L’intervista di Mercalli

di Nicola D'Ambrosio
mi ha richiamato alla mente alcuni libri di Ivan Illichc che letto negli anni ’70 – ’80, editi da Mondadori: La convivialità, ‘74, Descolarizzare la società, ‘75, Nemesi medica, ‘77, Per una storia dei bisogni, ‘81, Il genere e il sesso ‘84. Passi salienti sulla “società conviviale” dal sito Il tratto saliente della società conviviale che per Illich rappresenta una via d'uscita dal vicolo cieco della società industriale, che produce sempre di più, ma riesce sempre meno a rendere felici e piene di senso le vite delle persone che ne fanno parte, mentre distrugge l'ambiente. Una società conviviale è una società che ha rinunciato al gigantismo industriale, al progresso fine a sé stesso, alle grandi istituzioni manipolatrici, e rimette al centro le persone e i loro bisogni reali. L'uomo conviviale ha meno beni, ma dei beni che possiede ha il controllo completo. Ad esempio, sostituisce l'automobile, che è uno strumento manipolatorio, con la bicicletta, che è uno strumento conviviale (Illich ha scritto anche un Elogio della bicicletta). Una società conviviale non è per Illich necessariamente una società senza automobili, senza televisione o altri strumenti manipolatori. Quello che è importante, è che ci sia un equilibrio tra questi strumenti e quelli conviviali, e che si impedisca ai primi di rappresentare una minaccia per la libertà di tutti. Mentre i governi inseguono uno sviluppo infinito, inteso come incremento progressivo del prodotto interno lordo, come produzione sempre maggiore di beni e di ricchezza, movimenti come...... pongono il tema della decrescita, della ricerca, oltre il mito della crescita infinita, di un modello economico sostenibile, di una società in cui diminuisce la produzione di merci ed aumentano le possibilità di scelta e di realizzazione individuale. Altri siti interessanti: Illich, La degradazione dell'ambiente http://www.a Elogio della bicicletta “Gli uomini liberi possono percorrere la strada che conduce a relazioni sociali produttive solo alla velocità della bicicletta”. (Illich, Elogio della bicicletta, Bollati Boringhieri) Un video di pochi minuti ma interessante: Elogio della bicicletta, illich - Paolo Pilero Pilero, prof. di progettazione e pianificazione Urbanistica al Politecnico di Milano. Faccio ricerca, didattica e scrivo su tutela del suolo, cambiamenti d’uso dei suoli ed effetti ambientali. Infine alcuni spunti di discussione del filosofo A. Tagliapietra dal sito ww.vita.t Andrea Tagliapietra, nato a Venezia nel 1962, prof. ordinario di Storia della filosofia, Università Vita-Salute, San Raffaele Milano. A che ora è la fine del mondo? Oggi la terra ha esaurito tutte le risorse del 2016 Apocalisse climatica, catastrofe ambientale, terrorismo, crisi economica, emergenza umanitaria: non c'è fenomeno che non venga letto attraverso la metafora della fine. Ma, osserva il filosofo Andrea Tagliapietra, per la prima volta l'uomo si confronta con qualcosa che non è solo un'immagine, ma la concreta possibilità della fine di tutte le cose o di un loro nuovo, più radicale inizio. “I fautori della crescita infinita fingono di non accorgersene o forse non se ne accorgono proprio, ma la loro corsa trascina il pianeta alla rovina, la denegazione della fine accelera la fine di tutte le cose”. “Nella nostra cultura, abbiamo “mondanizzato” l'idea di infinito, trasformandolo in un sottoprodotto ideologico del denaro, inteso come meccanismo e ingranaggio che fa funzionare un'economia capitalistica che si basa – oggi lo diciamo apertamente, ma era implicito già ai tempi di Adam Smith – sull'idea di crescita infinita”. D’Ambrosio Nicola 25/09/2021

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