NO GLIFOSATO, SI AGRICOLTURA SOSTENIBILE PER UN CIBO SANO
di Giorgio Scarlato
Oggi,
parlare dell'erbicida glifosato, comunemente chiamato "seccatutto", è di
attualità. Quasi tutti sanno qualcosa o almeno cercano di documentarsi. E' di
qualche settimana fa l'uscita di un interessante articolo, di venti pagine, in
merito al glifosato; l'erbicida più usato al mondo, dal titolo "Roulette russa
glifosato", pubblicato dal mensile dei Diritti, dei Consumi e delle Scelte "il
Test Salvagente" di questo mese.
Il
Comitato spontaneo agricolo Uniti per non morire in Molise iniziò ad
attenzionarlo ed a parlarne pubblicamente da ben cinque anni addietro.
Per
molti agricoltori e tecnici sembrava una follia parlarne male in quanto era la
panacèa, indispensabile, funzionale ed a basso costo, sia per il comparto
agricolo che per la pulizia delle aree civili.
Siamo
stati precursori visto che il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina
punta, entro il 2020, al made in Italy a glifosato zero. Ci si augura che sia
così anche per le derrate importate.
Da
tempo ci sono voci contrastanti in merito alla sua dannosità sia per la salute
umana che per la biodiversità.
L'
Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) l'ha considerato tra le
sostanze causa di tumori mentre l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare
(EFSA) lo ha assolto con un....probabilmente non cancerogeno.
Il
mensile ha analizzato diversi prodotti a base di farina e semola (pasta, fette
biscottate, etc.). Tracce ne sono state rilevate in alcuni anche se inferiori
ai limiti stabiliti dalla legge.
Certo
è, comunque, che per il consumatore è davvero difficile trovare prodotti senza
tracce di glifosato.
Da
svariati anni negli USA e nel Canada viene usata la tecnica del pre-harvest che
prevede l'irrorazione sul grano duro dell'erbicida-disseccante 7-10 giorni prima
della raccolta. Lo matura rapidamente o meglio lo fa seccare in modo
artificioso.
Tecnica
discutibilissima in quanto il chicco del grano essendosi già formato è quindi in
grado di assorbire il glifosato direttamente. Questo trattamento rende il chicco
sterile, non utilizzabile per la semina.
Logica
conseguenza è che si possono trovare, come poi confermato, residui del
principio attivo sia nella pasta che nel pane.
Da
una ricerca compiuta in Inghilterra sul pane integrale è emerso che il 30% era
contaminato.
Tracce
di glifosato sono state trovate nella birra, in Germania, dall'Istituto per
l'ambiente di Monaco; salvaslip-tampax ( quelli prodotti con cotone Ogm), da
analisi effettuate dalla rivista dei consumatori "60 Millions de Consummateurs;
nel miele, da ricercatori della Boston University e Abraxis LLC (tracce
significative nel 62% dei mieli convenzionali e nel 45% dei mieli biologici);
nelle urine della popolazione tedesca, ben il 99,6, da uno studio effettuato
dalla Fondazione Heinrich Boell; nel latte materno, in 3 campioni su 10, studio
effettuato dal gruppo Moms Accross America; nei tamponi e garze sterili (
(materia prima da cotone Ogm), ben l'85%, da uno studio compiuto dall'Università
di La Plata in Argentina; nella soia Ogm RR impiegata per l'alimentazione
animale; e, per ultimo, nella farina di frumento, d'avena e pane sono state
trovate tracce di glifosato in 14 campioni su 20 da analisi effettuate per conto
della rivista tedesca Oko-test.
Medesima
cosa anche per l'acqua , che in Italia quasi nessuna regione monitora (l'hanno
iniziato a fare solo la Lombardia e la Toscana). Dovrebbe essere analizzata
nella fattispecie del glifosato e del suo metabolita AMPA (può essere un
marcatore della contaminazione da glifosato) perché da un recente rapporto
dell'ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale,
proprio nelle due regioni su accennate, sono state effettuate rilevazioni ed il
glifosato è presente nelle acque superficiali in modo esteso, anzi presenta il
motivo principale del superamento dei limiti.
I
risultati delle numerosissime ricerche scientifiche effettuate sul glifosato
hanno portato alla conclusione che ci possono essere strette correlazioni con
effetti a lungo termine sulla salute umana come: danneggiamento del Dna; aumento
di leucemie infantili e malattie neurodegenerative, Morbo di Parkinson in testa;
Linfoma di non Hodgkin; autismo; celiachia.
E' opportuno che si facciano scelte
di campo per rilanciare un'agricoltura nazionale, quella meridionale e molisana
in particolare, salubre e sostenibile; ed i presupposti ci sono
tutti.
Assicurare il vero made in Italy
significa assicurare alle derrate, ad es. il grano duro, un prezzo giusto ( e
non come oggi che quota 21-22 €/ql, un prezzo da fame) con un minimo garantito,
alias USA per i cosiddetti Farm Bill; unito poi alle misure antidumping ed
antitrust efficaci.
Ciò garantirà realmente sia i
consumatori che gli agricoltori dall'anomalia pericolosa dell'alimentare del
falso made in Italy, dalla introduzione di merci alimentari pericolose alla
salute e dal ricatto agli agricoltori sui prezzi di vendita delle
derrate.
Caso contrario, i terreni rimarranno
senza essere coltivati (pochi anni fa ne erano ben 700.000 ettari "a spasso")
perché ... "l'impresa non vale la spesa" in quanto il costo per produrre le
derrate è ben superiore al ricavato dalla loro vendita, al punto tale che il
consumatore potrà approvvigionarsi solamente di prodotti biotech ignorando gli
standard di produzione per la sua salute, quindi senza un'adeguata
etichettatura.
Per concludere. Si veda l'imposizione
che il potere decisionale americano vorrebbe dettare all'Europa tramite
l'accordo tossico, autoritario e contestato del TTIP, Transatlantic Trade and
Investment Partnership.
Il TTIP, un trattato, soprattutto per
le nazioni più deboli quale l'Italia , che punta alla manodopera da sfruttamento
a costi bassi, a produzioni o meglio metodi di produzione al di fuori di ogni
controllo sia ambientale che di salubrità alimentare, a prezzi di vendita per le
derrate, da Terzo Mondo. E tutto questo per andare in favore della cosiddetta
armonizzazione degli standard e delle normative USA ed in barba allo stesso
principio di precauzione dell'UE? E' un trattato da paese colonizzatore non
accettabile. Restiamo, dunque, vigili tutti perché, da non dimenticare, una
terra pulita unita al cibo sano saranno le scelte per un futuro
vivibile.
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