Maurizio Landini a Trivento
di
Umberto Berardo
Interessante
incontro a Trivento (CB) venerdì 27 aprile per riflettere e confrontare le
opinioni sul tema "La Costituzione Italiana ed il diritto al lavoro nelle
nostre aree interne".
Don Alberto Conti, Maurizio Landini e Umberto Berardo
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Il
convegno, organizzato dalla Scuola di Formazione all'impegno Sociale e Politico
"P. Borsellino", è stato introdotto da una scheda di don Alberto
Conti sulle attività promosse in venticinque anni di lavoro dalla stessa Scuola
e dalla Caritas Diocesana in relazione al tema trattato.
È
seguita la relazione di Maurizio Landini che in premessa ha sottolineato come
la Costituzione Italiana è frutto delle sinergie operative delle culture
antifasciste cattolica, comunista e socialista e sintetizza le idee di queste
stesse culture in compromessi intelligenti per la tutela dei diritti dei
cittadini tra i quali sono ben definiti in più articoli quelli al lavoro che
vanno attuati con strategie da studiare in relazione alle necessità dell'epoca
in cui viviamo.
Attuare
oggi la Costituzione significa valutare come ricostruire le idee ed i valori
delle culture che l'hanno fondata.
Il
sindacalista ha poi affermato che di fronte ai fenomeni della delocalizzazione,
della destrutturazione e della precarizzazione del lavoro occorre sicuramente
cancellare leggi sbagliate che vanno in una direzione diversa da quella
indicata dalla nostra Carta Costituzionale e svalorizzano pesantemente il
lavoro.
Se
è vero che la politica non riesce più a determinare l'economia che è
condizionata da una finanza speculativa che riduce i diritti, è necessario
tagliare le unghie della finanziarizzazione dell'economia stessa che viene
penalizzata soprattutto nelle aree interne perché la speculazione crea nicchie
di agiatezza attraverso il mercato borsistico e riduce le risorse per gli
investimenti infrastrutturali e produttivi nelle aree interne il cui
impoverimento non è un'eccezione ma è parte di una condizione generale
dell'economia.
Il
crollo del PIL è stato determinato dalla contrazione degli investimenti.
Lo
stesso livello di competizione al ribasso nei salari tra i lavoratori è davvero
preoccupante.
Se
la speculazione del profitto fine a se stesso, la corruzione, i condoni e
l'evasione fiscale sono il cancro che
devasta la situazione di precarietà del mondo del lavoro, occorre cambiare il
quadro legislativo fermando la delocalizzazione con il recupero coatto dei
sussidi pubblici dati alle imprese, regolamentando la destrutturazione
tecnologica del lavoro che è nella produzione, ma anche nei servizi
digitalizzati collegati e soprattutto mettendo in atto politiche industriali
efficienti, al servizio dell'essere umano, capaci di salvaguardare sempre la
salute, l'ambiente ed il territorio.
La
stessa tecnologia non è neutra, ma le sue logiche dipendono da chi la usa e dai
fini che si propone; per questo va osservata, analizzata e regolamentata
perché possa diventare un volano di
progresso fortemente umanizzato.
Queste
in estrema sintesi le idee espresse nella sua relazione appassionata come
sempre da Maurizio Landini che ha avuto parole di forte apprezzamento per le
attività della Scuola di Formazione all'impegno Sociale e Politico "P.
Borsellino" che, come su altri territori, sta facendo il lavoro che una
volta era proprio dei partiti e dei sindacati e che oggi sono spesso assenti
sul piano dell'elaborazione culturale e politica.
Egli
ha poi rimarcato che tale lavoro di coscientizzazione dell'opinione pubblica
diventa fondamentale soprattutto se parte da una ricerca culturale analitica,
specifica e non generica.
É
seguito un dibattito molto ampio ed articolato con una platea interessata
proveniente da ogni angolo della regione che ha visto numerosi interventi a
sottolineare come il territorio delle aree interne non solo esprime una forte e
precisa identità umana e culturale, ma costituisce un tesoro inestimabile per
fondare un'agricoltura contadina di eccellenza che rappresenta cibo genuino,
salute e biodiversità.
Rimarcata
in modo deciso la necessità di studiare, anche sulla base delle numerose
proposte in essere, la legislazione e le strategie per realizzare quella piena
occupazione spesso disegnata, ma mai fin qui attuata.
Forte
è stata la volontà manifestata in sala per continuare in modo sinergico e
coordinato quell'opera di elaborazione propositiva di idee che esiste in
regione e che va incentivata ed arricchita.
Il
vescovo di Trivento, Mons. Claudio Palumbo, ha chiuso i lavori del convegno con
l' invito a ridare centralità all'umanesimo in ogni forma di attività
sostenendo che un tale obiettivo si può e si deve raggiungere soprattutto con
un processo educativo che è compito della Chiesa, della famiglia e della
scuola.
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