Il Coronavirus e le sue interpretazioni
di Umberto
Berardo
L’umanità, come
in tante altre circostanze della storia, sta attraversando un serio problema
che è quello della diffusione di un virus, denominato coronavirus,
che è stato isolato allo Spallanzani di Roma, ma contro il quale purtroppo non
abbiamo ancora una terapia certa e risolutiva.
Ha causato
finora sfortunatamente qualche migliaio di morti e dalla Cina si sta
diffondendo in molti Paesi del mondo.
Di fronte alle
difficoltà biologi, virologi, medici, infermieri, protezione civile, politici,
amministratori e tanti cittadini in generale stanno dando il meglio di sé per
circoscrivere la diffusione del fenomeno e ridurre i danni il più possibile.
Per questo senso
di responsabilità e di altruismo ci sono persone che sono rimaste infettate e
sono morte come è capitato allo stesso direttore dell’ospedale di Wuhan, la
città cinese da cui è partito il batterio e che ha avuto i problemi più grandi.
Ora un virus è
molto semplicemente un microrganismo acellulare con caratteristiche di
parassita che si riproduce nelle cellule di altri organismi e che li infetta
con conseguenze spesso letali sugli stessi quando né la loro risposta
immunitaria né la terapia riescono ad eliminarne l’azione.
Talora né la biologia
ci dà certezza della loro origine, ma neppure l’epidemiologia è in grado di
darci lumi sul sistema di trasmissione di questi agenti patogeni.
Il genere umano
nella migliore espressione di pensiero ha sempre compreso sul piano scientifico
che la natura è costituita da elementi postivi e negativi e che occorre
studiare tutti i sistemi per eliminare gli effetti dei secondi.
Abbiano seguito
con rispetto, ma soprattutto con grande stima l’atteggiamento di chi si è speso
sui media per informare correttamente sul coronavirus evitando opportunamente e
giustamente di diffondere paure o peggio ancora panico.
Questo si chiama
senso di responsabilità e di elevato spirito di cittadinanza attiva.
L’Italia è al
momento uno degli Stati in cui il coronavirus si sta purtroppo diffondendo e
rispetto a tale fenomeno ci sembra che sia il governo centrale che le
amministrazioni periferiche stiano rispondendo con provvedimenti sensati e con
tutte le indicazioni più opportune di comportamento, di precauzione e di
autodifesa per i cittadini che sono disponibili sul sito del Ministero della
Salute e ormai diffusi a largo raggio su tutti i canali d’informazione.
È intollerabile
al contrario l’atteggiamento di chi prova a strumentalizzare le difficoltà che
viviamo per ragioni pseudo politiche, di puro interesse economico o peggio
ancora con equivoche interpretazioni di natura teologica.
I primi
dovrebbero capire che quando un Paese vive difficoltà così pesanti e
preoccupanti legate alla diffusione di una pandemia ogni forza politica ha da
comprendere che occorre chiudere le fila e lavorare tutti nella direzione del
superamento dei problemi cercando di portare il proprio contributo nei
suggerimenti per le problematicità legate al fenomeno.
C’è chi ha
imbastito azioni riprovevoli di contrapposizione xenofoba rispetto a persone
appartenenti alla comunità cinese.
Per questi, come
per chi nel giro di qualche giorno aumenta voracemente il prezzo di una
mascherina protettiva del 2000% , non ci può essere alcun sentimento che quello
della riprovazione.
Chi pubblica
giornali dovrebbe semplicemente vergognarsi di certi titoli in prima pagina che
davvero sembrano la negazione dell’etica professionale per chi fa il mestiere
di giornalista il cui ordine nazionale non dovrebbe tollerare chi scrive per
fare “ l’incendiario” o “l’untore”.
Per fortuna si
tratta di quotidiani non solo poco diffusi, ma facilmente riconoscibili nei
principi astrusi e nelle logiche cui si ispirano.
Rispetto ad essi
non c’è scelta più corretta d’ignorali e di boicottarne le vendite.
Trovando infine
la notizia sui social network, siamo andati a cercare su Youtube la catechesi
tenuta da padre Livio Fanzaga su Radio Maria, un’emittente che non è nostro
costume seguire.
Ci siamo
sforzati di seguire l’intervento per intero nonostante le continue perplessità
e il taglio davvero e assolutamente non condivisibile di quell’intervento.
Dopo un excursus
storico sui principali casi di pandemia nella storia il sacerdote si è
avventurato in una interpretazione molto estemporanea del coronavirus che lui
ha definito di natura teologica.
Testualmente, a
parte le altre elucubrazioni sulla natura e il suo rapporto con gli esseri
viventi, abbiamo poi sentito parlare dell’immagine di un Dio che davvero da
credenti ci è parso la negazione di quella forte energia di Amore trasmessaci
da Gesù Cristo e che noi sentiamo vivere nell’universo da Lui creato a sostegno
di tutti gli esseri umani.
Quando infine ha
sottolineato testualmente che il Coronavirus sarebbe “un ammonimento che proviene dal Cielo” e che si sviluppa “in un contesto anticristico in particolare della
Cina”, francamente siamo trasecolati e stavamo per chiudere il filmato che
in realtà era invece giunto alla fine dei trentaquattro minuti di un monologo
francamente inaccettabile.
Ricordiamo che
già qualche anno fa il Vaticano aveva dovuto prendere le distanze
dall’emittente che aveva parlato ad esempio dei terremoti come di un “castigo di Dio” .
Queste sul
coronavirus tuttavia sono dichiarazioni tenute da padre Livio
Fanzaga che è nientemeno che il direttore dell’emittente.
Ci chiediamo
allora molto semplicemente se la Chiesa Cattolica non debba sentire la
necessità di dare ai suoi organi d’informazione o a quelli che si definiscono
tali una struttura più democratica e partecipata capace quantomeno di dare alle
trasmissioni un format e una configurazione in cui le dichiarazioni quantomeno non
siano monologhi, ma affidate al confronto dialettico.
Forse il
superamento del direttore unico per una redazione collegialmente responsabile darebbe
anche a certe emittenti più partecipazione decisionale e discussione critica.
È ciò che
francamente ci aspettiamo come credenti per non vivere l’imbarazzo di
dichiarazioni davvero inammissibili in quello che consideriamo un rapporto di
amore di Dio verso l’intera umanità.
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