A (g)alline à fetàte e u (g)alle cante
La gallina ha fatto l'uovo e il gallo canta come per dire ch'è stato lui.
Con questo detto del mio dialetto larinese, riporto l'intervista pubblicata su Bibenda e la lettera di commento - da me pienamente condivisa - che ha scritto Carla Iorio, la bravissima e attivissima presidente dell'Onav, che sta dando, con la sua (anche mia) associazione, un contributo notevole alla crescita della cultura del vino e del suo territorio, cioè l'origine della qualità.
L'intervista di Bibenda mi riporta indietro nel tempo, a cavallo degli anni '80/'90, quando ho avuto modo di conoscere, grazie a quell'osservatorio unico che è stato per me L'Enoteca Italiana di Siena e al fondamentale ruolo da essa svolto per la Rinascita del vino italiano, molti personaggi che, presto, si sono improvvisati cultori del vino e presto hanno ottenuto opportunità, anche di lavoro o di secondo lavoro.
Sono convinto che la Tintilia e i vini hanno sopportato ma mai amato "amici" così interessati.
il link
http://www.bibenda.it/bibenda7/singolo-articolo.php?id=3418
Il commento di Carla Iorio indirizzato alla redazione di Bibenda
Spettabile
Redazione
Con questo detto del mio dialetto larinese, riporto l'intervista pubblicata su Bibenda e la lettera di commento - da me pienamente condivisa - che ha scritto Carla Iorio, la bravissima e attivissima presidente dell'Onav, che sta dando, con la sua (anche mia) associazione, un contributo notevole alla crescita della cultura del vino e del suo territorio, cioè l'origine della qualità.
L'intervista di Bibenda mi riporta indietro nel tempo, a cavallo degli anni '80/'90, quando ho avuto modo di conoscere, grazie a quell'osservatorio unico che è stato per me L'Enoteca Italiana di Siena e al fondamentale ruolo da essa svolto per la Rinascita del vino italiano, molti personaggi che, presto, si sono improvvisati cultori del vino e presto hanno ottenuto opportunità, anche di lavoro o di secondo lavoro.
Sono convinto che la Tintilia e i vini hanno sopportato ma mai amato "amici" così interessati.
il link
http://www.bibenda.it/bibenda7/singolo-articolo.php?id=3418
Il commento di Carla Iorio indirizzato alla redazione di Bibenda
la bottiglia che conservo gelosamente
dono dell'Arsiam
per il rilancio della Tintilia nella prima
metà degli anni '90 |
Intanto vi
ringrazio per aver dato visibilità alla Tintilia e con essa al Molise
vitivinicolo tutto, al contempo mi premono alcune precisazioni circa l'articolo
di Susanna Cotugno sulla Tintilia uscito su Bibenda 7 dell'8 giugno.
La Tintilia, unico autoctono molisano, è caratterizzato da un forte legame con l' areale di
produzione, tant'è che quelle differenze cromatiche, di cui si parla
nell'articolo, che a volte caratterizzano il vino Tintilia, o per meglio dire la
più celere o meno, virazione di colore verso il granato, al passar del tempo,
sono dovute soprattutto ai diversi areali d'impianto.
Intendendo
per diverso areale, la composizione dei terreni che vanno da composti
sabbiosi-argillosi, a terreni rocciosi-calcarei, nonché le diverse altitudini
d'impianto dei vigneti, che spaziano dai 200 a 650/700 metri s.l.m., come pure alle
diverse pratiche di vinificazione in cantina.
Lo stesso
vale per i marcatori sensoriali : la prevalenze delle note fruttate sul floreale
e sulle spezie, e non certo figlia di un ipotetico uso di un altrettanto
ipotetico Merlot, che per disciplinare non potrebbe essere comunque superiore al
5%, visto che lo stesso recita testualmente "I vini a Denominazione di
Origine Controllata “Tintilia del Molise” devono essere ottenuti da uve
provenienti da vigneti costituiti, nell’ambito aziendale, per almeno il 95% dal
vitigno Tintilia. Possono concorrere alla produzione di detti vini anche le uve
di altri vitigni non aromatici idonei alla coltivazione nelle province di
Campobasso ed Isernia, presenti nei vigneti in ambito aziendale, da soli o
congiuntamente, fino a un massimo del 5%" e come tale ininfluente.
Anche su
questo aspetto incide notevolmente l'areale di provenienza, come la prativa di
vinificazione volta ad estrarre quei profumi piuttosto che altri, sottolineando
poi, che la stragrande
maggioranza delle Cantine vinifica in purezza.
Passando al
legno, leggo devastante, un dispregiativo, concordo con Cocchini circa la buona
pratica dell'affinamento in acciaio o vetro, vista la ricchezza in tannini e
antociani responsabili delle sensazioni olfattive riportabili a spezie e tostato
che caratterizzano il vitigno, ma parlare del legno come pratica devastante
nell'affinamento del vino mi sembra eccessivo.
Abbiamo
esempi di Riserve davvero lodevoli, dove l uso corretto del legno non copre, ne
svilisce, ma contribuisce ad una corretta evoluzione, tant'è che le Tintilie
correttamente affinate in legno, al pari di quelle affinate in acciaio o in
bottiglia sono risultate vincitrici dei più prestigiosi concorsi enologici
internazionali.
Passando poi, agli artefici della riscoperta e valorizzazione della Tintilia qual è oggi,
non dimenticherei tre figure fondamentali gli agronomi Mario Stasi e Michele
Tanno, che insieme a Pasquale Di Lena segretario dell'Enoteca Italiana di Siena
tanto, anzi tutto hanno fatto per la Tintilia, come non dimenticherei che la prima
bottiglia di Tintilia doc proviene da una sperimentazione attuata dall'allora
ARSIAM e la Cantina Valtappino nel 1998.
Di fatto la riscoperta e
valorizzazione della Tintilia del Molise doc, quale ambasciatore di questa
regione si deve alla
caparbia volontà dei produttori molisani tutti, che hanno visto nel nostro
autoctono il mezzo di riscatto della viticultura regionale.
Tanto mi è
dovuto per onestà di informazione, a tutela del estenuante lavoro che tutte le
26 cantine Molisane , produttrici di Tintilia portano avanti quotidianamente,
per difendere l' autenticità e la tipicità del vino Tintilia che oggi
grazie ai loro sforzi è Ambasciatore del Molise nel
mondo.
Non esistono
Tintilie più o meno tipiche, ma Tintilie espressione dei diversi areali di
produzione, espressioni di un Molise dove la costa si alterna alle aree
pianeggianti, dove le meravigliose colline, preludono le verdi montagne, questo
è il Molise Terra di Eccellenze.
Nel
ringraziarvi anticipatamente per l'attenzione prestata colgo l'occasione per
salutarvi.
Cordialmente
Dott.ssa
Carolina Iorio
(anche
Delegato ONAV Molise)
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