Il voto del 26 maggio
Anche nelle
elezioni europee e amministrative i soggetti aperti al bene comune continuano a
creare contenitori politici elitari o marginali che favoriscono quanti operano
in politica unicamente per la ricerca del potere individuale e di gruppo. Mentre
tante coscienze libere e idealiste sembrano impegnate in ricerche ideologiche
per spaccare il capello in innumerevoli parti c'è chi con la demagogia sta illudendo
l'elettorato ed occupando il potere.
di
Umberto Berardo
Il
26 maggio gli italiani sono stati chiamati alle elezioni europee, ma anche in
molti casi per quelle amministrative del consiglio regionale del Piemonte e di
molti Comuni.
Il
primo dato significativo è che per le europee l'affluenza alle urne dal 2014 è
passata dal 58,6% al 56% che vede il nostro Paese in controtendenza rispetto alla
media del resto dell'Europa; la democrazia dunque risulta ancora bloccata nella
partecipazione dalla convinzione di chi non vede nel suo attuale funzionamento
un sistema adeguato di accesso a decisioni libere ed efficaci per la
costruzione di un'Unione Europea diversa dall'attuale che presenta talune istituzioni
ancora verticistiche e non elette e appare più governata dai poteri forti che
dalle popolazioni.
I
sovranisti avanzano, ma non ottengono la maggioranza nel Parlamento europeo.
Il
secondo elemento che colpisce è l'enorme avanzata della destra salviniana che
raggiunge il 34,3% diventando in pratica il primo partito italiano.
Affonda
il M5S che perde la metà dei consensi, mentre migliorano i consensi del PD che
raggiunge il 22,7% e di FDI che sale al 6,4%.
Berlusconi
viene eletto al Parlamento Europeo, ma il suo partito è fermo all'8,8%.
Nessun'altra
lista raggiunge la soglia di sbarramento del 4% e questo dovrebbe far
riflettere molto i gruppi minimalisti.
È
indubbio che il successo elettorale di Salvini vada ricercato
nell'indiscutibile capacità di questo leader e del suo partito di avanzare
proposte politiche più vicine alla propaganda che alle soluzioni dei problemi,
le quali certo a nostro avviso sono lontane da ogni forma di società realmente
democratica, egualitaria, libertaria, accogliente ed inclusiva, ma che innegabilmente,
a giudicare dai risultati elettorali, sono condivise dal 34,3% del 56% degli
italiani.
Tale
risultato è tuttavia anche riconducibile ai gravissimi errori del M5S che ha
voluto un governo dove da posizioni di forza si sono sempre più ritrovati a
fare la ruota di scorta alle politiche di destra della Lega; hanno perso così
più di sei milioni di elettori, ma continuano, come si evince dalla recente
conferenza stampa di Di Maio, nel loro cammino di suicidio politico.
In
altri tempi un tale risultato elettorale avrebbe portato alle dimissioni immediate
del responsabile del Movimento stesso, mentre oggi tutto sembra procedere senza
una riflessione che porti a un qualche cambiamento negli assetti dirigenziali e
nell'inversione della direzione di marcia.
Il
M5S dopo le elezioni politiche del marzo 2018 avrebbe potuto insistere per
maggioranze diverse da quella attuale o tornare alle urne da posizioni di
forza.
La
vittoria di Salvini è dovuta in ogni caso anche all'incapacità dell'opposizione
e in particolare del PD di delineare un progetto politico alternativo chiaro
nelle proposte e indicativo nelle alleanze.
Ora
le previsioni per il quadro politico in Italia si fanno complicate e non
delineano con nitidezza il percorso che si potrebbe avere nel governo del
Paese.
Il
ribaltamento della forza elettorale tra i partiti di maggioranza pone in scacco
il M5S da parte di una Lega che, in caso di nuove elezioni, potrebbe avere
diverse chance per la formazione di una maggioranza alternativa a quella presente
la cui tenuta quindi dipenderebbe sempre più dalla realizzazione dei punti
programmatici di Salvini quali il decreto sicurezza due, la flat tax, la Tav,
l'autonomia differenziata e uno scontro con l'Unione Europea sulla prossima
manovra economica che porterebbe l'Italia a un completo isolamento.
Nel
Molise i risultati delle elezioni europee vedono ancora il M5S come primo
partito, ma la Lega prosegue nella corsa a macinare consensi difficilmente
spiegabili in una regione meridionale che continua ad essere penalizzata dalle
linee politiche di Matteo Salvini.
Nelle
amministrative comunali il Centro-destra va al ballottaggio a Termoli e
Campobasso e conquista anche diversi piccoli Comuni.
Il
PD non fa registrare in regione i miglioramenti avuti altrove nelle europee e
trova difficoltà ad affermarsi a livello comunale se non in alcuni paesi.
Certo
questo partito deve interrogarsi sul modo in cui ha gestito il progetto
politico per lo sviluppo del Molise negli ultimi anni, ma anche sull'incapacità
di ridare smalto ad un confronto aperto con le tante forze della sinistra che a
loro volta continuano ad arroccarsi in un preteso purismo ideologico incapace
di costruire finalmente una forza politica allargata in grado di contrapporsi
alle idee della destra che stanno disegnando un piano di struttura comunitaria
sempre più inaccettabile e costruendo una società dove le disuguaglianze
rischiano di farla da padrone.
Ci
piacerebbe che gli elettori sapessero leggere una propaganda utilizzata come
mezzo di distrazione di massa e fossero capaci di analizzare i veri problemi
del Paese che sono ad esempio quelli di un debito pubblico ormai insostenibile,
di uno smantellamento della struttura industriale colonizzata e de localizzata
dal mondo finanziario, della pesante disoccupazione soprattutto nelle aree del
Sud e di una carenza di linea politica negli organismi internazionali.
Si
dia uno sguardo all'andamento dello spread negli ultimi giorni per accorgersi
delle difficoltà economiche cui dobbiamo far fronte.
L'impegno
politico di soggetti autenticamente libertari, democratici e vicini ad un
egualitarismo sociale pertanto dev'essere
in immediato indirizzato verso un ricompattamento deciso e pieno di attivismo
per sconfiggere una destra che con le idee messe in campo sta portando l'Italia
su una strada pericolosissima.
Sono
ormai anni che in questa direzione chiamiamo a raccolta le forze genuinamente
vicine ai principi della democrazia, della libertà e dell'eguaglianza perché,
uscendo appunto dai recinti chiusi dell'ideologia come sistema totalizzante, si
attivino a delineare un progetto in cui la condivisione dei beni, l'uguaglianza
dei diritti e la gestione democratica dei problemi siano i cardini di una
convivenza pacifica dalla quale escludere finalmente tutte le forme di violenza
e di strumentalizzazione dittatoriale delle coscienze.
Purtroppo
anche nelle elezioni europee e amministrative i soggetti aperti al bene comune
continuano a creare contenitori politici elitari o marginali che favoriscono
quanti operano in politica unicamente per la ricerca del potere individuale e
di gruppo.
Mentre
tante coscienze libere e idealiste sembrano impegnate in ricerche ideologiche
per spaccare il capello in innumerevoli parti c'è chi con la demagogia sta illudendo
l'elettorato ed occupando il potere.
Per
tale ragione è ormai indispensabile realizzare laboratori politici che aprano
al confronto e creino le basi per un processo di elaborazione di idee condivise
per una soluzione non istintiva, ma logica e sensata dei problemi nazionali e
sovranazionali.
A
questo è chiamato chi vuole salvare le sorti della democrazia e della
convivenza pacifica nella collettività.
Sottrarsi
a tale responsabilità sarebbe davvero molto grave nel momento storico che
stiamo vivendo in Italia ed in Europa.
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