Da Venafro a Portocannone lungo le vie del tempo
di Pasquale Di Lena
Uno dei patriarchi di Portocannone |
L’olivicoltura nel Molise
è tanta parte dell’agricoltura regionale e della stessa immagine del
Molise, quale: culla delle Città dell’olio; terra della biodiversità con 19
varietà autoctone e, con Larino - fatto unico al mondo - che ne ha ben tre e
tutte legate al suo nome; sede del Parco regionale storico dell’olivo di
Venafro; prima esperienza “ASPEm- Agricoltura sociale per la
promozione di Empowerment nelle donne vittime di violenze e famiglie monoparentali
con minorenni” con l’olivo protagonista del recupero dalla violenza e la
produzione dell’olio “La Terra delle donne”.
Una
coltura di grande attualità che ha tutto per contribuire, con il biologico e la
sostenibilità, a dare all’agricoltura, una volta rimessa al centro dello
sviluppo, un domani certo al piccolo grande Molise, la città-campagna che ha
tutto per essere un laboratorio di ricerca utile alle altre regioni del nostro
Paese.
Un patrimonio enorme di biodiversità –
come sopra sottolineavo - soprattutto di olivi e oliveti secolari, che sono lì
a rappresentare il tempo, quello passato che ci ha portato non solo a vivere
l’oggi, ma che, nella continuità, ci assicura il futuro, nostro e delle nuove
generazioni.
Olivi secolari - testimoni di territori e, come tale, della nostra identità - che
hanno la forza e la capacità di raccontare il tempo. E non solo, anche di
essere interpreti preziosi del presente e del futuro dell’olivicoltura
molisana, che con il Distretto BioMolise e le iniziative del
Consorzio Tump, ha tutte le
possibilità per segnare altri nuovi territori all’insegna del biologico e della
sostenibilità.
Calpestare la terra che nutre e ospita uno o più olivi secolari è provare una sensazione molto bella con la luce filtrata dai fitti rami di piante che da anni, secoli, o, addirittura millenni, si toccano e, con il soffio leggero del vento, si accarezzano e si parlano come i bambini quando s’incontrano la prima volta e si fissano per riconoscersi. Parlare con questi “patriarchi” è un’emozione.
Ci sono due luoghi nel Molise fortemente segnati da oliveti secolari: quello, all’inizio citato, delimitato dal Parco regionale storico dell’olivo di Venafro, ancora unico in Italia e nel mondo, dedicato agli ulivi e alla storia dell’olio italiano; l’altro, quello che contrassegna l’intero paesaggio olivicolo che circonda Portocannone, che ha tutto per diventare, allargando il discorso all’intera fascia litoranea che dal Saccione va al confine con L’Abruzzo, il Parco degli oliveti secolari.
Due luoghi che hanno nel valore tempo il grande protagonista. Un valore, oggi più che mai, fondamentale per il cammino dell’uomo che vuole tagliare i traguardi che portano al futuro , soprattutto in questa fase di grande difficoltà e disorientamento con un pezzo di pianeta che ogni giorno scompare.
Oliveto secolare a Pozzilli |
Uno straordinario patrimonio che, per essere salvaguardato, tutelato, ha bisogno di essere conosciuto, promosso, valorizzato, sapendo, anche, che solo rispettando questi nostri patriarchi o giganti possiamo costruire il futuro della nostra olivicoltura.
Se i territori più rappresentativi di questo spettacolo del tempo, dell’ambiente e del paesaggio, sono Venafro e Portocannone, è anche vero che lungo l’asse sud-ovest e nord-est, che collega questi due luoghi posti ai lati del Molise, si estende il resto dell’olivicoltura molisana, quella di oggi e, ancor più quella di domani. La presenza ovunque di piante secolari, una volta monitorate e mappate, possono servire a disegnare le Vie del Tempo, percorsi unici alla ricerca de L’Olio del Tempo, delle storie, dei racconti, delle tradizioni tutte legate alla ruralità, l’insieme di valori che il tanto declamato “progresso” ha distrutto e cancellato altrove.
Percorsi a disposizione degli amanti della natura, della storia, della cultura, delle tradizioni, che hanno voglia e piacere di godere il progresso vero, qual è quello del contatto con la natura, con la possibilità di dialogare e stare insieme, vivere esperienze, respirare aria pulita, mangiare cibo sano per la salute e il benessere. In pratica provare sensazioni e emozioni seguendo il volo di una farfalla; ascoltando il ronzio di un’ape al lavoro, che si carica del polline di un fiore; accarezzando un olivo e parlando con quelli che, con voce silente, hanno secoli da raccontare, cioè il tempo.
pubblicato sul numero di febbraio del mensile La Fonte
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