La sola certezza

 

 

Ogni giorno i segnali che arrivano sono di un predominio lento ma costante dell’intelligenza artificiale, quella che andrà a sostituire l’intelligenza naturale, cioè del mondo animale e vegetale, dell’umanità.

Ogni giorno c’è un attrezzo o un macchinario che ruba il posto di lavoro a una persona, a noi che ne abbiamo bisogno di pensare, sognare, progettare per programmare e costruire il domani, facendo tesoro del rapporto che abbiamo con il resto della natura, nel momento, però, in cui questo rapporto rimane e viene alimentato, non esaurito.

Da qualche parte del mondo stanno azzerando le montagne; da qualche altra parte si stanno sciogliendo i ghiacciai; da qualche altra parte ancora bruciano boschi e foreste o, come ci raccontano dalle Olimpiadi di Parigi, la morte accertata del fiume che attraversa la grande e stupenda città, la Senna, con le sue acque inquinate. Per non parlare di un mare sempre più plastificato o di un territorio sempre più ridotto per far posto  ancor  più a cemento e asfalto, pali eolici e pannelli solari o, anche, di un suolo sempre meno fertile e, cioè, sempre meno disposto a produrre cibo. Sto pensando alla pubblicità  che parla delle api, gli insetti che più di altri lavorano per impollinare, fecondare la vita, compresa la nostra. Una pubblicità finalmente educativa, che ci aiuta a capire e a prevenire il disastro prodotto da un mondo nelle mani di criminali che distruggono la natura, con tutti i suoi componenti, solo per accumulare denaro.  E lo fanno, rendendoci complici, con il consumismo spietato, la plastica, i fossili, le guerre, le scelte folli come quella della Tav ieri e il Ponte di Messina oggi. Padroni di banche e multinazionali, pozzi di petrolio e miniere, e, anche, di cibo, ancora per poco coltivato a terra prima di passare a quello “coltivato” in laboratorio. A tale proposito in alcune mie riflessioni, pubblicate mesi fa, dicevo che non è la scelta di questo cibo - voluta dal soggetto che mangia o sostenuta dalla pubblicità - che m’interessa, ma la rottura che ci sarà all’interno del mondo naturale, nel momento in cui l’umanità non avrà più bisogno della piante e dell’animale.

Un  mondo privo di sensazioni e, ancor più, di emozioni che il rapporto di sempre ha prodotto con la biodiversità, il suono, la parola, l’odore, il sapore, il segno, il canto. Un mondo dove regnerà per semre la noia!

Ogni giorno – dicevo  -  arrivano segnali al mondo delle donne e degli uomini, nella gran parte non percepiti o percepiti solo in parte per non essere preoccupati più di tanto. Sto pensando agli ultimi che ho avuto modo di percepire domenica in diretta nella stazione di Isernia, ovverosìa la difficoltà di dialogo, non da parte mia che uso il dialetto meglio dell’italiano, ma di chi da anni gira il mondo e vive le novità in aeroporti e stazioni. Ebbene, oltre dieci minuti per fare un biglietto Isernia - Roma, e tutto per una difficoltà di comunicazione della persona con la  macchina, in verità un po' capricciosa, che doveva solo far cadere il biglietto belo e stampato. Nessuna risposta nonostante la grande calma e pazienza dell’interessata a raggiungere entro mezzogiorno la stazione della capitale italiana. Ripensavo, mentre assistevo a una vera e propria lotta, alla macchinetta nelle mani di una dipendente di un piccolo supermercato di Legnaro, comune confinante con Padova,  che anticipava la cassa e che prossimamente sostituirà le cassiere e i cassieri dei supermercati. Inoltre, avendo presenti sul binario i controllori del treno, oltre al macchinista, mi è venuto facile pensare che, come per le metropolitane, tutto sarà meccanizzato. Chiudo con l’ultima delle sorprese che segnano il domani, la chiusura della cassa nell’agenzia della grande banca attiva nel mio paese, con il personale rimasto a guidare le persone, prima di essere licenziato, alla cassa automatica per imparare a dialogare con essa. Tutte agenzie e sedi centrali già pronte per essere un  buco con uno o più bancomat a disposizione e tutte, felici e contente con i loro azionisti, ad accumulare denaro, lo strumento che, con l’intelligenza artificiale, ci renderà numeri funzionali. La sola certezza che abbiamo noi poveri mortali privi di intelligenza artificiale è la libertà e, cosa davvero importante,  sapere per certo che la morte  – come diceva Totò – livella tutto e tutti con un semplice amen.



Commenti

  1. Salude e buonasera
    Non ti abbattere per questo tipo di progresso, l' umanità ha superato prove ben peggiori, ricordo "mamma li turchi" ci saranno altri lavori, la terra se abbandonata a sé stessa provoca frane inondazioni , alluvioni, desertificazione. La persona anziana ha bisogno di cure materiali, psicologiche e spirituali.
    La fantasia non sarà mai una prerogativa dell'intelligenza artificiale, essa di restituisce quello che l' uomo vi immette.

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    1. No, non mi abbatto, m'incavolo per il regalo che la mia generazione e quelle arrivate subito dopo stanno consegnando alle future generazioni. Un'eredità pesante difficile da sostenere

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  2. Il nostro mondo ha diverse notti e non poche.. la nostra non è un epoca di cambiamenti in positivo ma un un cambiamento d epoca in negativo.

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  3. Pasquale carissimo, è importante ciò che pensi e scrivi. Ma tu sei andato cercando sempre maestri e sapere. Io sono in crisi profonda vedendo che la scuola non esiste piu', come non esiste più la famiglia, l'amicizia tutto disintegrato da un vuoto umano, dalla solitudine del cellulare .c'era bisogno dei partiti politici organizzati, ma Berlusconi ha scelto altro per il popolo. Peccato Pasquale! anche Genova è in crisi totale nonostante.....Balilla

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  4. Maria Grazia Barbusci8 agosto 2024 alle ore 12:36

    Intelligenza artificiale e macchine non hanno un'anima che è ciò che fa la differenza nel vivere. Robotizzare e informatizzare ogni cosa non renderà gli uomini migliori, la robotica aiuta e risolve problemi ma un cuore artificiale non può donare emozioni. Stesso dicasi per madre natura, odori sapori suoni versi colori devono essere contemplati nel loro sviluppo e non semplicemente clonati.
    L'anima fa la differenza sempre, il resto è calcolo senza coscienza

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