Riflessioni di un vecchio

di Vincenzo Di Sabato La Giornata mondiale dei poveri istituita dal Papa e il dolore dei miseri per la pigrizia dei beati Leggo “a posteriori” e, per caso, il messaggio apostolico di Papa Francesco apparso su “Avvenire” mercoledì 14 giugno. E’ l’esortazione per la “7^ giornata mondiale dei poveri” fissata per il prossimo 19 novembre. “Non ne togliete lo sguardo su di loro!” (Tb. 7,7). Oppresso da un fardello di apprensioni, Bergoglio ha meditato anche queste tribolazioni e le ha scritte nel Policlinico “Gemelli”, in un momento di particolare sofferenza. Chi sono i
miseri, i bisognosi nel pensiero di Gesù? Non sono soltanto gli affamati, gli umiliati ed oppressi. Son coloro che hanno l’animo pulito; sono gli “ultimi” che tentano di opporsi “ai primi”. Sono “i senza diritto. Sono “i giusti” inascoltati “dai superbi”. “I poveri” – secondo don Oreste Benzi – son coloro che non hanno da chiedere scusa per il fatto di essere nati! Sono l’effetto dell’ingiustizia distributiva. Il Papa, con un forte richiamo al realismo evangelico, biasima le speculazioni e gli attentati alla dignità umana; riprova l’erta e la velocità alla fuga. Renato Guardini sacerdote e scrittore italiano che sapeva parlare al cuore di ogni persona umana, dinanzi all’imperturbabilità della Classe Dirigente, al dolore e al molto dolore dell’uomo, esclamò: Signore, manda me come lavoratore dell’onestà, mietitore di sofferenze. Manda me a mangiare pane di pianto e calici di lacrime di chi è tradito”. E quest’altra elevazione? “Non accogliere il sonno degli occhi, prima di aver ripensato TRE VOLTE agli atti compiuti o non compiuti durante il giorno. In che cosa ho mancato?”. E’ un esercizio da condurre nel santuario interiore dell’anima, prima di introdurci nella regione segreta del sonno. E non ce lo suggerisce il Papa. E’ stato un filosofo e matematico greco vissuto in Calabria nel IV-V secolo a.C. E’ stato Pitagora del quale ricordiamo la “Tavola Pitagorica”, cioè la tabellina studiata in seconda elementare; o il teorema di quel triangolo rettangolo approfondito in 2^ media nella ossessione della geometria. Pitagora raccomandava la rendicontazione delle opere e delle ore vissute per contemplare oggettivamente noi stessi, il nostro “io”; le nostre DECISIONI, le nostre indecisioni, senza autodifese e scusanti che alzano divisori allo sguardo degli altri. Abbiamo la forza di compiere questo atto serale? Chiudiamo la giornata senza ripensando tre volte ai doveri compiuti o non adempiuti durante il giorno? Anche Nelson Mandera (1918-2013) lo straordinario leader del movimento contro l’apartheid in Sud Africa, scriveva: “una nazione dovrebbe essere giudicata da come tratta non i cittadini più prestigiosi, ma i cittadini umili e bisognevoli d’essere ascoltati e condivisi”. Il voto di civiltà da assegnare ad una Nazione, ad un Ente, ad una Comunità – secondo anche il desiderio di Bergoglio – dev’essere calibrato non sulle curve alte e i picchi di benessere, ma sull’attenzione riservata ai diritti “dei piccoli e alle loro legittime attese”. Già il poeta latino Ovidio scriveva che “ai poveri va sempre male” perché - come dirà secoli dopo Santa Teresa d’Avila – “i veri poveri non fanno rumore”.

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