Vivere in Molise
di Umberto Berardo
Vivere
in una regione come il Molise sta diventando davvero difficile di certo non per
tutti, ma in modo sicuro per chi vive in condizioni di particolare precarietà
economica.
Il
diritto al lavoro è messo seriamente in discussione e negli anni il territorio
regionale si è progressivamente trasformato in un'enorme area di "crisi
complessa" che ha prodotto alcune migliaia di disoccupati adulti ed ha
portato alla ripresa dell'emigrazione soprattutto dei più giovani delineando,
in assenza di una credibile programmazione di sviluppo, una costante
desertificazione demografica.
Il
diritto all'istruzione è seriamente compromesso, in particolare nelle aree
interne, dalla carenza delle strutture edilizie, ma essenzialmente dall'assenza
di una seria politica di trasporti, infrastrutture e servizi oltre che dalla
cosiddetta riforma della "buona scuola" che limita la libertà
d'insegnamento ed avvia gli istituti scolastici
verso un processo di aziendalizzazione.
L'organizzazione
delle strutture culturali in regione, tra l'altro, tranne qualche lodevole
eccezione, è da sempre prevalentemente orientata alla fruizione di prodotti
esterni piuttosto che alla creazione autoctona.
Il
diritto alla salute, con la forte compressione dei servizi pubblici ed il sostegno
di quelli privati attraverso le logiche dell'accreditamento, vive di fatto una
condizione di grande precarietà che è sotto gli occhi di tutti e che
penalizzerà i gruppi sociali meno abbienti spingendo i benestanti in nuovi
viaggi della speranza mentre si prepara la strada di una privatizzazione
strisciante affidata al circuito delle assicurazioni che già stanno proponendo
i loro spot pubblicitari in televisione.
Il diritto ad un bene comune come quello dell'acqua
viene negato dalla recente legge regionale istitutiva dell'Egam che di fatto
può prevederne la gestione affidata ai privati.
Il
diritto ai trasporti e ad una viabilità sicura è impedito da arterie stradali
abbandonate da tempo, impercorribili e pericolose, mentre si sperperano milioni
di euro nella realizzazione di strutture limitate nell'uso nel migliore dei
casi o addirittura superflue ed inutili come la "metropolitana
leggera".
Il
diritto ad un'aria respirabile è compromesso in diverse zone della regione ed
in particolare nell'area della valle del Volturno in cui un comitato di mamme
sta cercando di porre il problema dei veleni irrespirabili che si diffondono
nell'ambiente creando gravi problemi per la salute.
Relativamente
al diritto alla libertà di pensiero e di espressione garantito dalla Costituzione
Italiana nell'art. 21 nel regolamento di disciplina dell'ASREM si prevede
addirittura la possibilità che la commissione disciplinare, come già accaduto, possa sanzionare un dipendente per legittime
opinioni sulla condizione di difficoltà della sanità pubblica e sulle
alternative di merito e di metodo praticabili quando producano "dichiarazioni pubbliche offensive nei
confronti dell'amministrazione".
Sulle
situazioni di problematicità nella qualità della vita in Molise non è
complicato, per chi ne ha voglia, cercare le responsabilità politiche
Rispetto
alle difficoltà sopra delineate le associazioni di cittadini molisani, in
assenza di un confronto con la popolazione più volte sollecitato alle
istituzioni pubbliche interessate, è opportuno che ricorrano ad ogni azione di
carattere giuridico, sociale e politico per ridare a tali diritti la valenza
necessaria a garantire ai molisani una vita serena e qualitativamente
accettabile.
In
particolare necessita porre in essere tutte le strategie necessarie per ottenere
che si garantisca alla regione una programmazione razionale dello sviluppo
economico legato anzitutto alla vocazione territoriale, una viabilità almeno
decente, un diritto allo studio sicuro, libero ed efficiente, una sanità
pubblica di qualità su base territoriale ed ospedaliera che dia risposte alle
necessità dei cittadini, una piena salubrità dell'ambiente attivando
immediatamente centraline per il monitoraggio della qualità dell'aria ed
accreditando il registro tumori per verificare la diffusione sul territorio
delle malattie neoplastiche.
Per
quanto attiene alla gestione dell'acqua si deve lavorare, nei tempi adeguati e
con i metodi più appropriati, alla cancellazione della legge istitutiva
dell'Egam ed alla sua sostituzione con una che preveda al riguardo la nascita
di una società di diritto pubblico.
Sul
tema della libertà di pensiero e di espressione i sindacati devono farsi carico
di un'immediata modifica dell'art. 13 del Codice di comportamento dei
dipendenti dell'ASREM, approvato con provvedimento n. 254 del direttore
generale il 23 marzo 2017, chiedendo che si espliciti con chiarezza il concetto
generico di previsioni regolamentari circa le "dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell'amministrazione"
che nell'attuale formulazione possono dare adito, com'è evidente, ad
interpretazioni che rischiano di sanzionare
come un reato la libera espressione di un'opinione personale.
Sono
problemi sui quali occorre impegnarsi e coinvolgere l'opinione pubblica che
continua purtroppo a latitare come è successo ancora mercoledì 10 maggio
davanti al TAR Molise dove a sostegno dei comitati della valle del Volturno per
la difesa della qualità dell'aria in quel territorio c'era solo qualche
associazione come il Forum del Molise per la difesa della Sanità Pubblica,
mentre, ad eccezione del Codacons, costituitosi in giudizio insieme alla
Regione Molise ed ai Municipi di Montaquila e Venafro, del parroco di
Roccaravindola, di Stefano Buono di Molise Democratico, di Emilio Pesino
presidente del Parco Regionale dell'Olivo e dei sindaci di Venafro e Conca
Casale, mancavano tutte le forze politiche e sociali ma anche le associazioni ecclesiali,
culturali e di volontariato.
Nei
giorni scorsi abbiamo visto impegno e fermento in Molise nei militanti del PD nell'organizzazione delle primarie per
l'elezione del segretario del partito; taluni vi hanno letto anche risvolti indicativi
di consenso locale per figure di esponenti politici regionali.
Grande
rispetto per chi organizza la partecipazione di base nelle scelte dei soggetti
che devono dirigere una forza politica.
Ci
chiediamo, tuttavia, come mai non si facciano operazioni di confronto con la
popolazione in relazione alle candidature nei vari livelli istituzionali e
soprattutto rispetto alle scelte politiche concrete nelle quali invece si fa
prevalere unicamente la delega anche quando i cittadini manifestano apertamente
il loro dissenso come è accaduto di recente in tanti provvedimenti del
Consiglio Regionale.
Rispetto
ai problemi presenti sul territorio occorre che i cittadini maturino
responsabilità e senso civico per sviluppare finalmente l'idea che la politica
e l'economia non siano funzioni di egoismi personali e di gruppo bensì elementi
capaci di costruire una qualità della vita accettabile per tutti e fondando così la giustizia sociale.
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