Manifestazioni per la pace carenti di concretezza.
da RETE Ambientalista
Dal 21 al 23 ottobre la Rete Europe for Peace, di cui fanno parte Sbilanciamoci, Rete Disarmo, ANPI, Emergency e oltre 400 organizzazioni della società civile, promuoverà iniziative in oltre 100 città italiane per chiedere l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e l’avvio di negoziati verso una Conferenza internazionale di pace. Se l’obbiettivo è chiedere percorsi concreti di pace in Ucraina e in tutti gli altri conflitti armati del mondo, è tempo però per ecopacifismo cercare di dare sostanza all’aggettivo “concreto”. Allo stato drammatico dei fatti, non è più sufficiente organizzare manifestazioni per rilanciare l’appello affinché si giunga alla Conferenza. Per dare concretezza a quell’auspicato appuntamento, occorre inoltre indicare una ipotesi di discussione e un percorso in ambito ONU. Che, riproponiamo, possono essere i seguenti.
1) L’autodeterminazione. Dunque, effettuare nuovamente i referendum nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia sotto la supervisione dell’Onu, così da fugare ogni dubbio avanzato dall’occidente circa la loro validità. Eventualmente la Russia dovrà andarsene se questa è la volontà del popolo.
2) Il riconoscimento. Riconoscere formalmente la validità del referendum del 2014 dunque la Crimea come parte della Russia, come lo è stata dal 1783 (fino all’errore di Krusciov del 1954).
3) La neutralità. L’Ucraina continui a stare fuori dalla Nato, neutrale.
A chi obietta che trattasi di una proposta utopica per le parti belligeranti, si rifletta che essa è una “utopia concreta”, negoziabile rispetto alle altre ipotesi di cessazione del fuoco. E cioè:
La Russia si dichiara sconfitta e, senza ricorrere alle armi atomiche, si ritira nei confini antecedenti il 2022.
L’Ucraina si arrende allo statu quo nunc dell’occupazione e rinuncia a velleitarie riconquiste territoriali (Crimea compresa).
Gli Usa sostengono Zelensky in una infinita guerra di logoramento della Russia, a spese economiche e sociali soprattutto delle popolazioni europee.
Il conflitto nucleare.
Manifestazioni per convincere Biden.
Vi sono nel movimento pacifista le posizioni, espresse ad esempio da Marco Travaglio (clicca qui), che fanno affidamento sulle manifestazioni per la pace non tanto per convincere “i governi europei che continuano a sanzionare e dissanguare i propri popoli” bensì per indurre Biden a rimettere in riga il pericoloso Zelensky “che non fa gli interessi del proprio popolo e intende l’olocausto nucleare piuttosto che negoziare”.
Bene le manifestazioni per la pace ma ormai è tardi contro la guerra.
“Parteciperemo come sempre alle manifestazioni. Ma suggeriamo di organizzarle con il titolo ‘Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa’. Bisognava pensarci prima. Questa guerra è in corso e non saranno parole e striscioni a fermarla. Costruiamo la pace futura sulla base della nonviolenza. Clicca qui il Movimento nonviolento.
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