A Pietro, mio amico agricoltore


Carissimo Pietro,

ancora grazie per il tuo invito a partecipare all’incontro di ieri sera a Montepeloso sui “problemi” che vive l’agricoltura molisana  e non solo.

L’ho accettato con vivo piacere conoscendo il tuo perenne impegno per  trovare soluzioni alla crisi che vive da tempo, in mancanza di una programmazione, l’agricoltura italiana sempre più nelle mani di un sistema predatorio e distruttivo delle banche e delle multinazionali, il neoliberismo.  

Il sistema che pensa solo al profitto, al denaro.

Il sistema che sta distruggendo la Terra con le sue azioni che non hanno il senso del limite, del finito.

Il sistema che ha escluso, dal suo tipo di sviluppo economico, l’agricoltura, facendo pagare alle campagne la grave crisi strutturale dell’agricoltura del 2004 e, ai paesi del mondo, la crisi economica del 2007/8, che ha generato nuove e più pesanti disuguaglianze, non più e non solo tra città  e campagna, ma tra le persone, con una classe di ricchi sempre più ricchi e una classe di poveri sempre più poveri e, purtroppo, sempre più numerosi.

La crisi che ha fatto scoppiare i cambiamenti climatici con le energie fossili fonti primarie dei disastri e, subito dopo, l’agricoltura e gli allevamenti. Due attività stravolte dal delirio della quantità, dal modo superintensivo di allevare e produrre che ha coinvolto (non so se per ignoranza o complicità dei suoi rappresentanti) il mondo contadino, e non solo della grande pianura padana, ma anche quello delle colline e delle montagne del nostro Molise e del resto del Paese. Tutto a vantaggio dell’industria meccanica, della chimica e dei fitofarmaci. Multinazionali diventate potenze finanziarie e poteri, che hanno, con le banche, nelle loro mani la politica e la indirizzano verso traguardi a loro favorevoli.

La verità è che siamo complici  di un tipo di sviluppo che è non solo contro di noi, ma contro il futuro dei nostri figli e dei nostri territori. Dopo la crisi del 2007/8 il consumo di suolo era di 8 metri quadri al secondo e tutto a spese dei terreni fertili e dell’agricoltura. Poi, con la chiusura delle fabbriche e della fine dell’industrializzazione è sceso a 2 metri quadri al secondo.

Ogni giorno chiudono dalle 50 alle 60 aziende agricole, tutte piccole e medie, e, ogni giorno crescono le aziende superiori  ai 50 ettari di superficie, come dire che il processo è verso un nuovo latifondo, soprattutto nel nostro meridione.

Esiste, ancora e più di un tempo, la questione agraria, con la differenza che ieri riguardava prettamente il Paese e il mondo contadino, mentre oggi, a mio parere, riguarda il Paese e il cittadino, cioè tutti. Come tu m’insegni, Pietro, il cibo è un atto agricolo e, quello prodotto all’insegna della tradizione e dell’origine, cioè la qualità espressa dal territorio, è anche un atto che ha un valore civile, sociale ed economico nel momento in cui riguarda la salute e il benessere di tutti noi e, con attente politiche e strategie, il valore aggiunto che serve a dare: al produttore il giusto reddito e al territorio quella notorietà utile ad attirare visitatori a sviluppare e a rendere remunerativa la multifunzionalità dell’azienda coltivatrice.

Collaboro, sin dalla nascita alla fine del 2017, con il Biodistretto Laghi Frentani, oggi, Distretto BioMolise per un’agricoltura e zootecnia tutte bio per un Molise completamente sostenibile, sapendo che l’agroecologia è il domani, e, il biologico è la prima e più straordinaria innovazione, la sola possibilità per un rilancio delle nostre campagne, con te e i produttori come te, capaci di utilizzare e sfruttare questa innovazione per tornare, in un rapporto stretto con i consumatori, a essere protagonisti.

La mia idea è di un associazionismo e di una cooperazione, non più di soli produttori  o di soli consumatori con gli intermediari padroni, ma di produttori e consumatori insieme per dare al dialogo permanente la forza di un rapporto permanente basato sulla conoscenza, la fiducia, il risparmio di tempo e di energie, il reciproco utile in denaro e in salute. Uno stare insieme per non soccombere allo strapotere della grande distribuzione.

Stare insieme - non per scegliere un candidato alla Regione Molise, come veniva sottolineato ieri sera – ma per non continuare a pagare i costi di uno strapotere. Stare insieme per rimettere al centro della ruota dello sviluppo economico, il perno, che è l’agricoltura, e dare, così, ai giovani il sogno del domani e, con esso, la voglia di vivere la campagna e l’agricoltura per i tanti vantaggi che questo mondo e la sua attività sono in grado di dare.

Mi hai reso partecipe, carissimo Pietro, di un discorso che mi ha fatto tornare indietro nel tempo quando, da dirigente dell’Alleanza dei contadini in Toscana, della Cic e della Cia, lottavo con tutte le mie forze – sull’esempio e la spinta delle battaglie dei mezzadri, che si erano inventato lo sciopero alla rovescia – per un rinnovamento dell’agricoltura e la dignità del mondo dei produttori.

Quando da dirigente di un Ente nazionale impegnato, dal 1933, nella promozione e valorizzazione, ho collaborato a far vivere ai vini italiani quel nuovo rinascimento che ha portato a nuovi e importanti successi sui mercati del mondo.

Quando lottavo contro la facile propaganda e la strumentalizzazione di un mondo,  oggi reso complice delle multinazionali dalla mancanza di una rappresentanza sindacale, o, martoriato, al pari di altri settori della nostra economia, dall’eccesso e dal peso delle pratiche burocratiche, che hanno reso – come giustamente veniva sottolineato ieri sera - le sedi delle rappresentanze sindacali e professionali, uffici bene attrezzati per rispondere alle tante richieste della burocrazia e non alle scelte politiche dei governi ai vari livelli che continuano a desertificare le campagne, a trasformare, come si vuol fare a Larino, 38 ettari dei suoi terreni più fertili, in pannelli solari a terra.

Lottare contro questo scempio è sicuramente più istruttivo di discorsi che ti riportano indietro nel tempo e non danno le risposte di cui il mondo agricolo ha bisogno.

Meno che mai – come veniva sottolineato - se è l’appartenenza a uno schieramento politico, il centro destra, che ha le sue responsabilità sulla situazione che vive la nostra agricoltura, al pari, se penso alla Regione Molise, del cosiddetto centro sinistra (tutto centro niente sinistra), che ha chiuso lo zuccherificio; dichiarato il fallimento dei consorzi di bonifica; non risolto i problemi dell’ex Sam, e, cosa grave, ha puntato tutto su una stalla di 12.000 manze che, se realizzata, avrebbe fatto chiudere il Basso Molise e l’agricoltura molisana.

Oggi per uno come me, da sempre di sinistra, i miei compagni di viaggio sono chi è contro un sistema predatorio e distruttivo qual è il neoliberismo; i ragazzi e i giovani che con Greta lottano per i cambiamenti climatici; quelli della Tav e della Tap o i palestinesi e i popoli delle grandi foreste che difendono i propri territori; quelli che lavorano per un’agricoltura biologica e la sostenibilità ambientale; quelli che sognano e lottano per il primato della politica, la democrazia, l’attuazione della Costituzione; quelli che credono nella centralità e attualità dell’agricoltura e lottano perché questi valori vengano affermate e sviluppati .

Oggi serve avere, ancor più di ieri, lo sguardo, con il pensiero al presente e al passato, rivolto verso il domani. Camminare con la testa rivolta all’indietro porta a un solo risultato ed è quello di rompersi la testa cadendo o sbattendo contro un ostacolo.

Ancora grazie Pietro dell’invito e grazie anche per il tempo che vuoi dedicare alla lettura di questo mio scritto.

Con la stima e l’amicizia di sempre

Pasquale

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