PENSANDO ALLE API E AL MIO MOLISE
di Pasquale Di Lena IntraVedere - Settembre 2021
Le previsioni 2021 sono di un raccolto di 15.000 tonn. di miele o, meglio, mieli, visto che sono intorno a 60 le varietà quelli raccolti in Italia: dal millefiori all’acacia da quello di zagara a quello di castagno, tiglio, lavanda, rosmarino e altre piante aromatiche. C’è anche quello di sulla, una bontà rara e, come tale, molto ricercato dal consumatore: Una varietà di miele che il Molise avrebbe la possibilità di produrre in grandi quantità grazie ai suoi terreni limosi e argillosi che caratterizzano tutta la fascia che dal Trigno attraversa il Biferno e arriva al Fortore. Il Molise la terra di tre paesi (Ripalimosani, Limosano e Sant’Angelo Limosano), nome nomen, posti lungo la direttrice Campobasso – Trivento. Una fascia piccola di territorio, dentro una ancora più larga e più lunga, che è quella che dal Trigno, il fiume che fa da confine con ‘Abruzzo, arriva, con il fiume Fortore, a toccare la Puglia. Chilometri di terreni argillosi (al centro Civitacampomarano), che la sulla – la sola pianta che, con il suo apparato radicale fittonante e molto sviluppato è in grado di crescere senza problemi in questo tipo di terreno – ha la possibilità di correggere, abbellire con il suo colore rosso porpora, che a me, tifoso del Torino, piace definire granato. Una leguminosa prodigiosa che il Molise dovrebbe adottare subito e diffondere per:
----- dare alla “Farfalla Molise” la possibilità di ospitare, far vivere e prosperare gli insetti pronubi, in particolare le api, che, ghiotte dei fiori di sulla e desiderose di un ambiente sano, hanno solo voglia di vivere e prosperare;
------- far crescere e affermare il primato della biodiversità che il Molise ha;
-------- arricchire di nuovi appassionati, soprattutto giovani, un mondo, quello dell’api, che è economia e poesia, cioè apicoltura e apicultura insieme;
--------- aprire e dare spazio a due dei turismi possibili: quello degli apicoltori nomadi che de fiori di sulla hanno bisogno, e, quello appassionato della bellezza dei paesaggi, degli ambienti sani, come pure di storia e di cultura, di tradizioni. Non solo, un turista che vuole riprendere il contatto perso con il passato per dare ad esso la continuità con la possibilità di riprendere il dialogo con persone vere, incontrate nella piccola piazza o in un vicolo dei 136 piccoli centri che, ancora, riescono ad esprimere, con i suoi valori, soprattutto quelli legati al rispetto e all’ospitalità, il senso della comunità;
----------- i valori aggiunti che è in grado di dare al mondo contadino - ne ha forte bisogno - con il rilancio delle piccole stalle, l’ospitalità, il racconto delle esperienze e, ancor più, la scelta del biologico, che vuol dire, con il biologico e il ritorno all’alternanza e alla rotazione delle coltivazioni, la fine dell’agricoltura industrializzata e la piena produzione di cibo sano e di qualità;
----------- un possibile abbinamento con un’altra leguminosa, simile, però, dal fiore colore roseo, la lupinella, anch’essa dotata di un potente apparato radicale fittonante, valida alternativa nei terreni calcarei, ghiaiosi, sabbiosi, che pur si trovano lungo la fascia di territorio considerata. La leguminosa che resiste alle basse temperature e alla siccità, nota come fieno sano, fieno santo, molto appetita dagli animali, i ruminanti in particolare.
La sulla: un colore per rendere ancor più bella e più spettacolare la farfalla Molise e i suoi colori che richiamano l’arcobaleno;- un fiore che attira e nutre le api che, generose e gentile qual sono, ringraziano producendo un miele ricercato;-- una foraggera che apre alla rinascita di una agricoltura targata biologico e, con essa, di una fetta importante del territorio molisano;--- una radice che fortifica i terreni argillosi e li rende ancora più fertili con l’apporto di azoto; un’opportunità per gli allevamenti familiari; ----uno stimolo allo sviluppo dell’apicoltura e alla crescita del numero degli apicoltori molisani; -----l’immagine di un paesaggio ancor più bello e affascinate, in grado di richiamare visitatori; -----un investimento opportuno per ridare a un territorio interno il domani, e ancora, una spettacolare festa per le api e gli apicoltori, soprattutto quelli nomadi, che possono arrivare da ogni angolo del bel Paese.
In sintesi, un’idea che, partendo dai caratteri del territorio riesce, con soluzioni fattibili, a programmare uno sviluppo che non distrugge il territorio con il cemento, l’asfalto, i tralicci, i pali eolici, i pannelli solari, l’agricoltura industrializzata e gli allevamenti superintensivi, ma lo valorizza esaltando, con l’apicoltura, le sue potenzialità.
Un’idea del Comitato Tecnico Scientifico del Distretto BioMolise, messa a disposizione dell’Associazione, nata a Larino nel 2017 e presieduta dal Sindaco della città frentana. Un’idea mai presa in considerazione, per il blocco dell’attività dell’Associazione, che vuol dire blocco del processo di riconversione bio dell’agricoltura molisana, proprio nel momento in cui l’Europa decide di sostenere questo tipo di agricoltura con l’obiettivo, nel 2030, di una sua diffusione pari al 25% della superficie agricola europea. Questa, però, è un’altra storia, tutta da raccontare per capire se è ancora possibile recuperare il tempo perso e riportare il Molise a programmare il domani bio della sua agricoltura, che vuol dire sostenibilità del suo territorio, e, soprattutto, attenzione per il clima, sempre più impazzito dalle scelte di un sistema predatorio e distruttivo per il culto della quantità e del denaro.
Pregiata iniziativa per una preziosa risorsa che affonda le radici nella tradizione delle nostre terre. La alternanza delle coltivazioni, ricorda il modo giusto in cui i nostri avi coltivavano la terra, riservando inoltre uno spazio importante dedicato alle api. Una piccola striscia di terra coltivata con piantine di fragoline o fragole, davanti agli alveari, posta a beneficio e protezione delle api, lascia affiorare i ricordi di infanzia, quando si strisciava a terra cercando di eluderne la sorveglianza per prenderne una.
RispondiEliminaIl miele profumato sul pane fresco preparato dalla nonna.. bontà e dolcezza attraverso il tempo. Le api hanno ricordi scritti nel DNA e seguono itinerari e viaggi, ritrovando chi le curava ed a volte giungono vicino alle case dei discendenti dei coltivatori, chiedendo l'aiuto della mano dell'uomo moderno che ha bisogno di essere istruito nuovamente al ruolo importante di sentinella del territorio.
C'è tanto da dire sul argomento ed una parte di studi, andrebbe dedicata anche alle api nomadi cosiddette solitarie, che così solitarie non sono poiché ho avuto modo di vedere e fotografare unite nel lavoro di preparazione una ape territoriale ed una sicula. I misteri della vita, che portano e riportano le indicazioni antiche di importanti coltivazioni, mediante i suoi messaggeri, le api.