Una melassa indistinta
di Umberto Berardo
Un
elettore chiamato all'espressione del voto per il rinnovo del Consiglio
regionale del Molise ha evidentemente necessità di avere un quadro chiaro di
quanto le liste partecipanti ed i candidati esprimono sul piano strutturale,
organizzativo, programmatico come su quello del senso etico, della preparazione
culturale, della responsabilità e della competenza nelle funzioni politiche ed
amministrative.
Ci
sono ambiti che sul piano della coerenza ideale o quantomeno sulla prospettiva
di una struttura sociale immaginata non lasciano trasparire se non indicazioni
parziali, generiche o del tutto vaghe per non definirle oscure.
Il
passaggio costante e ripetuto poi di taluni da un campo politico all'altro la
dice lunga sull'arrivismo trasformistico che appare l'unico ispiratore di talune
candidature che in tal modo si qualificano da sole.
Ovviamente
quella che molti chiamano appunto la transumanza in politica è imputabile non
solo ai soggetti che la praticano, ma anche ai partiti che la permettono e la
pongono in essere.
In
Molise di aggregazioni indeterminate sul piano concettuale, ideologico e
pragmatico ne sono state preparate tante nel corso degli ultimi anni e sono
state sempre presentate agli elettori come risolutive dei problemi della
regione; poi tu guardi la realtà delle gravi difficoltà relative ad un livello
minimo della qualità della vita, provi a cercare le soluzioni messe in campo e
ti accorgi che non solo non sono servite allo scopo, ma hanno finito d'incancrenire
gli stessi problemi esistenziali.
D'altra
parte soggetti politici trasversali con persone di diversa provenienza
culturale e con principi ispiratori talora contrapposti è quasi impossibile che
possano garantire continuità amministrativa ed operare linearmente.
Qualche
tentativo d'inversione di tendenza nella creazione di nuova linfa propositiva è
fallito miseramente nell'assenza d'impegno di molti, spesso rifugiati nel limbo
delle piazze virtuali o in sterili forme d'intellettualismo vacuo, nelle difficoltà
del dialogo di base, nell'illusione che dinosauri decotti e responsabili dei
disastri passati potessero aiutare il rinnovamento o nel sogno di chi ha
intravvisto la rigenerazione unicamente in persone appartenenti a fasce di età
meno avanzate.
Rimaniamo
convinti che la politica come scienza ed arte per la soluzione dei problemi
esistenziali della popolazione vada fatta con quanti hanno voglia di
strutturarsi sul piano dell'elaborazione delle idee intorno a movimenti di base
ispirati a principi, valori e concetti capaci di dare la quadra ad
un'operatività che non può essere improvvisata, ma deve guardare ad un'idea
portante di struttura sociale.
È
per questa stessa ragione che non possiamo neanche candidare la mediocrità perché
sarebbe davvero pericolosa.
Una
cosa è certa: i molisani non potranno e non dovranno accettare eventuali
promesse inconcludenti e menzognere da pinocchio di chi in questi anni ha
governato senza promuovere il bene comune e neppure quelle di quanti non hanno
voluto o saputo fare un'opposizione credibile con proposte alternative, serie e
realizzabili.
Speriamo
non ci si lasci incantare neppure dalle manifestazioni con "i bagni di
folla", come li definiscono alcuni giornalisti, dove truppe cammellate
riempiono sale per fare scena.
L'orizzonte
politico post ideologico che si delinea ci appare davvero una melassa
indistinta ove tutto in questi giorni, anche sul piano nazionale, si muove in
un ambito neoliberista in cui si individuano solo toppe parziali ed inefficaci
per i problemi grandi come le montagne che abbiamo di fronte.
C'è
davvero la sensazione che la ricerca del potere sia l'obiettivo prevalente di
quanti occupano gli scranni delle istituzioni nel Paese.
Molti
elettori forse dovranno prendere coscienza che il vento del rinnovamento e
della responsabilità è ancora lontano anche perché si sono lasciati andare
verso la connivenza per puro tornaconto personale e familiare oppure si sono
fatti anestetizzare dalla paura o dall'indifferenza.
È
una costatazione amara, ma lontana da ogni prospettiva qualunquista o nichilista.
Occorre
allora lavorare, come abbiamo spesso sottolineato, perché lo studio e l'analisi
costante possa portare i cittadini ad un impegno diretto nella definizione di
una società nella quale non si rincorrano tentativi di soluzione parziale alle
tante questioni aperte, ma provvedimenti legislativi ed amministrativi in grado
non di diminuire le povertà, ma di attuare l'eguaglianza delle opportunità e la
giustizia sociale.
Non
sarà facile uscire dalle macerie sotto cui le forze politiche neoliberiste
hanno seppellito la democrazia, la libertà, l'eguaglianza e la condivisione dei
beni comuni sacrificati tutti sull'altare del profitto, dei privilegi e
degl'interessi individuali e di gruppo.
Noi
abbiamo il dovere d'impegnarci nel recuperare tali valori provenienti soprattutto
dalla tradizione cristiana, illuminista e marxista per disegnare una società a
misura della dignità di ogni essere umano.
Ogni
riflusso in atteggiamenti indifferenti ed omissivi perpetrerà bolle di disuguaglianza
e di miseria economica che stanno devastando l'umanità con atteggiamenti di
malvagità in guerre ed oppressioni che sono sotto gli occhi di tutti e che
creano conflitti e fame generanti migrazioni orrende e disumane già ora non
gestibili, nonostante a nostro avviso siano solo in fase iniziale.
Commenti
Posta un commento