PNRR per inutili e insostenibili grandi opere, che non promuovono né equità sociale né sostenibilità ambientale che dovrebbero essere le priorità. Una Legge di Bilancio pessima, ingiusta e inadeguata, condizionata dalla necessità di coprire gli interventi del 2024, che promuove misure che favoriscono la concentrazione della ricchezza in poche mani, aumentando disuguaglianze e precarietà. Come se non bastasse, il Governo Meloni tradendo gli impegni presi in campagna elettorale ha approvato qualche settimana fa un Piano Strutturale che prevede sette anni di tagli da 12 miliardi medi all’anno con l’obiettivo di promuovere stabilità finanziaria. L’effetto calcolato sul debito/pil sarà praticamente nullo, non raggiungendo né la stabilità finanziaria sbandierata, né lo sviluppo ipotizzato. In realtà con le sue scelte il Governo farà pagare i costi dei vincoli del nuovo Patto di Stabilità alla maggioranza dei cittadini e delle cittadine attraverso privatizzazione e tagli a servizi pubblici fondamentali. Invece di potenziare i servizi pubblici, a partire da sanità e istruzione, il governo sceglie di imporre nuovamente politiche di austerità nonostante la catastrofe sociale prodotta in passato (2010-2020). Il Governo potrebbe trovare le risorse necessarie utilizzando la leva fiscale per tassare i mega ricchi che hanno accumulato enormi fortune con la crisi; così come su grandi patrimoni, successioni e rendite finanziarie. Ma sceglie di non farlo, preferendo accanirsi su chi ha già pagato la crisi e la continua a vivere sulla propria pelle. Allo stesso tempo aumentano come non mai le spese militari, rafforzando i venti di guerra mentre nel Paese si muore di fame e di lavoro. Con questa legge di Bilancio e con la scelta di approvare un Piano strutturale che impone il ritorno all’austerità per i prossimi sette anni nel Paese nonostante la crisi sociale, il Governo Meloni tradisce i principi fondamentali della nostra obbligo alla solidarietà. Per eradicare povertà e disuguaglianze, come chiedono le NU, bisogna applicare la Costituzione e garantire anche in Italia i pilastri sociali europei, alla base della nostra idea di civiltà fondata sull’intangibilità della dignità umana. Si poteva e si può fare diversamente, come chiedono più di 700 realtà sociali che promuovono un'Agenda Sociale con proposte e interventi in grado di dare risposte efficaci e adeguate a sconfiggere le disuguaglianze. Per questo saremo in piazza nella giornata mondiale per l’eradicazione della povertà. Per ricordare lo scandalo della povertà, le responsabilità di chi governa e dare voce alle realtà sociali e sindacali impegnate contro le disuguaglianze. Chiediamo a tutte e tutti di rilanciare appello, comunicato stampa e proposte attraverso i canali delle vostre realtà sociali e sindacali in vista del sit-in del 17 ottobre

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