Se una banca s'interessa di agricoltura
Mipaaf e Unicredit, insieme per coltivare il futuro
Sei miliardi nel triennio 2016-2018 per favorire gli investimenti e l'accesso al credito per il settore agroalimentare. A breve il lancio dell'agribond e dell'agribusiness school
Unicredit e Mipaaf insieme per un programma finalizzato a sostenere gli investimenti e l’accesso al credito per le imprese del settore agroalimentare dal nome "Coltivare il futuro". Il settore, d’altronde, contribuisce per oltre l’11% al valore aggiunto dell’economia italiana, raccogliendo 2,1 milioni di imprese e dando occupazione a 3,4 milioni di persone.
“La crescita registrata nel 2015, anno di Expo, ci dimostra come il made in Italy agroalimentare sia sempre più protagonista – ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina – in grado di offrire importanti opportunità, anche in termini occupazionali. Possiamo e vogliamo crescere ancora, soprattutto per quanto riguarda l’export. Con questo progetto realizzato insieme a Unicredit, facciamo un passaggio decisivo in questa direzione, migliorando il rapporto tra banche e imprese agroalimentari. C’è un’importante destinazione di risorse pari a 6 miliardi di euro per il triennio 2016-2018, ma soprattutto torna ad esserci un credito specializzato per l’agricoltura e l’agroalimentare. Grazie a un approccio mirato e in grado di cogliere la specificità delle aziende del settore, facilitiamo non solo l’accesso al credito ma supportiamo le piccole e medie imprese su alcuni fronti chiave come formazione e promozione”.
“L’agroalimentare è un settore strategico per il nostro Paese – ha dichiarato Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit – e deve rappresentare sempre di più la nostra eccellenza all’estero. La crescita del settore nell’ultimo decennio è stata affidata alle esportazioni, aumentate a un tasso medio annuo del 6%. A fine 2015 l’export valeva oltre 36 miliardi, con una crescita del 7,4% rispetto all’anno precedente. Il confronto internazionale ci indica che rimane un potenziale di export da valorizzare ancora molto elevato, come segnala lo stesso fenomeno dell’Italian Sounding, stimato intorno ai 60 miliardi di euro”.
“La filiera agroalimentare italiana è composta da un tessuto di piccole e medie imprese e può ancora fare molto sul fronte dell’organizzazione e dell’aggregazione – ha sottolineato Gabriele Piccini, country chairman Italy di Unicredit – il nostro progetto prevede un supporto a 360 gradi, dall’export dei prodotti alla loro certificazione, dal sostegno finanziario alla consulenza tecnologica".
Fra i pilastri del progetto Unicredit-Mipaaf Coltivare il futuro, il primo si poggia sull’erogazione di nuova finanza, con il lancio del nuovo Agribond, una tranched cover dedicata alle imprese della filiera agricola.
Il secondo pilastro riguarda la formazione e lo sviluppo delle conoscenze. Nasce infatti l’Agribusiness School, che si fonda su tre macro aree: competenze di base, export management e innovazione.
Infine, molto importante, è il “Value for Food”, l’iniziativa congiunta di Unicredit, Cisco Systems Italy e Penelope Spa, rivolta a finanziare e realizzare programmi di evoluzione tecnologica delle aziende agroalimentari, che sappiano coniugare le esigenze di comunicazione e marketing territoriale, di efficientamento e automazione dei processi di filiera.
“La crescita registrata nel 2015, anno di Expo, ci dimostra come il made in Italy agroalimentare sia sempre più protagonista – ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina – in grado di offrire importanti opportunità, anche in termini occupazionali. Possiamo e vogliamo crescere ancora, soprattutto per quanto riguarda l’export. Con questo progetto realizzato insieme a Unicredit, facciamo un passaggio decisivo in questa direzione, migliorando il rapporto tra banche e imprese agroalimentari. C’è un’importante destinazione di risorse pari a 6 miliardi di euro per il triennio 2016-2018, ma soprattutto torna ad esserci un credito specializzato per l’agricoltura e l’agroalimentare. Grazie a un approccio mirato e in grado di cogliere la specificità delle aziende del settore, facilitiamo non solo l’accesso al credito ma supportiamo le piccole e medie imprese su alcuni fronti chiave come formazione e promozione”.
“L’agroalimentare è un settore strategico per il nostro Paese – ha dichiarato Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit – e deve rappresentare sempre di più la nostra eccellenza all’estero. La crescita del settore nell’ultimo decennio è stata affidata alle esportazioni, aumentate a un tasso medio annuo del 6%. A fine 2015 l’export valeva oltre 36 miliardi, con una crescita del 7,4% rispetto all’anno precedente. Il confronto internazionale ci indica che rimane un potenziale di export da valorizzare ancora molto elevato, come segnala lo stesso fenomeno dell’Italian Sounding, stimato intorno ai 60 miliardi di euro”.
“La filiera agroalimentare italiana è composta da un tessuto di piccole e medie imprese e può ancora fare molto sul fronte dell’organizzazione e dell’aggregazione – ha sottolineato Gabriele Piccini, country chairman Italy di Unicredit – il nostro progetto prevede un supporto a 360 gradi, dall’export dei prodotti alla loro certificazione, dal sostegno finanziario alla consulenza tecnologica".
Fra i pilastri del progetto Unicredit-Mipaaf Coltivare il futuro, il primo si poggia sull’erogazione di nuova finanza, con il lancio del nuovo Agribond, una tranched cover dedicata alle imprese della filiera agricola.
Il secondo pilastro riguarda la formazione e lo sviluppo delle conoscenze. Nasce infatti l’Agribusiness School, che si fonda su tre macro aree: competenze di base, export management e innovazione.
Infine, molto importante, è il “Value for Food”, l’iniziativa congiunta di Unicredit, Cisco Systems Italy e Penelope Spa, rivolta a finanziare e realizzare programmi di evoluzione tecnologica delle aziende agroalimentari, che sappiano coniugare le esigenze di comunicazione e marketing territoriale, di efficientamento e automazione dei processi di filiera.
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