Laudato si'...per fratello olio
Un gran bel confronto quello di stamattina presso l'Eremo di Sant'Onofrio di Casacalenda con interventi di spessore sulla preziosità dei beni della nostra terra. Un Confronto promosso dal mensile la Fonte e da Slow Food di Termoli.
Riporto qui l'intervento che ho fatto a conclusione di un incontro-confronto, importante per le riflessioni ricche di spunti e di suggerimenti per un domani che ridia alla natura, visto un clima sempre più malato, la tranquillità persa e all'umanità la capacità di riappropriarsi dei valori, oggi tutti azzerati da quel dio denaro che, con il neoliberismo, sta portando il mondo in un baratro da dove è impossibile risalire. Nell'Enciclica "Laudato si'", con l'analisi della realtà sempre più difficile e le indicazioni da essa scaturite, c'è - insieme con le azioni di Papa Franceso, che ha sempre più stretta nelle sue mani la politica - l'indicazione di quale strada alternatica in grado di costruire un percorso alternativo e prendere una direzione diversa, direi opposta, per non implodere e cadere nel baratro con il sistema predatorio e distruttivo, qual è il neoliberismo. A tale proposito, facendo mie le raccomandazioni ricevute, qualche ora prima, dall'olivo portavoce del mio piccolo oliveto - al quale mi rivolgo per avere consigli e dal qualche ricevo importanti suggerimenti, che aiutano a rendere più chiare e più puntuali le mie riflessioni - ho chiesto all'auditorio, un po' stanco per le tre ore di grande attenzione, se era possibile citare il sistema, il neoliberismo della finanza (banche e multinazionali), visto che nessuno lo nomina. Non nominarlo vuol dire, a detta dell'olivo, che nessuno lo critica, lo discute, con il risultato che viene cancellata la causa prima delle difficoltà che il mondo vive, e, in questo modo, diventa difficile una corretta interpretazione degli effetti, con il risultato, già visto con i precedenti sistemi, di confusione, il terreno fertile di quel qualunquismo, che apre all'uso della forza e della violenza. Un atttacco alla già fragile democrazia e, nel contempo, un favore a rappresentanti del sistema, che, così, riescono a mascherare il volto tipico di chi commette crimini. Altra raccomandazione dell'olivo era quella di chiedere se si possono chiamare criminali quelli che dichiarano guerra, con i tanti conflitti in corso, e, non solo, con la distruzione delle foreste e di enormi superfici di territorio; l'inquinamento dei corsi d'acqua e dei mari; la riduzione della biodiversità; la perdita di territorio, con la sua trasformazione in cemento e asfalto e la copertura con pannelli solari a terra e le stesse enormi pale eoliche: la riduzione, ai minimi termini, della fertilità, grazie all'agricoltura industrializzata, alle coltivazioni ed agli allevamenti superintensivi.
Copre, in pratica, perchè quell'atto - tutto legato all'agricoltura, agli allevamenti, ai boschi e alla pesca - qual è il cibo, la sola energia rinnovabile vitale, non viene considerato, se non per fare sceneggiate in tutte le televisioni. Mi ha detto - sempre l'olivo - di far presente il rischio di una perdita ulteriore di quel bene, sempre più prezioso, che è l'acqua del Molise. C'è in atto un confronto del governo della Regione Molise con la Puglia, che merita attenzione, visto che il tutto è rinviato a una supervalutazione del "surplus", come dire che è pronta la firma per un accordo. Il Molise ha già dato, con atti di solidarietà fin troppo generosi nei confronti di tre delle quattro regioni confinanti, Puglia (il lago di Occhito), Campania (le acque del Matese e Abruzzo (il lago di Chiauci). "Il Molise ha già dato" doveva essere la risposta del residente regionale, Toma, per chiudere ogni discorso a proposito. Visto, però, che il discorso l'ha aperto, serve - sempre a detta del potavoce del mio oliveto - ribadire a Toma, ai consiglieri regionali, soprattutto a chi, per la regola dell'alternanza, il gioco che dal 2001 governa la nostra regione, si è già candidato/a a sostituirlo, e dirlo alto e forte che "Il Molise ha già dato". Un modo per non perdere tempo prezioso e, anche, per evitare l'altra grande sciagura, i pannelli solari a terra, furto di centinaia di ettari fra i più fertili e di milioni e milioni di quintali di cibo di qualità, in pratica di futuro alle nuove generazioni. Anche qui "il Molise ha già dato, con il "parco" eolico di San Martino in Pensilis e altri migliaia di pali, in fila o sparsi, che sono in ogni luogo a togliere bellezza ai tanti piccoli luoghi che caratterizzano il territorio molisano.
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