Non basta studiare, bisogna anche darsi da fare

Ecologia, politica e cultura a servizio della democrazia di TALLURI MARCO da Ambiente e non solo, il blog giornalistico nel quale si parla di ambiente, emergenza climatica, sviluppo sostenibile, mobilità sostenibile, comunicazione e non solo. Febbraio 21, 2023
Come abbiamo fatto in diversi casi precedenti, proponiamo qui una recensione, di un volume uscito da poco tempo: La via di Laura Conti. Ecologia, politica e cultura a servizio della democrazia, di Valeria Fieramonte, edito dalla Società per l’enciclopedia delle donne e disponibile anche in ebook www.enciclopediadelledonne.it. Questo blog è dedicato all’ambiente e Laura Conti, fra le tante cose che ha fatto nella sua vita, certamente ha lasciato una sua impronta importante sul tema ambientale. Forse non è casuale che tante donne svolgano o hanno svolto un ruolo fondamentale nelle battaglie per un ambiente pulito e per contrastare l’emergenza climatica. Dalle contemporanee promotrici del movimento globale Fridays for Future, Greta Thunberg e Vanessa Nakate (e varie altre), a Gro Harlem Brundtland, presidente della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite, che ha redatto il rapporto noto con il suo cognome, che contiene la definizione di “sviluppo sostenibile”. Ma tante altre sono le donne che hanno segnato la storia dell’ambientalismo moderno, Laura Conti è una di esse. Come ricorda l’autrice nel suo libro, Walter Ganapini espresse un giudizio “fulminante” su di lei: «Laura è stata una grandissima eretica, una di quelle personalità che marcano le epoche.» Il libro è una biografia di Laura Conti che racconta la sua storia di impegno politico, che la vide giovane partigiana durante la Resistenza, prigioniera nel campo di concentramento di Bolzano e poi attiva nelle battaglie per i diritti umani, che percorre la passione e la dedizione alla scienza, alla medicina, alla biologia, all’ecologia, che dà conto del suo lavoro intenso di scrittrice e divulgatrice. Laura Conti ha vissuto intensamente il proprio tempo, la sua storia individuale si è scontrata e intrecciata con gli eventi della Storia di tutti: la guerra, la resistenza, la ricostruzione, le speranze e l’impegno per edificare una società migliore per tutte e tutti, ma ha anche visto molto più lontano, individuando, grazie alla sua peculiare genialità sui temi ambientali, a un pensiero lucido, originale, limpido, alcuni temi che sarebbero diventati di grande importanza molti anni dopo, e che sono rilevantissimi per noi oggi. Come il grande tema dell’ambiente (celebri i suoi reportage e le sue battaglie a seguito del disastro ambientale di Seveso del 1976, quattro leggi della Comunità Europea in questo ambito sono ispirate da lei), della responsabilità del genere umano nei confronti del pianeta Terra, dello sviluppo sostenibile, o come il tema dell’educazione delle giovani generazioni, della necessità della formazione di un’umanità più consapevole e libera. Leggendo questo libro si ripercorre la storia nel nostro Paese, dall’epoca buia del fascismo e della seconda guerra mondiale, alla rinascita con la resistenza, la liberazione e poi tutta la storia contemporanea che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, fra tanti chiari e scuri. Qui però è ovviamente necessario concentrarsi sulla parte del libro che racconta l’impegno di Laura Conti per l’ambiente. Autrice di volumi come Che cos’è l’ecologia (1977) e Questo pianeta (1982), La fotosintesi e la sua storia (1991)precisa che «Non sono una scienziata, ma una studiosa dei problemi di ecologia. Pur trovando affascinante lo studio, credo che sia importante anche agire ed operare. Per questo motivo ho deciso di fare politica: non basta studiare, bisogna anche darsi da fare.» E qui il richiamo a tutti/e noi, non basta comprendere i problemi, studiarli, ma occorre anche impegnarsi in prima persona, agire, e lei lo ha fatto. Il suo fu da subito un ambientalismo politicamente impegnato: nel 1980 fondò, assieme a Enzo Tiezzi e a pochi anticipatori, la Lega per l’ambiente, cdivenne poi Legambiente dodici anni dopo, nel 1992, a Roma Peraltro le sue competenze scientifiche le sono state riconosciute quando le è stato conferito (1986) il Premio Minerva per la ricerca scientifica, che le fu consegnato da Rita Levi Montalcini con queste parole: «La scienza è stata un divertimento che mi è piaciuto, mentre penso sia più meritevole chi, cominciando come partigiana, ha poi cercato di salvare il sistema vivente, occupandosi di problemi così importanti come quello ecologico.» Il 10 luglio 1976 alle 12.40 una nube tossica alzatasi dal reattore chimico dell’Icmesa a Meda si alza su Seveso. Sebbene non vi siano morti, al momento, si moltiplicano casi di avvelenamento, intossicazione e cloroacne che cambieranno per sempre la vita degli abitanti. L’intossicazione colpisce anche gli animali che muoiono e vengono abbattuti a migliaia; la vegetazione e i campi si bruciano. Si sapeva anche che la diossina poteva avere effetti teratogeni: una delle malformazioni riscontrate era il labbro lepo- rino, da cui trae origine anche il titolo del romanzo che Laura Conti ambienta a Seveso, Una lepre con la faccia di bambina (1978). La battaglia della Conti fu senza tregua, in un contesto in cui le autorità tendevano a minimizzare o nascondere gli effetti degli inquinanti: il libro Visto da Seveso (1977) è un saggio politico che documenta lo svolgersi del dibattito, i comportamenti delle autorità e il disorientamento e l’ignoranza che provocarono una sequela di ritardinella generale confusione, contribuendo a incentivare, nella popolazione, una inevitabile diffidenza. Laura insisteva su un importante punto metodologico: le persone dovevano essere informate nel modo più efficace e completo; era convinta che si dovesse diventare sempre più esigenti su questo, per i pericoli crescenti che una società tecnologica impone alla libertà di scelta e perché il calcolo costi-benefici non spetta ai tecnici ma a chi paga i costi delle scelte. Un messaggio di grande attualità che non va mai dimenticato, perchè disporre di informazioni e dati ambientali aperti e comprensibili è un diritto di tutti i cittadini, un dovere per le amministrazioni pubbliche. Seveso era diventata un simbolo mondiale della lotta per la tutela dell’ambiente, avviando un processo che si sperava irreversibile per obbligare la legge al controllo delle fonti di inquinamento per la tutela dei cittadini, e Laura Conti con il suo lavoro di denuncia e divulgazione ha dato un notevole contributo. Divulgazione, appunto anche attraverso un romanzo come Una lepre con la faccia di bambina nel quale: Ho cercato di restituire un linguaggio che è capace di comunicare informazioni concrete, essenziali, ma che non viene impiegato solitamente per descrivere emozioni e stati d’animo… Anche questo è un messaggio fondamentale per chi si occupa di comunicazione, in generale, e di comunicazione ambientale in particolare. Usare un linguaggio chiaro, semplice, comprensibile da tutti, ma anche puntare sulle “emozioni” per far arrivare in modo efficaci i “messaggi”. il dramma di Seveso, oltre che un dramma sanitario e ecologico, le sembrava diventato anche un dramma dell’educazione, a causa del disorientamento generale, adulti compresi. (…) L’osservazione dei comportamenti, spesso irrazionali, con cui la popolazione affrontava il disastro le fece prendere atto che la gente era impreparata a capire i problemi ecologici. Con questa convinzione si decise a portare a termine, nel più breve tempo possibile, il libretto divulgativo Che cos’è l’ecologia Quell’evento diede vita nel 1982 alla prima Direttiva europea “Seveso“, appunto per normare le aziende a rischio incidente rilevante. Pensiamo che solamente in quegli anni (Legge Merli del 1976) si iniziò a legiferare in materia ambientale, ed il primo ministero dedicato all’ambiente è costituito nel 1986. Da Seveso in poi l’impegno ecologista di Laura Conti diventa centrale nella sua vita. In questi anni una delle principali preoccupazioni di Laura Conti è l’acqua, visto che senza acqua non esiste la vita. Se non mettiamo fine ai processi di sempre più rapido e grave inquinamento, l’oceano diventerà una nauseabonda latrina, come già lo sta diventando in certe sue parti il Mediterraneo: ma l’acqua e la neve che cadranno sulle Alpi saranno sempre pure. Un altro messaggio terribilmente attuale, se pensiamo, ad esempio alle plastiche ed alle microplastiche che ormai si trovano ovunque ad ogni latitudine e longitudine nei nostri mari, e che entrano nella catena alimentare con conseguenti rischi per la salute umana. All’epoca Laura Conti interviene sul tema dell’inquinamento dei mari, considerando l’impatto delle petroliere, che costituivano il 60% del traffico marittimo mondiale: per gli incidenti o anche solo per la pulizia delle cisterne era stato calcolato che ogni anno si sversassero in mare circa dieci milioni di tonnellate di greggio. Ma nel suo libro Laura Conti delle tante sostanze (piombo, cromo, cadmio, ecc.) utilizzati nelle attività umane, che poi finiscono in mare: Se di ciascuno di essi è possibile studiare l’azione patogena, quel che è difficile è capire che cosa succede all’organismo che viene aggredito simultaneamente da tutti questi inquinanti. Anche in questo caso una profetica visione dei problemi che oggi dobbiamo affrontare con gravissime difficoltà. Così come quando tratta delle molecole create dll’uomo attraverso la chimica, mentre la natura, se fabbrica una molecola complessa, fabbrica anche la molecola di un enzima che la degrada (…) Quando l’uomo introduce nell’ambiente una molecola nuova, non degradabile, che il mondo vivente non conosce, e per il quale non ha elaborato alcun enzima, viola una legge generale e provoca grossi guai, maggiori o minori secondo la tossicità specifica della molecola. La storia è piena di vicende che mostrano quanto sia vera questa riflessione, una per tutte, molto recente, l’inquinamento da PFAS, che in Italia ha colpito in modo così devastante ed etseso il Veneto, ma che si trova un po’ ovunque. Sostanze create dall’uomo che spesso hanno caratteristiche mutagene e cancerogene che hanno effetto dopo anni e magari sulle generazioni future, indebolendone e alterandone il codice genetico, sono quelle più subdole e difficili da individuare: È ormai chiaro, almeno a chi fa una professione medica, che si è verificato un passaggio dalla prevalenza delle patologie infettive alla prevalenza della patologia cosiddetta degenerativa, definibile come una modalità di risposta indifferenziata: le sostanze cancerogene sono parecchie migliaia, ma i tipi di cancro poche decine, e meno ancora quelli specifici, direttamente correlabili a una certa sostanza, come i tumori dovuti all’amianto. Ed infine una riflessione ripresa dal suo ultimo libro Questo pianeta, nel quale in qualche modo, molto prima che l’emergenza climatica diventasse un tema trattato a livello internazionale con grande evidenza (ma non con altrettante azioni incisive), mostrava una lucida percezione di quello che sarebbe stato il futuro Qualcuno calcola che nei prossimi venti anni le attività umane determineranno la scomparsa di una specie vivente ogni quarto d’ora: se mettiamo a confronto i tempi lunghi – miliardi di anni – che sono stati necessari per accumulare quel patrimonio di informazioni differenziate che è il sistema vivente, con la rapidità della sua distruzione… si viene colti da un forte dubbio che la nostra specie possa davvero uscire indenne da quell’incendio devastante che abbiamo appiccato al mondo. ed ancora, un messaggio molto chiaro, quello del “principio di precauzione” che dovrebbe essere al centro di tutte le politiche Esistono solo quei pericoli che la scienza ha saputo già identificare, studiare, misurare. È un criterio che forse è valido per i congegni costruiti dall’uomo: ma per quello che concerne l’ambiente che ha plasmato gli organismi viventi in miliardi di anni, dovrebbe valere il principio opposto: non il principio che qualsiasi modifica dell’am- biente sia da considerarsi innocua sinché non ne sia dimostrata la pericolosità, bensì il principio che qualsiasi modifica dell’ambiente sia da considerarsi pericolosa sinché non ne sia dimostrata l’innocuità. Nel libro di Valeria Fieramente, c’è molto altro ancora, un testo che si legge molto bene e che affascina in una scoperta continua di nuovi spunti di idee, di problemi, di preoccupazioni, tutto intorno alla vita di una protagonista della nostra storia recente.

Commenti

  1. Devo a questa stupenda donna i miei primi interessi per l'ambiente e alla lettura dei suoi libri pubblicati con gli editori riuniti, la casa editrice del Pci. Una libreria "Editori Riuniti" era quella posta al pian terreno della Federazione provinciale e regionale del Pci che, negli anni fiorentini, ho frequentato molto. Laura Conti, una maestra per me, mai dimenticata, anzi, visti i tempi bui che il neoliberismo ci fa vivere, sempre più presente. Sono grato a "Ambiente e non solo" e al suo direttore per questa bella recensione.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Un pericoloso salto all'indietro dell'agricoltura

La tavola di San Giuseppe

Nel 2017 il mondo ha perso un’area di foreste grande quanto l’Italia. L’indagine di Global forest watch