Il Molise e la sanità
di
Umberto Berardo
Giovedì
25 maggio nel corso di un incontro di lavoro a Campobasso tra alcuni movimenti
nati sul territorio per difendere il diritto dei molisani ad una sanità
pubblica di qualità è giunta la notizia che in Commissione Bilancio della
Camera il governo nazionale avrebbe introdotto un emendamento per attuare il
Piano sanitario Regionale del Molise di fatto rendendolo operativo e sanando
tutti gli atti posti fin qui già in essere dal Commissario ad acta e
dall'ASREM.
Subito
social e mass-media sono stati invasi da dichiarazioni di politici, esponenti
nelle istituzioni locali e nazionali, che si stracciano le vesti per questo
tentativo in atto che a loro dire esautorerebbe il Consiglio Regionale da ogni
possibile decisione sull'organizzazione dei servizi sanitari nel Molise.
Noi
vorremmo sommessamente ricordare che il Forum per la Difesa della Sanità
Pubblica di Qualità già nel febbraio del 2016, in un incontro con alcuni
consiglieri regionali ed il presidente Cotugno, aveva sottolineato come si
stesse operando a livello nazionale, fin dall'approvazione del Decreto Balduzzi
e poi con la nomina di un commissario ad acta, per assumere decisioni sulla
sanità che diventavano sempre più plutocratiche e verticistiche togliendo di
fatto ogni potere decisionale al Consiglio Regionale che è l'organo democratico
il quale dovrebbe essere deputato a gestire i servizi locali e ad assumere
decisioni in merito.
In
quella sede i consiglieri regionali presenti furono sollecitati ad esprimersi
sulle decisioni che il commissario ad acta stava assumendo nella
riorganizzazione dei servizi sanitari e sui problemi che sarebbero insorti per
la popolazione.
Più volte è stata ripetuta la richiesta di un
confronto con l'opinione pubblica e con le rappresentanze che essa stava
esprimendo nei diversi comitati locali ed in quelli di quartiere.
I
rappresentanti nelle istituzioni locali e nazionali sapevano benissimo che si
stava scivolando, anche con scarsa astuzia, verso una privatizzazione
strisciante dei servizi sanitari, ma davvero sono stati pochi quelli che si
sono schierati in difesa della sanità pubblica, mentre si lavorava a mediazioni
e compromessi sulla divisione dei posti letto e dei servizi servendosi del
sistema delle convenzioni.
A
livello ospedaliero e sul piano territoriale la situazione è sotto gli occhi di
tutti; ci piacerebbe pertanto che i molisani riflettessero con responsabilità e
si chiedessero se i servizi sanitari attualmente esistenti in regione
garantiscano davvero una base sicura per i Livelli Essenziali di Assistenza.
Si
dice che bisogna mettere in sicurezza i conti nel bilancio regionale, ma non
occorre anzitutto mettere in sicurezza la salute dei cittadini?
Oggi
prendiamo semplicemente atto che le dichiarazioni di taluni politici regionali
rispetto al tentativo della cosiddetta manovrina in Commissione Bilancio della
Camera diano atto al Forum della giustezza delle sue analisi e della necessità
di bloccare il POS e di ridefinire i servizi sanitari rendendo anzitutto i
cittadini titolari del diritto ad avere dei LEA sicuri in qualsiasi territorio
essi vivano perché questo è garantito loro dalla Costituzione Italiana nell'art.
32.
Occorre
ripartire da lontano e rivedere quel Decreto Balduzzi che di fatto introduce
normative inaccettabili per la riorganizzazione sanitaria in un Paese come
l'Italia che in merito era all'avanguardia nel mondo.
Ai
rappresentanti istituzionali vogliamo poi ricordare che esistono metodi e
regole anche nella democrazia rappresentativa che deve evolvere necessariamente
verso quella partecipativa.
Se
allora c'è davvero la volontà di lavorare per una sanità in linea con la
Costituzione Italiana si riprenda il confronto con la popolazione, con le forze
sociali e con le associazioni di rappresentanza smettendo di tenere ogni
discussione in merito solo a livello di vertice.
Le
azioni di lotta annunciate oggi, allora, siano ricercate nei rapporti
istituzionali, ma si coinvolga subito tutta la popolazione molisana che fin qui
mai è stata chiamata dagli esponenti politici regionali a mobilitarsi, se
necessario anche a livello nazionale, per impedire provvedimenti come quello in
atto e vedersi al contrario garantito un diritto così importante come quello
alla salute.
Sarebbe
un bel passaggio per un'azione vittoriosa di democrazia reale!
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