Roma rende omaggio a Giose Rimanelli: lo scrittore “americano di Casacalenda”
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Posted by fidest press agency su sabato, 15 dicembre 2018
Sullo sfondo il Monte Ceci nel territorio di Casacalenda |
A distanza di pochi giorni dal convegno svoltosi a Campobasso, è ora la Capitale a rendere omaggio allo scrittore che ha vissuto cinquantasei anni negli Usa, dove ha insegnato Italiano e Letteratura comparata in varie università, da New York a Yale, dalla British Columbia all’Ucla. “Sconosciuto ai più in Italia, Rimanelli è stato invece un importante autore della nostra letteratura, emigrato negli Stati Uniti dal 1960, dopo un linciaggio morale dell’intellighenzia nostrana – ha ricordato nei giorni scorsi sul quotidiano “Il Foglio” il professor Giovanni Maddalena dell’Università del Molise, che ne ha ripercorso le tormentate tappe biografiche, dall’arruolamento controvoglia con la milizia dei repubblichini alla prigionia da parte degli americani, dal ritorno in Molise fino alle posizioni fortemente critiche nei confronti della letteratura da salotto e da premi letterari, non risparmiando critiche a Bassani, Falqui, Moravia e Pasolini. Emblema di questa periodo è il libro significativamente intitolato “Il mestiere del furbo” del 1959, panorama della narrativa italiana contemporanea edita da Sugar. “Il brillante ragazzo viene bandito per sempre dall’empireo della cultura italiana – racconta ancora Maddalena. Eppure aveva già firmato, sempre per Mondadori, altri tre romanzi di successo, “Peccato originale” del 1954, “Biglietto di terza” del 1958 e “Una posizione sociale” del 1959.Emigrerà negli Stati Uniti, dove vivrà lungamente a Lowell (Massachussetts) con la moglie Sheryl Lynn Postman e promuoverà gli Italian Cultural Studies, corsi sulla cultura italiana nel suo insieme interdisciplinare. Negli States conoscerà quelle soddisfazioni che non avrà in Italia: il suo primo romanzo in inglese, “Benedetta in Guysterland” (Guernica Press), ha vinto il prestigioso premio American Book Awards.Tra le passioni della sua vita resterà il distante Molise, intimo e universale, presente in molti scritti anche nel lungo periodo americano, inteso come “punto di riferimento di una inesausta recherche autobiografica”, come evidenzia Sebastiano Martelli. Ma Rimanelli è stato anche un appassionato cultore di jazz e di blues, nonché amico degli scrittori più rappresentativi della Beat generation, come già lo era stato anni prima, a Parigi, di Boris Vian.
DOVE, COME E QUANDO
Quel caleidoscopio che intanto ora guardo, è barile di vino che ora
quasi vuoto rotola pian piano giù per la stretta scala della vita, perché
questa vita si restringe in se stessa ormai, ne conto le gocce rimaste
cercando
di fare un ultimo paradigma sul dove, come e quando del bevuto per infine
poggiare la testa sulla pietra e dormire.
Ma ricordo che in nessuno luogo al mondo sono veramente riuscito a dormire
più di qualche ora, dopodichè richiudevo il libro nello zaino e riprendevo
il cammino.
Giose Rimanelli
A LÀPEDE
Cuélla màravìje de chelùre
che mó (g)uàrde
e cuìll’u varìle de vìne
cuàse vacànte
che chiàne chiàne z’èrrecelèie
èbbàlle pà scalétte da vìte
sèmpe chiù
s’trétte,
scì pecché
cués’ta vìte mó
ze rannìcchie
sèmpe de chiù,
de ésse cónde i (g)ócce remàs’te
cèrcànne de fà
u l’ùteme
trascùrse
ngòppe u dóve, cóme e cuànne
de chìlle ch’èie
scuélàte
pe pù èppejà a
còcce
ngòppe nà préte
e dermì.
A veretà è cà
da nesciùna pàrte dù mùnne
sò màie reiésciùte e dermì
chiù de dùie òre
pe rechiùde,
sùbbete dòpe,
u lìbbre dénd’u
tascàpane
e rechemenzà u camìne
chiàne chiàne.
pasquale di lena - Da Giose Rimanelli esergo a Familia
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