Varchi aperti, il docufilm che verrà presentato oggi pomeriggio a Termoli
la presentazione alle ore 17.30 di oggi presso l'ex cinema Sant'Antonio. Buona visione
Ha preso il via la 21° edizione di Molise Cinema e, come nelle edizioni precedenti, Casacalenda - dall’alto
della Montagnola a scendere fino alla Terravecchia, la lingua parlante che racconta, nel tempo della
seconda guerra punica, l’accampamento di Annibale a Gerione, il sito non lontano - si è animata di ospiti
provenienti da ogni parte. Ad aprire la manifestazione la proiezione, nella minuta sala del Cinema Teatro K,
sottostante il Palazzo ducale, di un documentario “Varchi aperti”, diretto da Pasquale D’Imperio, che, con
molti dei protagonisti, racconta con la voce narrante di Michele Placido un’esperienza vissuta intensamente
dalla comunità negli anni ’80, quelli della chiusura dei manicomi con l’approvazione della legge Basaglia.
L’ultima delle grandi riforme di un tempo fortemente segnato dalla voglia di cambiare il mondo, nota come
“quelli del ’68”, che ha prodotto altre conquiste importanti come la riforma del lavoro e quella della sanità,
l’aborto e la parità uomo-donna.
“Varchi aperti”, il racconto, come prima scrivevo, di un’esperienza vissuta agli inizi degli anni ’80, è un
documentario ben fatto con una sequenza di foto stupende, che vede alternarsi una serie di protagonisti:
dall’allora sindaco, Giovanni Di Stasi, che si è preso la responsabilità della decisione di aprire la “Casa
famiglia - Casone di Casacalenda” intestata a un noto medico del luogo, Nardacchione, fondata da Don
Antonio di Lalla, oggi parroco a Larino, fondatore anche del mensile che ospita quest’articolo, “la Fonte”, la
testata dei terremotati che dirige da vent’anni; Angelo Malinconico, psichiatra, analista, criminologo, che,
nel tempo, diventerà responsabile, presso l’ospedale S. Timoteo di Termoli,del Centro di salute mentale
dell’Asrem e pubblicherà, da solo o con altri, libri interessanti riguardanti la psichiatria; l’On. Famiano
Crucianelli, già parlamentare sottosegretario agli esteri, legato a Casacalenda e al Molise; dr. Benedetto
Saraceno, psichiatra anch’egli, che racconta la storia della chiusura dei manicomi, vissuta in prima persona
quale componente del gruppo Basaglia e l’esperienza del Casone, che segue come supervisore, con viaggi
da Trieste a Casacalenda, dando un contributo importante alla riuscita dell’iniziativa.Un documentario
“Varchi aperti” che, con queste ed altre testimonianze, racconta una realtà che ha segnato positivamente
Casacalenda nel momento in cui è diventata - con l’amore, l’attenzione, la cura - un esempio di rottura e,
nel contempo, di possibilità di annullare le distanze create da una psichiatria tutta basata su “chimica e
elettricità” entro quel luogo di tortura che è sempre stato il manicomio.
A dare, con la bellezza della fotografia di un maestro qual è D’Imperio, ancora più forza alla riflessione la
musica di Dario Di Stasi che alla fine della proiezione te la ritrovi dentro d te e torni ad ascoltarla con i suoi
alti e bassi che scandiscono le parole dei testimoni di una comunità terapeutica per la salute mentale. La
musica accompagna la riflessione su un tema che riguarda tutti, oggi più che mai visto che i veri pazzi sono
quelli che dichiarano e alimentano le guerre in tutte le sue forme. Tutto per distruggere e depredare risorse
e, con esse, il domani delle nuove generazioni e, se non si cambia, dello stesso mondo che viviamo. Pazzi
che non si sentono criminali, privi come sono del senso del limite e del finito. Una giusta scelta quella di
Molise cinema di inserire “Varchi aperti” come anteprima del fitto programma della ventennale
manifestazione aperta dal saluto del suo promotore, Federico Pommier Vincelli.
Grande l’applauso finale da parte di un pubblico stipato nel piccolo cinema teatro e tanto l’entusiasmo
all’esterno con gruppi sparsi a commentarlo. Un invito a programmare la sua diffusione, a partire dal
Molise. Ed ora l’attesa - come sottolineava Flora – di una seconda parte, quella che racconta il soggetto
paziente/utente con la sua vita, la sua sofferenza, i suoi sogni, le sue passioni per coinvolgere ancor più lo
spettatore e, così, renderlo un vero capolavoro. Lo merita.
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