Disegno di una società accettabile
di
Umberto Berardo
Nella
storia i sistemi di potere nascono da strutture economiche, ma anche da
concezioni ideologiche e da apparati politici che fondamentalmente mirano a
creare la soggezione e lo sfruttamento dei più a vantaggio di quei pochi che
gestiscono i mezzi di organizzazione della società.
I
tentativi di creare collettività egalitarie, libere e democratiche ci sono
stati, ma non hanno avuto vita facile, stroncati come sono stati dalla violenza
militare o dal boicottaggio economico dei poteri forti.
Le
lotte di liberazione dalla soggezione culturale, economica, militare e politica
non sono mancate nel corso dei secoli, ma, nonostante la fine di tante forme d'imperialismo
o di dittatura, il mondo sembra ancora dominato da forze palesi o subdole che
senza scrupoli mirano al profitto ed all'arricchimento sfruttando in modo spropositato
a vantaggio di pochi i beni naturali e le risorse umane e mantenendo per questo
i più in povertà e soggezione.
Due
autori ci hanno colpito in particolare nell'analisi del modo irrazionale ed
errato con cui oggi l'umanità vive, produce e gestisce l'attività economica ed
i sistemi di relazione umana.
Naomi
Klein, soprattutto in "Shock economy" e "Una rivoluzione ci
salverà", sostiene con forza come occorra uscire da un capitalismo
deregolamentato e selvaggio, eliminare la crescita del PIL come una priorità
assoluta e trasformare completamente gli stili di vita dell'umanità per
renderli sostenibili con le risorse del pianeta e compatibili con le necessità
di tutti.
Byung-Chul
Han in "Psychopolitik" cerca di esaminare con estrema chiarezza le relazioni
tra neoliberismo e forme di soggezione strutturale e psicologica cui sono
sottoposti i soggetti sfruttati da potenti estranei e condotti dalle nuove
tecnologie addirittura a nuove forme di dipendenza definite dal filosofo
coreano "autosfruttamento".
Nel
digitale, soprattutto con i Social Network, la Psicopolitica costruisce,
secondo Han, nuove forme di sfruttamento e di soggezione attraverso trappole
psicologiche e sistemi di comunicazione che sembrano accogliere idee di libertà,
mentre in realtà utilizzano gratuitamente i nostri dati e ciò che noi
produciamo intellettualmente manovrando i desideri con la pubblicità fino a
farci apparire importante ed essenziale ciò che in realtà è solo una proprietà
altrui dotata di valore di scambio per fare profitti.
Ora
è da poco uscito per i tipi di "Ponte alle Grazie" l'ultimo saggio di
Noam Chomsky dal titolo "Chi sono i padroni del mondo" in cui l'autore
affronta con una lucidità intellettuale profonda tutte le questioni di politica
internazionale del recente passato, ma anche i problemi che si affacciano
all'orizzonte dell'umanità.
L'esigenza
dello studioso, come scrive testualmente a pag. 57, è quella di aiutare a
comprendere i sistemi di dominio ed oppressione in quanto " l'amnesia storica è un fenomeno pericoloso
non solo perché svigorisce l'integrità morale e intellettuale, ma anche perché
diventa terreno fertile per nuovi crimini ancora di là da venire ".
Di
qui parte una ricostruzione storica del ruolo degli Stati Uniti, ma anche degli
altri Stati coloniali ed imperialisti nei diversi scenari territoriali, per
conservare, secondo la teoria di George Kennan, le "posizioni di squilibrio" capaci di separare le enormi
ricchezze di pochi dalla povertà di tutti gli altri.
Le
élite ed i grandi gruppi economici e finanziari esercitano ormai poteri
decisionali nelle politiche dei governi, mentre la democrazia si sfilaccia ed il
popolo non ha più alcuna influenza; così spesso l'apatia prende il sopravvento
portando gli elettori alla rinuncia all'esercizio del diritto di voto.
Avviene
allora che la democrazia stessa possa diventare solo fittizia e funzionale ad
obiettivi di carattere economico e finanziario.
Rispetto
agli scenari che disegnano ancora devastazioni ambientali, catastrofi
climatiche, lotte armate, terrorismo, sopraffazione e perfino una guerra
nucleare, Chomsky delinea nelle dense pagine del volume le possibili soluzioni
ai più pressanti problemi che vive l'umanità.
Così
scorrono le sue proposte sulle forme energetiche alternative, sull' " unica democrazia laica a doppia nazionalità
nell'antica Palestina dal mare al fiume ", sulla creazione di zone
denuclearizzate negli scenari di conflitto fino alla denuclearizzazione
completa nel mondo, sul superamento della diseguaglianza che vede polarizzarsi il
95% della ricchezza nelle mani dell'1% della popolazione mondiale, sugli
impegni negoziali e diplomatici capaci di disinnescare un terrorismo che sconvolge
il mondo intero e sull'attivazione di politiche razionali di accoglienza ed
integrazione dei rifugiati e degli immigrati alternative ai tentativi di
corruzione oggi della Turchia come ieri della Libia.
Tutto
il volume è pervaso dalla necessità di liberazione degli esseri umani dalle
gabbie che impediscono la libera espressione della persona compressa dalla
soggezione psicologica, culturale, economica e politica; tale affrancamento,
tuttavia, come la realizzazione della giustizia sociale non possono essere
elementi esterni o estranei ad una modifica profonda dello stile di vita di
ognuno di noi.
È
proprio per questo, crediamo, che il saggio di Chomsky si conclude con un interrogativo
che interpella profondamente il lettore "
Chi governa il mondo? Forse dovremmo
porcene un'altra : Quali principi e
valori governano il mondo?" .
Nel
leggere tale domanda finale abbiamo pensato alla possente voce di papa
Francesco che si leva con insistenza e continuità in difesa dei diritti di
tutti gli esseri umani e di un Pianeta devastato per interessi.
Siamo
tornati così alle proposte contenute nel Messaggio Evangelico ed abbiamo
ripetuto a noi stessi che abbiamo forte la necessità di superare l'egoismo da
cui siamo pervasi per rimettere al centro della nostra vita quelle
"Beatitudini" che riteniamo l'essenza del Cristianesimo, ma anche il
possibile fondamento di una società giusta ed egalitaria.
Fra
alcuni giorni ricorderemo la nascita di Gesù Cristo che noi cristiani
riconosciamo come Figlio di Dio.
Sarebbe
bello e, crediamo, anche molto utile se pure chi non crede provasse a far
entrare finalmente nella storia come elementi fondanti i valori dell'amore e
della condivisione che purtroppo fanno fatica ad incarnarsi nello stile di vita
degli esseri umani a partire ovviamente da noi che scriviamo.
Grazie. Queste riflessioni mettono ordine ai confusi pensieri che affollano spesso e volentieri un comune mortale.
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