Guardialfiera si veste di luce nuova

e di un nuovo Concerto maestoso di Campane 

Celebrazione liturgica presieduta dal Vescovo e cerimonia di
inaugurazione del duplice evento – Lunedì 10 agosto ore 19

Chiesa di Dio e popolo in festa il 10 agosto a Guardialfiera, lunedì, nella sera di San Lorenzo: Campane slegate a distesa; felicità di luci; poema di unità umana e di luminose e risonanti speranze nuove.

Due eventi rari; occasioni felicissime da celebrare, seppur con le cautele dovute alla virulenza tuttora inestirpata. La Cerimonia Inaugurale alle ore 19 del “Giubileo della Luce”; e quella della nuova Campana.

1.      Il Giubileo della Luce. L’11 aprile del 2015, Domenica di Pasqua, Papa Francesco emana la Bolla “Misericordiae vultus” e indice il Giubileo Straordinario della Misericordia. Bergoglio rileva la necessità di tener viva nel mondo la “Luce”, indispensabile dispensatrice del Perdono di Dio. L’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia), ne abbraccia l’idea e dirama l’Avviso Pubblico di partecipazione al Progetto “Giubileo della Luce”, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e teso a valorizzare e illuminare “Luoghi in penombra”, al di sotto di 30 mila abitanti, ma di forte attrattiva storica, sacra e artistica.

Il Centro Studi di Guardialfiera, acciuffando il Bando, raggiunge all’istante Antonella Galdi responsabile del Procedimento all’Anci, la quale chiarisce coordinate ed essenzialità per l’ammissione: “Possedere la Porta Santa”, oppure dimostrare l’inclusione negli itinerari ufficialmente riconosciuti “della fede dei padri” o in quella dei “Percorsi Giubilari”.  La dott.ssa Galdi in cinque giorni riceverà l’insieme del carteggio avvalorato dalle formalità del Comune. E con Giada Majo e con Marco Pertignani diventeranno da allora le figure eroiche immolate, minuto per minuto, nel sopportarci, ascoltarci e aiutarci nel cammino del lungo agire.

Sarà poi la Città di Guardialfiera a curare il progetto esecutivo, intrecciando tutto il procedimento con fili colorati di volontà, entusiasmo e connessioni, e a stupirci adesso con l’arazzo luminoso d’una insolita spettacolarità.

E, come quando nella prima pagina della Bibbia e nel primo giorno della Creazione lo spirito di Dio, aleggiante sulle acque, ordinò: “Sia luce, e luce fu”, così ora Vincenzo Tozzi, Primo Cittadino di questo nostro natìo borgo,  potrà sussurrare; Sia luce, e luce sarà!”.

Un progetto di ultima generazione firmato dall’Architetto e Direttore dei lavori Raffaello Gàspari: creatura deliziosa, umile; pioniere della luce artistica. Ci ha donato un prodotto sublime, di inatteso impatto emotivo, scenografico e cromatico. Ha voluto letificare di luce un museo di pietre all’aperto: la struttura imponente e gli scorci architettonici più caratteristici della nostra millenaria Cattedrale; gli archetti pensili; l’arcipelago e le sfumature di bassorilievi disseminati nei paramenti murari. La fantasia di luci sulle punte di diamanti nel portale gotico a ponente e gli smerli e gli aculei delicati della “Porta Santa”.

 E’ accaduto già che altri maestri dell’architettura luminosa hanno esaltato di nuovi splendori il Colosseo, la Torre di Pisa, la Basilica di S. Pietro, il Pantheon. Ora Raffaello Gàspari svela qui anche i dettagli ed i ricami della torre campanaria; i fregi dei cornicioni; le arcate, i rosoni e le grandi monofore; e gli spigoli della freccia piramidale del bianco campanile che spinge i nostri sguardi verso la verticalità e l’infinità di Dio.

Pieno splendore, inoltre, all’Edificio Comunale e al settecentesco Palazzo Loreto. Fasci di luce brillano poi sul poderoso altorilievo bronzeo, dedicato a Francesco Jovine, sciolto nel 1992 dalla Fonderia Marinelli di Agnone, sul quale, gli incunaboli di Rita Racchi Macchiagodena, fanno sopravvive e parlare l’educatore ed il grande romanziere gardiese. E si veste di luce persino la Storica Fontana in pietra del 1886, fonte significativa in quel tempo, anche di avanzata civiltà. Quando c’è acqua, c’è sanità e progresso.

L’esecuzione di tanto insieme d’eccellenze è stato compiuto dai sapienti e dalle maestranze della Impresa “Tekno-1” di Pesche, in provincia di Isernia.

 

2.      Le Campane Il 12 giugno 2019, il fiuto sagace di Pasquale Patullo – titolare a Boiano dell’ “Automazione Campane Molise” - rileva una crepa tra la corona d’aggancio e il ceppo oscillante nella Campana più antica e unica al mondo ancora squillante di sei quintali. Essa fu colata, infatti, nel 1598 dai “Sovrani del Bronzo” di Agnone per eternare l’elargizione d’una Indulgenza inconsueta e Plenaria, largita in quell’anno da Gregorio XIII alla Confraternita del Sacramento a Guardialfiera. E la attinente Bolla miniata,  risulta ancora esposta in Cattedrale, mentre il significato storico interpretativo è provato dall’Ostensorio effigiato sulla balza predominante della storica campana incrinata. Si sarebbe perciò dovuta liquefare! Considerato però  la sua straordinaria dimensione diacronica e l’incomparabile valore sentimentale; visto che il guasto  non avrebbe compromesso  il suono a scampanio azionato da tele battente fisso, si è stabilito di preservarla  trasferendola in altra monofora.

Necessità, dunque, di issare al suo posto una nuova da suonare a distesa e farla colare dai Marinelli di Agnone. Costi economici, però, incompatibili per il nostro popolo, sempre virtuoso, ma drammaticamente falcidiato e ridotto a poche centinaia di superstiti. E’ impraticabile anche far ideare dalle Automazioni di Pasquale Patullo una ricchezza di nuovi programmi sonori e sprigionarli dalla ridente Torre Campanaria su cui troneggia anche il Campanone di 13 quintali, celebre per la Croce Magica. Ma, come per i tempi di Goldoni, insorge il Vittorio Feltri, direttore di “Libero” e, dall’infanzia, infatuato di Guardialfiera. Il “Burbero benefico”, il Gereonte di oggi, dall’apparenza aggressiva e rude ma  dal cuore buono,  capace ancora di beneficare e disorientare l’italica frotta. E c’è anche la munifica limpidità dell’Arcivescovo Leo Boccardi il quale de Teheran (dov’è Nunzio Apostolico) ci conforta di finezza e di sostanza.

Popolo in festa, dunque lunedì, assieme al Vescovo mons. Gianfranco De Luca, per celebrare l’Eucarestia e la fiducia incrollabile nella forza ereditaria di un vivere condiviso. Assieme a don Antonio, alle Autorità, ai rappresentanti dell’Associazione Comuni d’Italia per percepire l’incanto della Luce e i messaggi sonori delle Campane e con la passionalità del nostro sentire, del nostro dover dire, del nostro pensare, in una riaffermazione di una “grazia che lenta s’imprimeva dentro”.

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