QUANTO RESTA DELLA NOTTE

Ho trovato sulla mia posta elettronica l’ultimo dei 13 Quaderni della Solidarietà pubblicati dalla Caritas della Diocesi di Trivento, che, da poco, ha un nuovo pastore, S. E.  Mons. Claudio Palumbo.
Un quaderno, il 13, prodotto, come i precedenti, dalla Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico “Paolo Borsellino”, elaborato da Benedetta Di Bartolomeno, Antonio Cirulli e MicheleFuscoletti e firmato da Don Alberto Conti che della Caritas di Trivento è il direttore. 
Un titolo significativo “…”(Is 21, 11), quella calata sui territori interni e la gran parte dei cinquemila e più piccoli comuni di questo nostro amato Paese, maltrattato e ferito da un tipo di sviluppo che ha , con i suoi principali protagonisti, un solo obiettivo, il denaro per il denaro, non importa se a pagare il prezzo più salato è il territorio - quando abbandonato e quando distrutto – e il suo domani. 
Una notte calata, soprattutto, sui 130 dei 136 comuni del Molise, di cui 40 facenti parte della Diocesi di Trivento, che comprende anche altri 9 della Provincia di Chieti.
Un’indagine, come le precedenti, puntuale, attenta, che bisognerebbe mettere nelle mani (nella mente) di quanti da tempo si stanno organizzando per essere eletti nelle due Regioni, Molise e Abruzzo, come governatori e consiglieri, cioè amministratori di due importati realtà territoriali, fra le quali quella della diocesi di Trivento, che fa da ponte sul Trigno, il fiume  che lega il Molise con l’Abruzzo.
Un documento da porre all’attenzione di chi vuole impegnarsi a governare e amministrare i due territori regionali, partendo da quello della Diocesi di Trivento, che, per la quasi totalità, è il più significativo in quanto a disastri e sfascio di un tessuto sociale e produttivo. E, solo se si sente in grado di dare una risposta alla gravità della situazione con l’avvio della risoluzione dei problemi gravi, pesanti, che stanno strozzando questo territorio ricco di storia, cultura, paesaggi, ambienti e tradizioni, deve accettare la candidatura e lavorare per essere eletto. 
Lavorare per una “nuova qualità dello sviluppo”, parafrasando il titolo di un documento a cura della Cgil Molise, presentato qualche giorno fa a Larino, che, personalmente trovo d grande interesse per la chiarezza delle analisi e delle proposte. Anche questo documento, come quello della Caritas, da porre all’attenzione di chi vuole candidarsi a governare le due regioni, visto che i governatori e gli amministratori attuali non hanno dato alcuna risposta ai documenti diffusi dalla stessa Caritas di Trivento che, per due volte, li ha chiamati a discuterli pubblicamente.  
Chi si candida deve sapere come governare la crisi, affrontare le questioni e sapere, anche, come risolvere i problemi per aprire la realtà al suo rilancio e a un futuro diverso dall’attuale, e, ciò è possibile partendo proprio dai dati drammatici, numeri nudi e crudi (aggiornati alla fine dello scorso anno), riportati  nel documento n° 13, appena uscito. Un territorio ampio 1.139,42 Km², prevalentemente montano con il 67,5% dei 49 Comuni posti ad un’altitudine superiore ai 700 m.s.l.m. e solo il 32,5% collocato in collina, con Fossalto (511 m.) il punto più basso. Una realtà interessata da inverni rigidi, forti nevicate e rischi di isolamento per molti paesi. Isolamento anche per le strade disastrate da frane, interrotte e molte rese impraticabili. Una popolazione che nel corso di 55 anni è passata da 80.820 abitanti (1961) a 37.060 (2016) con una perdita netta di 43.760 abitanti, di cui ben 10.354 sono anziani, cioè persone con un’età superiore ai 65 anni.. Bel 31 dei 49 comuni sono al di sotto dei mille abitanti, di cui 15 al di sotto dei 500 abitanti, con Roio del Sangro che ha  104 abitanti residenti, seguito a ruota da Castelverrino (107). Solo Agnone (5105),  degli 8 comuni con una popolazione superiore ai mille abitanti, supera quota cinquemila.  Il tessuto produttivo, soprattutto l’agricoltura, è quello che registra tassi alti e davvero preoccupanti di abbandono. 
Si tratta di capire come ripartire da “quanto resta della notte” per aprirsi a un nuovo giorno, e, come affrontare con amore, passione, fiducia, il domani. Essere consapevole di una necessità imbellente qual è il forte bisogno di cambiare rotta, uscire fuori da un sistema spietato e da una mentalità perdente, in mancanza di programmi, di progetti e di strategie per realizzarli. 
E’ possibile ripartire se si ha la consapevolezza che il domani è tutto nei valori e nelle risorse di quel territorio di poco più di mille km² di superficie, in particolare nel rilancio della ruralità e della sua attività principe qual è l’agricoltura, la forestazione e la zootecnia.
La creazione di un distretto biologico per dare forza alla sostenibilità e alla qualità delle produzioni, dell’ambiente e del paesaggio, che vuol dire qualità della vita. Una qualità capace di alimentare i turismi possibili per questa realtà che ha paesaggi unici e di straordinaria bellezza.
Quelli che io mi diverto a fotografare da La mia Casa del Vento, soprattutto al tramonto. partendo da realtà come quelle del territorio della Diocesi di Trivento e renderlo prototipo esempio per altre cento mille realtà che riguardano questa nostra Italia.
pasqualedilena@gmail.com

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